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Il diavolo Marotta in pasto alla stampa dopo l’addio alla Juve: il solito caso?
martedì 16 ottobre 2018, 18:19Zoom
di Arturo Minervini
per Tuttonapoli.net

Il diavolo Marotta in pasto alla stampa dopo l’addio alla Juve: il solito caso?

(di Arturo Minervini) - Della storia di Dio che non gioca ai dadi col mondo e di non credere troppo alle coincidenze ne abbiamo già parlato diverse volte. Che cos’è, in effetti, una coincidenza? Per il dizionario: “Concorso di fatti o circostanze fortuite”. Ecco, bisogna chiedersi dunque dove finisca la possibilità di credere a questo circuito scandito dal fato e dove inizi, invece, qualcosa di più impegnativo che magari nasconde una premeditazione. Di cosa si parla? Di cose di cui qualcuno non ha voluto parlare, o meglio ha scelto di parlarne meno dopo qualche telefonata con tono imperativo. È il caso Beppe Marotta che bolle in pentola, un polverone pronto a ricoprire le teste del nostro calcio del quale stanno emergendo dettagli sempre più interessanti ed inquietanti.

L’attesa per la puntata di ‘Report’ del 22 ottobre è febbrile, al punto che la trasmissione di Rai 3 rischia di fare ascolti maggiori del SuperBowl. Le prime intercettazioni che sono state pubblicate già delineano un sistema di cui sarà interessante, e la magistratura sarà evidentemente deputata a farlo, delineare i contorni. In attesa di sviluppi su quel tema, lasciano grande amarezza le rivelazioni sulle ingerente di Beppe Marotta nei confronti di alcuni colleghi della Gazzetta dello Sport, indotti a ridurre in maniera drastica un articolo che era partito come inchiesta su presunti legami della dirigenza bianconera con esponenti della tifoseria ‘particolari’. Inchiesta ridotta all’osso dopo il ‘Trattatemi bene altrimenti mi arrabbio’ dell’ex amministratore generale bianconero. Già, EX, è questo forse il passaggio chiave di tutta la questione.

L’addio improvviso e senza particolari motivazioni. "Non sarò più a.d. bianconero. Le nostre strade si separano” diceva un laconico Marotta dopo la vittoria sul Napoli, aprendo ad una serie incontrollata di voci sui motivi della decisione e sui retroscena della stessa. In qualche modo, dopo quel giorno, l’attenzione mediatica si è spostata proprio su Marotta, con tante indiscrezioni e queste nuove intercettazioni che addensano nubi sulla testa del silurato di casa Juventus. La sensazione è che in questo momento Marotta rappresenti l’agnello sacrificale da dare in pasto all’opinione pubblica, il fiero pasto dei media per saziare la voglia di verità e magari proteggere qualcuno di ancor più rilevante. Nella solita macchina del fango Marotta può, forse deve, diventare il diavolo, quello cattivo che è stato tempestivamente allontanato dai vertici bianconeri.

“Senza un giornalismo di regime una dittatura non può sopravvivere”. Oriana Fallaci non è una che gira intorno ai suoi concetti per esprimerli, è diretta, decisa anche a volte meravigliosamente scorretta. Giornalismo e verità, poteri forti e tentativi di ribaltarli: il calcio è un grande stato sociale, con le stesse dinamiche di una nazione autonoma. Innanzitutto per la massa di denaro che muove, per i consensi che sposta, per le scelte che orienta nel quotidiano di milioni di tifosi. Chi cerca di raccontare che non sia così, finge. Chi pensa che sia solo calcio e basta, sbaglia. Il mondo del pallone è una baracca ben più articolata, fatta innanzitutto da essere umani: con le loro virtù ed anche, inevitabilmente, i loro vizi. Analizzare una partita di calcio significa analizzare un fenomeno sociologico ben più vasto di un pallone che rotola. C’è la commistione di una lunga serie di interessi, c’è l’articolazione di una potente massa di poteri preposti a raccontare le cose che accadono ed, in qualche modo, ad indirizzare le opinioni su quel che succede. Guai, dunque, ad abbassare le antenne e le difese. Monitoriamo questa vicenda con l’attenzione che merita, senza permettere a nessuno di bollarla o sminuirla.