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Inter, è già allarme. Troppi gol presi. Perché Conte ha perso il furore? Manca un regista. Perisic-Kolarov in difficoltà. Eriksen fantasma. Allegri aspetta e scalda i motori. Napoli senza rabbia in Europa. Milan sempre al topTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
venerdì 23 ottobre 2020, 08:00Editoriale
di Enzo Bucchioni

Inter, è già allarme. Troppi gol presi. Perché Conte ha perso il furore? Manca un regista. Perisic-Kolarov in difficoltà. Eriksen fantasma. Allegri aspetta e scalda i motori. Napoli senza rabbia in Europa. Milan sempre al top

Sono sempre convinto che l’Inter abbia tutto per vincere lo scudetto, ma in questo calcio strano, la stranezza più stranezza di tutte in questo inizio stagione è proprio la deludente squadra di Conte. Qualcuno si chiederà dov’è la novità, che l’Inter sia squadra pazza e incostante è ormai consolidato, un pezzo di storia del calcio. Altri potrebbero obiettare che anche la Juventus ha pareggiato addirittura a Crotone, e pure a Roma, con un rendimento tutt’altro che esaltante. Vero, ma questa è un’altra storia. I bianconeri hanno perso parte delle certezze che avevano, hanno cambiato allenatore e stanno cambiando pelle, c’è una squadra da reinventare su basi tattiche nuove e con giocatori giovani da inserire, un po’ di rodaggio era da mettere in conto. L’Inter no, l’Inter doveva ripartire dalle solide certezze d’agosto arricchite dal mercato e invece è tornata dentro un Grande Equivoco. I punti li ha anche fatti, ma tante cose non convincono.

Che succede?

Parto da Conte. Mi sembra un allenatore, ma soprattutto un uomo diverso. E’ come se avesse lasciato una persona e si fosse infilato in un’altra. Ma l’avete presente lo stare in panchina di Conte, i suoi atteggiamenti, la sua carica fisica, ma anche verbale nelle conferenze stampa? Non so se sta attraversando un momento particolare, o forse sbaglio io, ma di quel Conte è rimasto poco, oggi assomiglia sempre più a un lord inglese che al sanguigno allenatore che conoscevamo. Dalle sue parole escono solo buonismo calcistico e comprensione e sinceramente mi sembra strano. Torno allora al famoso vertice estivo che dopo le parole di fuoco, le minacce d’addio, la possibile rottura, alla fine ha regalato pace e sorrisi.

Conte è rimasto all’Inter convinto e felice o è stato ingabbiato da un accordo? Lui non si è dimesso per non perdere due anni di un contratto monstre, l’Inter non l’ha cacciato per non pagarlo e poi dover stipendiare un altro allenatore? Domande che mi faccio in libertà. Domande che vengono spontanee nel vedere Conte, appunto, ma anche una mancanza di felicità complessiva. Se volete anche di energia vitale e trascinante che dovrebbe sgorgare da una squadra che sa di essere pronta per attaccare il potere della Juventus.

Questo è un aspetto, se volete, di psicologia applicata allo sport, ma anche parlando strettamente di calcio giocato, vedo cose che non riesco a spiegare e non mi sembrano figlie di Conte.

L’Inter prende troppi gol, dieci in cinque gare ufficiali, una media di due a partita mentre la fase difensiva nelle squadre contiane è sempre stata maniacale. Fra le cose non risolte, noto in particolare la fascia sinistra con Conte che continua a non intervenire. L’anno scorso Perisic era stato bocciato, non adatto a fare l’esterno a tutta fascia tanto che l’allenatore lo provò seconda punta prima del prestito al Bayern. Quest’anno Perisic torna, continua a non avere nelle sue corde la fase difensiva e nel 3-4-1-2 Conte chi gli mette a proteggergli le spalle? Kolarov che non ha più passo. La Lazio (ma non solo) su quella fascia è stata devastante, anche l’altra sera in Champions la sofferenza è apparsa evidente. Faccio fatica anche a capire la difesa a tre con l’emergenza centrali. In altre situazioni Conte ha cambiato modulo, passando a quattro, anche dentro la stessa partita. Ma pure l’idea di giocare con il trequartista fisso (Eriksen) o mobile (Barella o Vidal) e la marcatura a uomo, mi sembra non dia certezze, ma faccia perdere consistenza al centrocampo e lo allunghi in fase di non possesso. Non c’è un regista da mettere davanti alla difesa per il 3-5-2 classico e questo è vero, ma tornare a Brozovic forse darebbe più certezze, compattezza e protezione. E poi c’è l’equivoco Eriksen. Andava ceduto, lui è sfiduciato e Conte lo fa giocare senza crederci, è evidente. Forse il nostro calcio tattico con gli spazi stretti non fa per lui. C’è un altro aspetto sul quale riflettere: la gestione delle partite. Una gara difficile come quella con il Bayer, una volta passato in vantaggio, devi saperla condurre dove vuoi tu. Devi avere la maturità e la consapevolezza di chiudere gli spazi, rallentare i ritmi, non puoi permetterti errori banali o contropiede.


Tutte cose risolvibili, per carità. Di sicuro le assenze per Covid o infortuni hanno inciso e condizionato, però il furore, la grinta, la voglia, le motivazioni più alte, questa squadra non dovrebbe smarrirle mai. C’è anche un problema di preparazione per questa estate ridotta e la stagione finita più tardi di tutti? Non lo so, possibile. Sta di fatto che questa non è l’Inter che ci aspettavamo, che può e deve lottare su più fronti con energia e personalità. Lukaku è un giocatore dell’Inter ed è stato preso apposta per segnare, ma non potrà risolvere le cose sempre da solo, serve una squadra che cresca in fretta nel gioco d’assieme e soprattutto nell’intensità. Ma ripeto, non cambio idea e la Juve quest’anno avrà il suo bel daffare. Per l’Inter, ma non solo.

Il Napoli ieri sera ha perso in Coppa con l’Az barricata come non mai, a dimostrazione che l’intensità non può mai calare contro nessuno, sono gli scherzi dell’Europa League, ma il gioco s’è visto, la squadra c’è, ha personalità e le risorse tecniche non mancano. Magari non sarà sempre quella vista contro l’Atalanta (troppa grazia), ma ha tutto per restare in zona scudetto e dintorni.

E in corsa entra di diritto anche il Milan che ormai non sorprende più nessuno. Continua a giocare un gran calcio, dentro questo spogliatoio c’è energia e positività, si divertono a giocare e si vede. La mano di Pioli, lo spirito di Ibra anche in Europa. A proposito di personalità e voglia, bene anche la Roma che ha ribaltato il risultato contro gli Young Boys, forse l’avversario più forte del girone.

Tornando però alle stranezze di questo calcio al tempo del Covid, per quanto riguarda le squadre ho detto dell’Inter che ci aspettavamo più avanti e più pronta. Se però mi guardo attorno e vedo Allegri ancora senza panchina dico che questa è la cosa più incredibile di tutte e oggettivamente strana.

In cinque anni di Juve Allegri ha vinto cinque scudetti, undici trofei in totale e nessuno ha bisogno di un allenatore così?

Mi viene il sospetto che lui sappia già dove andare, abbia un accordo in tasca e non aspetti altro che si verifichino le condizioni…Già, ma dove ? Indovina…indovinello…