Follia Champions. Napoli suicidio, Milan giusto così, Juve per un soffio. Arbitri, adesso scatta la truffa. Monza, che disastro. Lecce, due nomi su cui puntare
CAPITOLO AIA
Da mesi chiediamo al Presidente Gravina di fare una indagine sugli arbitri italiani. Per fortuna la procura federale ci ha pensato prima di noi ma è ancora poco. Pensate: il destino di club miliardari e di calciatori nelle mani di gente che è disposta a truffare anche su rimborsi di poche migliaia di euro. Non è un problema che non intacca il campo, in quanto si tratta di una truffa non calcistica, ma questo fa capire nelle mani di chi siamo. Di arbitri che non si fanno scrupoli per pochi soldi e che non hanno una morale. Immaginate cosa potrebbero fare in campo con un semplice cartellino giallo o cartellino rosso in più o in meno. Attenzione. Questi sono quelli presi con le mani nella marmellata ma le indagini dovrebbero andare ben oltre. Sui vizi, a fine partita, di molti direttori di gara che pretendono servizi extra lusso come autentiche star. Invece dovrebbero passare in secondo piano con un profilo bassissimo. Questi sono gli arbitri italiani. Pasqua e La Penna sono arbitri di prima fascia di serie A che si sono distrutti la carriera a 37 e 38 anni. Follia.
Pensate cosa accade nelle categorie inferiori. Trentalange, lo abbiamo già detto, avrebbe dovuto dare le dimissioni prima di essere eletto. Il mondo Aia ha bisogno di un profondo cambiamento ma soprattutto la FIGC dovrebbe prevedere un organismo che supervisioni il comportamento dell'AIA. Ricordiamo anche un'inchiesta de La Repubblica con il sistema delle promozioni dei fischietti del nostro Paese. Si vada fino in fondo e intervenga anche la Procura della Repubblica perché dove c'è la truffa non è più un compito solo della Procura Federale.
MONZA E LECCE
Finita l'avventura e il sogno di Monza e Lecce che ripartiranno dalla B. Sono due storie diverse. Il Monza ha fatto un autentico bagno di sangue. 26 milioni di passivo a bilancio per un club di serie B è record storico. Un fiume di soldi spesi, scusate buttati, per non arrivare in serie A. Vi fermo prima dei vostri retropensieri: il calcio è strano, ci può stare di non andare in A al primo tentativo. No cari, questo vale per un club normale, può valere per una società che investe ma non raggiunge il traguardo. Il vero problema è che sei obbligato ad andare in A se spendi i soldi del Monza. Neanche attraverso i play off. Devi arrivare primo senza neanche troppi patemi d'animo. Spendere così tanto in B equivale a "falsare" il campionato ma se neanche giocando in 14 contro 11 vinci allora devi ammettere pubblicamente il fallimento del progetto. Galliani ci ha messo cuore e anima. La proprietà tanti soldini. Galliani ha sbagliato i suoi uomini. Brocchi ha certamente le sue responsabilità ma le vere colpe sono di chi ha costruito una squadra di finti fenomeni e tante figurine. Al Monza sono venuti meno calciatori e dirigenti. Un clima surreale e ingestibile. Risultato? Semifinale play off persa e tutto da rifare. Chi parla adesso di Buffon al Monza non ha capito, a quanto pare, gli errori commessi dal Monza. Con quel budget puoi prendere i migliori giocatori di serie B e quelli servono. Non servono ex calciatori di serie A o gente sazia che in campo cammina e in settimana preferisce il tavolo da poker a quello di calcio.
Il Lecce ha deluso ma solo per come si era messa. Il Lecce ricorda l'Empoli. Il Benevento. Risalire l'anno dopo la retrocessione è quasi impossibile. Eppure il Lecce aveva costruito una grande squadra con un giusto mix tra esperti e giovani di grande valore. Sicuramente qualcosa anche Corvino l'ha sbagliata. Pisacane non ha dato quello che in molti si aspettavano, Calderoni non si è ripetuto, Lucioni arrivato a fine corsa. Corvino ha dimostrato, ancora una volta, grande programmazione facendo subito chiarezza per il futuro. Corini ha la grande colpa di aver portato la squadra sfinita nel momento più importante della stagione. Il Lecce è scoppiato sul più bello, dopo una cavalcata stupenda. Le sconfitte con Spal e Cittadella in casa, il pareggio con la Reggina, il ko di Monza sono stati fatali. Troppi punti persi, in maniera banale, al Via Del Mare che senza tifosi sugli spalti perde fascino e cattiveria. Il Lecce per società e piazza avrebbe meritato, più di tutte, la serie A. Il prossimo anno sarà dura, vista la concorrenza, ma Corvino migliorerà ulteriormente la squadra e non dovrà sbagliare l'allenatore. Due nomi, per la B: Bucchi e Baroni. Bucchi è un De Zerbi per intenderci. De Zerbi ha sfruttato l'occasione Sassuolo, Bucchi non ha fatto in tempo. Seguite, però, questo ragionamento. Dietro i successi di Benevento ed Empoli c'è la mano di Bucchi. Chi è arrivato dopo ha vinto agevolmente arrivando primo sfruttando la base creata da Bucchi, al quale non è stata data la continuità che avrebbe meritato. Bucchi è l'allenatore perfetto per Corvino. Dove c'è un dirigente di spessore che copre l'allenatore nei momenti di difficoltà (e ci saranno sempre), Bucchi è l'ideale. Giovane, in cerca di rilancio, conosce le piazze del Sud, preparato, aziendalista e di grande impatto con i calciatori. L'altro è Marco Baroni. In B non ha bisogno di presentazioni. Ha fatto grandi cose a Pescara, Novara e adesso a Reggio Calabria. Profilo diverso da Bucchi ma altrettanto valido. Corvino non cada nel tranello Montella. Il Lecce merita la serie A ma senza ansia.