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...con Stefano AntonelliTUTTO mercato WEB
lunedì 30 marzo 2020, 00:00A tu per tu
di Alessio Alaimo

...con Stefano Antonelli

“Ricominciare per evitare la crisi. No alle ventidue squadre. Impensabile che il Benevento non vada in Serie A. Così cambierà il mercato... No alla sessione tutto l’anno. E gli stipendi...”
Come si riprenderà il calcio dalla crisi derivante dal Coronavirus? “Quando rispondo cerco di dare una risposta anche a me stesso”, dice a TuttoMercatoWeb l’operatore di mercato Stefano Antonelli.

Servirà comunque trovare una soluzione...
“Faccio i complimenti a Gravina che sta gestendo la situazione in modo fantastico sul piano della comunicazione. Lo sta facendo in modo appropriato senza mai illudere nessuno. Ma anche lui, come vedete, una volta si augura di ripartire i primi di maggio, poi dice ‘vediamo come gestire la situazione se non dovessimo ripartire’ e così via. C’è sempre un se. E questo se ha creato ancor più problemi. Leggo chi dice ‘per me il campionato è finito’ e poi vai a vedere che la sua squadra è ultima in classifica”.

Un’ipotesi potrebbe essere prolungare i contratti al 15 luglio.
“Sono un uomo di calcio e vorrei che per tutti fosse utilizzato lo stesso metro di valutazione. Spero che il campionato possa ricominciare. La Pasqua la passeremo ancora in casa, mi auguro che si possa pensare che le squadre tornino ad allenarsi intorno al 20 aprile. Anticipare i tempi è utopia. Non capisco come mai qualcuno facesse delle arringhe per allenarsi subito. Spero in uno scenario che ci riporti in campo intorno al 20 aprile così da avere quindici-venti giorni per riprendere la preparazione pensando di tornare a giocare entro il termine massimo del 16 maggio e credo che nessuno si tirerebbe indietro se gli si chiedesse di giocare ogni tre giorni. Il calciatore sa che se c’è un modo per uscire da un’eventuale crisi economica è ricominciare. Poi occorrerà derogare tutto di una settimana e non sarà un problema. Abbiamo rinviato Europeo e Olimpiadi, possiamo anche prolungare la scadenza dei contratti”.

Il campionato a ventidue squadre un’idea che potrebbe avere un seguito?
“No. Sono anni che si lavora per ristrutturare i campionati per ragioni economiche”.


Se il campionato dovesse invece essere congelato, bisognerebbe trovare una soluzione non soltanto in A ma anche in B, dove il Benevento ha un ampio vantaggio per la promozione.
“Non voglio neanche pensarci. Il Benevento ha fatto qualcosa di straordinario. Auguriamoci tutti e facciamo di tutto per pensare affinché si possa riprendere. Che il Benevento non vada in Serie A non voglio neanche immaginarlo. In Inghilterra il Liverpool ha tantissimi punti di vantaggio e gli verrà assegnato il titolo, probabilmente il campionato verrà cristallizzato e verranno bloccate le retrocessioni: sarà una Premier a ventidue squadre. Abbiamo l’età della ragione, dobbiamo prevedere anche la parte negativa. E nella parte negativa non saprei come gestire questa situazione. La priorità sarebbe fare una classifica, se sarà attraverso i playout e playoff o continuando a giocare il campionato, si vedrà”.

Quali ripercussioni per il calciomercato?
“Saranno importanti. L’azienda calcio rimane sempre una delle principali in Italia e quindi avremo delle ripercussioni importanti. Immagino che si lavorerà, anche se non sarà un mercato roboante. Tutti i calciatori perderanno un po’ di valore, non tecnico ma economico. È inevitabile. Ma sarà sempre un mercato lavorato”.

Mercato aperto fino a dicembre. Si può fare?
“No. Sarebbe meraviglioso per tutti gli operatori del mondo giornalistico però per un dirigente avere il mercato aperto in maniera intera vuol dire che quando perdi o vinci pensi di cambiare i calciatori. Non immagino un mercato costantemente aperto. Se il mercato dovesse ripartire con i giusti crismi, perché dovrebbe stare aperto ad oltranza? La dirigenza prepara campo e mercato, finita una partita se vinci hai tutte le certezze del caso e se perdi cominci a correre per prendere l’attaccante, il terzino e così via. Immaginate tutto il campionato così. Non sarebbe facile. Ma ben venga il mercato aperto dodici mesi purché non ci sia più questa piaga assurda del Coronavirus”.

Sospensione stipendi e riduzione: come la vede?
“Ne abbiamo parlato tanto e ne parleremo ancora. Ognuno propone qualcosa ma non c’è una linea di condotta sicura. Se non accade che ricomincia tutto e un tavolo verificherà le reali perdite non si saprà cosa chiedere ai calciatori. Sicuramente tutti dovremo metterci a disposizione, è l’atteggiamento più giusto. Ma finché questo sistema non riprende è tutto un’ipotesi. Non sappiamo se riprende il campionato. Per me come concetto la riduzione dello stipendio sarebbe giusto, ma oggi il giusto è aleatorio perché non si conoscono le perdite. In linea di massima è corretto, ma nessuno sa le cifre. Comunque che si debba pagare marzo è normale, le squadre hanno finito metà mese e oggi stanno scontando la ferie. Mettiamoci tutti in discussione, i calciatori sono quelli che per primi incidono nei costi, ma vedo tante supposizioni e poca chiarezza”.