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Da Zero a Dieci: ADL investe 700mila euro per motivare Insigne, Hamsik il ‘problema del Napoli’, il ricatto anonimo a Guardiola e la truffa del falso bomber
mercoledì 22 novembre 2017, 10:53Zoom
di Arturo Minervini
per Tuttonapoli.net

Da Zero a Dieci: ADL investe 700mila euro per motivare Insigne, Hamsik il ‘problema del Napoli’, il ricatto anonimo a Guardiola e la truffa del falso bomber

(di Arturo Minervini ) - Zero all’occasione persa da Aurelio De Laurentiis. Politica dei biglietti sicuramente errata, masochismo che prova a creare distanza tra tifosi ed il club. Distanza che bisognerebbe sempre provare a ricucire, con pazienza e con gesti accurati ed amorevoli. È inevitabile che certe gare abbiamo appeal differente rispetto ad altre, servirebbero quindi altre valutazioni nella scelta dei prezzi. Un cappotto non può avere lo stesso prezzo se provi a venderlo il 15 agosto, tutto va contestualizzato al momento storico. 

Uno il cambio prenotato con settimane di anticipo come una vacanza in un posto esotico. Peccato non ci si possa scommettere, perché sarebbero soldi facili. Si alza la lavagnetta, esce sempre il 17. La gestione di Sarri è questa, accanimento terapeutico che rischia di creare inutili fazioni. Per alcuni Hamsik pare essere il ‘problema del Napoli’ (facci fatica anche a scriverla una follia simile). In questo tribunale mediatico Marek viene condannato anche quando non demerita, perché ora il pensiero sono il gol ed il record di Maradona. Pare ci sia gente che a casa non guarda la partita, no. Segue il match con carta e penna e segna quando Hamsik sbaglia un passaggio, quando perde un pallone, quando alza troppo il sopracciglio. Ossessione che non porterà da nessuna parte. Contenti voi…

Due volti sulla stessa faccia. Diawara gioca un primo tempo brutto, pasticciato, confuso e rischioso. Perde palloni che non dovrebbe perdere, regala ripartenze che non dovrebbe regalare. Nella ripresa, evidentemente sottoposto da Sarri ad una bella cara cura di ‘cazziatoni’ memorabili, mette la testa a posto ed i piedi al servizio della squadra. Debolezze di una gioventù ancora acerba, sdoppiamento della personalità che nemmeno Gemini quando incontra Pegasus. 

Tre sberle a Fonseca ed alla sua voglia espressa nelle dichiarazioni della vigilia di venire a ‘Dominare la gara’. Non gli avevano spiegato che al San Paolo non viene a Comandare nemmeno Rovazzi con trattore e le ciabatte, figuriamoci uno Shakhtar che deve ringraziare le amnesie azzurre dell’esordio ed un calendario favorevole. Più che un dominio degli ucraini, è stato un effetto domino: una reazione a catena che alla fine ha finito per schiacciare i poveri ospiti sotto i colpi del Napoli.

Quattro minuti più recupero, giusto il tempo di scolpire sulle mura del match una giocata memorabile. Il doppio tacco di Mario Rui seguito da tunnel all’avversario ha l’effetto di una scossa sul divano quando già ti godevi la vittoria. Raccontano di persone che l’abbiano rivisto in loop, rimanendo ipnotizzati. Una sorta di messaggio subliminale nel cervello: non avrai altro terzino all’infuori di me. Come cresce questo ragazzo (magari non in statura)…

Cinque gare giocate ed una valanga di rimpianti riavvolgendo il nastro che nemmeno Adam Sandler nel film ‘Cambia la tua vita con un click’. Le disattenzioni di Reina in terra ucraina, quella irrefrenabile voglia di fare a cazzotti col City al San Paolo quando si poteva anche pensare di portare a casa un punto, un calendario sciagurato e penalizzante. Nella pellicola di questa Champions azzurra c’è sfortuna ed imprudenza, inesperienza e fatalità. Ora si aspetta un segnale dall’altro che possa ripagarci (vedi il punto successivo).

