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Perin parla col cuore, Spadafora con il c….lo!TUTTO mercato WEB
mercoledì 21 ottobre 2020, 06:00L'Angolo di Calcio2000
di Fabrizio Ponciroli

Perin parla col cuore, Spadafora con il c….lo!

Non ditemi che avete pensato subito male, vero? Mai offenderei, per di più un ministro che, nolente o volente, è il baluardo dello sport italiano. Comunque, direi che la situazione sta un po’ sfuggendo di mano a tutti, parlamentari compresi. Per qualche motivo che ancora mi sfugge, nel nostro adorato Paese, tutti si sentono in dovere di esprimere la propria opinione. Se poi il tema è il calcio professionistico, allora questa impellenza di rendere pubbliche sentenze di ogni tipo diventa irrefrenabile. Sul caos Juventus-Napoli non c’è stato uno che è rimasto in doveroso silenzio. Capisco gli addetti ai lavori, pure i media e anche alcune istituzioni più o meno coinvolte ma tutto il resto è fuori da ogni logica. Ora ci sono due argomenti caldi, ovvero il comportamento di taluni calciatori in materia di regole anti Covid e prevedere se il campionato terminerà o meno. Non siamo tutti santi e non lo saremo mai. Siamo oltre 60 milioni di persone in Italia, ognuno con la sua testa e i suoi pensieri. Credere che tutti si comportino secondo certe regole e impossibile. Inoltre, non è neppure corretto, come si diceva una volta, “fare di tutta l’erba un fascio”. Sembra che i calciatori siano solo dei ragazzini senza testa che non fanno altro che violare i regolamenti. La querelle (stucchevole) tra Cristiano Ronaldo e il ministro di cui sopra è la prova di quanto sia un topic il vivere quotidiano dei calciatori… Io sto con le parole di Perin, ragazzo con valori sinceri: “Non voglio fare polemica, ma ci sono stati attacchi ingiusti. Siamo giocatori, ma siamo persone normali: questa è una malattia subdola, non sai dove la prendi. Andiamo a cena sempre con la mascherina. Non mi sono ritrovato in ciò che è stato detto: ogni tanto bisogna alzare la testa e dire ciò che pensiamo. Ci siamo stufati di essere considerati quelli superficiali. Siamo persone come tutti, affrontiamo le cose con umiltà e dignità". Con queste parole, a Sky Sport, il portiere del Genoa ha difeso la categoria e, lasciatemelo dire, ha fatto bene. Ho parlato con due giocatori di Serie A che conosco bene e, vi posso assicurare, che capiscono la gravità della situazione ma, soprattutto, che sanno di essere sotto la lente d’ingrandimento. Se sbagliano, tutti puntano il dito sul sistema calcio… E, quindi, sono molto più attenti di tanti di noi in materia di regole anti Covid.
Così è complicato vivere, figurarsi giocare a calcio. E veniamo al ministro Spadafora. Non lo invidio, è in una posizione complicata e per nulla semplice. Eppure, io eviterei di rispondere a chiunque voglia un suo parere. Le sue parole pesano sull’opinione pubblica e, soprattutto, lasciano il segno (e a lungo, vedi diatriba con CR7)… “Modello NBA? Quando ci sono stati vari casi nei giorni scorsi ho parlato del protocollo, che prevede già una bolla, ma se società e calciatori non lo rispettano non possiamo farci nulla”, le sue recenti dichiarazioni a La7. No, caro ministro. Non mi sembra il modo migliore per infondere fiducia. Così si insinua il dubbio e, in questo momento di totale buio, non ci serve un’altra vagonata di incertezze… Meglio sottolineare gli sforzi che stanno facendo tutte le società sportive (non solo calcistiche) per fronteggiare il virus, piuttosto che puntare il dito su chi (forse) ha sbagliato. Ci serve la speranza per rialzarci. Noi possiamo fare poco. Il coltello (è questa la parola che avete pensato, giusto?) è nelle mani del ministro. Personalmente voglio continuare a dargli fiducia…