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Lotta Scudetto, arbitra l'Atalanta. Gasperini come Ferguson? La palla passa alla società
Alla fine tutti hanno risposto che l'Atalanta penserà a sé. Inutile ribadire che la Dea, invece, è stata designata - più dal calendario che dell'AIA - per dirigere la lotta Scudetto a distanza tra Milan e Inter: senza nessuna possibilità di scelta i nerazzurri scenderanno in campo con la consapevolezza di rappresentare quell'ago della bilancia che può spostare tutti gli equilibri, compreso il proprio destino. È pur vero che a San Siro ci si gioca il tricolore, ma gli orobici scenderanno in campo per poter strappare l'ennesima qualificazione alle competizioni continentali.
Sfida ad alta tensione, Gasp non vuole mollare la presa
Contro lo Spezia si è rivista l'Atalanta di inizio stagione, quella indicata da tutti come mina vagante di un campionato che si preannunciava folle, senza nessun padrone. Il girone di ritorno e l'andamento interno hanno contribuito a rallentare in maniera esponenziale la banda nerazzurra, frenando una squadra scarica mentalmente anche per via degli impegni europei.
A Milano ci sarà il penultimo atto di una stagione di difficile interpretazione anche nelle cause. Una scivolata - non un fallimento - che però dovrà portare l'intera società a riflettere sul proprio futuro.
"Io il Ferguson di Bergamo? Sono pronto, ho il contratto ma arrivati a fine stagione è giusto sentire le idee e la volontà della società. Sono legato a questo ambiente, se deve esserci qualcosa di contrario non creerò io opposizioni". E chi non deve riflettere sul futuro è proprio Gian Piero Gasperini, chiaro e abbastanza diretto durante la conferenza stampa: il tecnico di Grugliasco vuole andare avanti, ora la palla passa alla società. A breve l'incontro decisivo per capire se andare avanti o meno: senza snaturarsi e con lo stessa filosofia. Come piace al Gasp.
Sfida ad alta tensione, Gasp non vuole mollare la presa
Contro lo Spezia si è rivista l'Atalanta di inizio stagione, quella indicata da tutti come mina vagante di un campionato che si preannunciava folle, senza nessun padrone. Il girone di ritorno e l'andamento interno hanno contribuito a rallentare in maniera esponenziale la banda nerazzurra, frenando una squadra scarica mentalmente anche per via degli impegni europei.
A Milano ci sarà il penultimo atto di una stagione di difficile interpretazione anche nelle cause. Una scivolata - non un fallimento - che però dovrà portare l'intera società a riflettere sul proprio futuro.
"Io il Ferguson di Bergamo? Sono pronto, ho il contratto ma arrivati a fine stagione è giusto sentire le idee e la volontà della società. Sono legato a questo ambiente, se deve esserci qualcosa di contrario non creerò io opposizioni". E chi non deve riflettere sul futuro è proprio Gian Piero Gasperini, chiaro e abbastanza diretto durante la conferenza stampa: il tecnico di Grugliasco vuole andare avanti, ora la palla passa alla società. A breve l'incontro decisivo per capire se andare avanti o meno: senza snaturarsi e con lo stessa filosofia. Come piace al Gasp.
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