Sei su sei per il City. Caro Peppino ti scrivo, così mi distraggo un po’ e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò. La partita che verrà, quello con lo Shakhtar, non è come tutte le altre. La tua missione al servizio del Tiki Taka merita uno sforzo ulteriore, una spinta al Sarrismo nell’elite del calcio europeo. Ora noi non vogliamo influenzarti in nessun modo (come la tua compagna che in realtà ha già deciso la tua vita per i prossimi dodici anni), ma dopo tutte le belle parole che hai speso per noi devi sapere che se dovessi andare a fare gita in Ucraina il popolo napoletano avrebbe pensieri per te e per le prossime dodici generazione e che ci suonerebbe il tutto come una grande presa per il… diciamo fondelli. Quindi, caro Peppino, ti chiediamo di incartare questo regalo sotto l’albero, l’ultimo sforzo dopo una grande abbuffata. Come quando ci sei solo tu e la pastiera, il rischio di un’esplosione interna dopo aver macinato più cibo che ossigeno, ma per devozione la mangi fino all’ultima briciola. Dai Pep, poi iniziamo la dieta tutti insieme. Dopo Natale…

Sette…centomila euro. Aurelio De Laurentiis ha deciso di investire la cifra in un motivatore personalizzato per Lorenzo Insigne. Ragazzo svogliato, poco talentuoso, incapace di incidere nelle gare che contano. Così ha chiesto ad un dottore specializzato, tale Giampiero Ventura, di iniziare una terapia estrema. La cura consiste nel convocare il ragazzo in nazionale, facendolo giocare sempre fuori posizione. “Gioco al centro?!”. “Sì Lorenzo!”. La fase conclusiva della terapia avrebbe poi indotto Ventura a tenere in panchina Insigne nella sfida decisiva e farsi cacciare poi dalla panchina della nazionale con ignominia massima con buonuscita da 700mila. Grazie Giampiero per averci restituito un Lorenzo ancora più forte, ancora più incazzato, ancora più decisivo. Come Goku che mangia un fagiolo di Balzar dopo essersi fatto sfracellare di mazzate da Vegeta.

Otto all’uragano biondo che torna a far impazzire il mondo. Due gol in quattro giorni e quella ventata di freschezza che ti pervade quando bevi un bicchiere d’acqua ghiacciato mentre mastichi una caramella con i pinguini dentro. È l’effetto Piotr, che ad un certo punto trova le chiavi del fuoristrada e mette in moto le quattro ruote motrici. Sbaglia un gol fatto, ma è già un segnale. Sul campo lascia le tracce sul terreno, al punto che Mel Gibson pensa di dover girare il sequel di ‘Sign’. Non si tratta però di presenze aliene al San Paolo, ma di una scavatrice polacca che fa il solco nell’erba quando affonda con potenza la falcata creando strappi che lasciano lo Shakhtar sui pedali. Scalatore di montagna Zielinski, con il talento cristallino per poter andare in fuga e tagliare da solo il traguardo a braccia alzate. 

Nove a chi sembra non aver fatto altro nella vita. Si abbassa e crea spazi, si allarga ed imbuca verso l’area per i compagni, svetta di testa in area (era solo ma lasciateci sognare per qualche secondo) per insaccare la terza spada nel torace avversario. Dries è un meraviglioso errore di programmazione, un Deja vu in Matrix, realtà parallela che gli ha fatto credere per 29 anni di essere un esterno. Cospiratori maledetti, prima dell’arrivo dell’eletto ‘Neo’ Sarri che gli ha aperto finalmente gli occhi sulla propria natura. Mertens non è un Nove falso da mercato della Maddalena. Mertens è stato un falso esterno, che si è rivelato poi al mondo come un quadro di Leonardo abbandonato in una cantina per troppo tempo. Un capolavoro in movimento. 

Dieci alla travolgente emozione di un attimo che ruba l’eterno. È uno scacco matto in tre mosse quello di Lorenzo. Salta il primo avversario e nel petto l’afflusso di sangue diventa irregolare. Salta il secondo e la camicia rischia di sparare i bottoni come fossero proiettili ad altezza cuore. Alza la testa e ti fa salire su un tappeto volante, mentre con lo sguardo focalizza il suo unico obiettivo. Arriva l’embolia definitiva quando con il destro indirizza la sfera in una strada dove si incrociano sogno e realtà. Il battito è incontrollabile, la salivazione è azzerata che nemmeno Fantozzi. Le mani cercano la custodia degli occhi, per certificare la veridicità dell’accaduto. La testa si muove nei dintorni per cercare testimoni che possano accertare il fatto. È tutto vero. È tutto meravigliosamente vero. Un banale 0-0 che all’improvvisa diventa ricordo da tramandare ai posteri. È l’affresco a cielo aperto che condivide con gli astri che illuminano il San Paolo bellezza e luminosità. È una scarica di Insigne, sostanza che crea una piacevolissima dipendenza.