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Ibrahimovic: "Quando ho chiesto chi avesse giocato in Champions hanno alzato la mano in tre..."TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
giovedì 16 settembre 2021, 17:08Serie A
di Marco Conterio

Ibrahimovic: "Quando ho chiesto chi avesse giocato in Champions hanno alzato la mano in tre..."

Zlatan Ibrahimovic, centravanti di casa Milan, ha parlato all'evento Mind The Gum presso l'Hotel Gallia di Milano. Ecco quanto riportato da Milannews.it.

Sulle sue condizioni fisiche: “Se ci sarò a Torino? Vediamo giorno per giorno, non è un segreto: ho un problema al tendine e non rischio conseguenze. Voglio tenere tutta la stagione e pensare che non sono Superman. Anche se… Il mio problema è che lavoro troppo e mi piace soffrire”

Su Liverpool-Milan: “Ieri per molti era la prima volta in Champions, ma ora hanno capito di cosa si tratta e che cosa c’è bisogno di fare per giocarci. La squadra ha capito tutto quanto, tutto il pacchetto. Che cosa significa giocare contro i migliori in Europa e nel mondo, che ritmo c’è, che qualità c’è. Sono felice per miei compagni, mi ricordo alla fine dello scorso campionato quando ho chiesto chi avesse già giocato in Champions: hanno alzato la mano in due o tre. Pensavo fosse uno scherzo, invece era vero. E allora questo è il motivo per fare ancora di più. Se non hai giocato in Champions, non sai cosa ti è mancato in carriera. Anche solo fare la rifinitura col pallone della Champions. Ti dà un’altra energia, altra adrenalina. Io aspetto di giocare in Champions a San Siro con lo stadio pieno, quella sarà vera adrenalina”


Se ci sarà o meno contro la Juventus: “Per la Juve vediamo, ho un piccolo problema al tendine, ma per il resto va tutto bene. Non voglio rischiare di avere conseguenze, voglio mantenere il fisico per tutto il campionato in modo da esserci sempre. Non giocarne una e poi saltarne altre, come l’anno scorso. Questa volta ascolterò il mio fisico. Il mio problema è che lavoro troppo, perché quando soffro mi piace...”.

Sull’aspetto mentale: “La testa è molto importante. E la testa ora c’è, ma il fisico non mi segue sempre. Purtroppo non sempre vanno d’accordo. Ma, di base, se non sei preparato con la testa, il fisico non c’è. Penso di aver passato ai compagni la giusta mentalità. Hanno capito cosa serve per arrivare dove occorre. Ma se l’anno scorso siamo arrivati secondi vuol dire che manca qualcosa per arrivare primi. La squadra lo sa e lavora tutti i giorni per fare di più e migliorare. Tutti hanno voglia e fame, sono tutti disponibili, anche i nuovi hanno compreso la mentalità di questo gruppo. Occorre solo capire cosa bisogna fare per continuare a restare al top, perché al top ormai ci siamo arrivati. Servono sacrificio e lavoro, la qualità c’è. A Kessie serve il ‘Mind the Gum’ prima di battere i rigori? Ah ma i rigori mica li batte più...”.

Sulla Superlega: “Quando è arrivato il Covid tanti club hanno pagato, non tornavano i conti con tifosi e sponsor. E i club che hanno sofferto più di tutti, hanno provato ad avere un ritorno economico veloce. Nessuno però ha pensato a chiedere ai giocatori. La prima domanda avrebbe dovuto essere per noi: volete giocare o no? Quindi chi ha inventato la Superlega ha già sbagliato, perché sono io calciatore che poi devo andare in campo”.