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Melli: "Milan ora consapevole della sua forza. Non vive più sulle spalle di Ibra"
Alessandro Melli guarda la lotta Champions e analizza le possibilità delle squadre: "La Juve mi pare quella che rischi di più di restar fuori, questa è la sensazione guardando il calendario", dice a Tuttomercatoweb.com. Sul Milan invece, da ex rossonero, spiega: "Il bello del calcio è che non è una scienza esatta. Magari vedi una squadra in difficoltà e pensi che non si rialzi e invece poi, come il Milan appunto, fa due vittorie segnando 10 gol senza subirne. Niente è scontato. Poi ci sono anche le partite che ti fanno svoltare. Penso al Parma che col Cagliari vinceva 3-1 poi in due minuti i sardi hanno ribaltato il match e hanno preso il via verso la salvezza".
Ma per il Milan Ibra- che ora è fermo - è sempre fondamentale?
"Secondo me lo è stato all'inizio. Oggi può darti mano in certi momenti ma non è più determinante per la crescita della squadra. Il gruppo ha preso consapevolezza dei propri mezzi, non è più costretto a vivere sulla spalle di Ibra. Lo svedese gioca dieci-dodici partite a tempo pieno però la valutazione la può fare certamente meglio chi è dentro alla società".
Il Parma invece da che tecnico deve ripartire? Che caratteristiche deve avere l'allenatore?
"Dovessi scegliere punterei su un tecnico giovane e di prospettiva, che abbia idee moderne e esperienza ma non esagerata. E che abbia voglia di fare un calcio propositivo che non vuol comunque dire tutti all'attacco. Dionisi per esempio potrebbe essere una figura giusta. L'importante comunque è il presidente, è lui la garanzia. da lì vanno fatte scelte giuste. Darei più poteri a Lucarelli che ha avuto un ruolo troppo marginale per il valore della persona".
Che tipo di squadra dovrà esser costruita?
"Serve un mix tra gioventù e esperienza. Punterei su un 70% di ragazzi di prospettiva che conoscono il nostro campioanto e un 30% di esperti potrebbe essere un concetto giusto, soprattutto per Parma".
Ma per il Milan Ibra- che ora è fermo - è sempre fondamentale?
"Secondo me lo è stato all'inizio. Oggi può darti mano in certi momenti ma non è più determinante per la crescita della squadra. Il gruppo ha preso consapevolezza dei propri mezzi, non è più costretto a vivere sulla spalle di Ibra. Lo svedese gioca dieci-dodici partite a tempo pieno però la valutazione la può fare certamente meglio chi è dentro alla società".
Il Parma invece da che tecnico deve ripartire? Che caratteristiche deve avere l'allenatore?
"Dovessi scegliere punterei su un tecnico giovane e di prospettiva, che abbia idee moderne e esperienza ma non esagerata. E che abbia voglia di fare un calcio propositivo che non vuol comunque dire tutti all'attacco. Dionisi per esempio potrebbe essere una figura giusta. L'importante comunque è il presidente, è lui la garanzia. da lì vanno fatte scelte giuste. Darei più poteri a Lucarelli che ha avuto un ruolo troppo marginale per il valore della persona".
Che tipo di squadra dovrà esser costruita?
"Serve un mix tra gioventù e esperienza. Punterei su un 70% di ragazzi di prospettiva che conoscono il nostro campioanto e un 30% di esperti potrebbe essere un concetto giusto, soprattutto per Parma".
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