Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / napoli / Le Interviste
Platini smentisce i cattivi rapporti con Maradona: "Mai stati nemici, solo diversi"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 27 novembre 2020, 20:00Le Interviste
di Redazione Tutto Napoli.net
per Tuttonapoli.net

Platini smentisce i cattivi rapporti con Maradona: "Mai stati nemici, solo diversi"

Intervistato da La Repubblica l'ex campione francese Michele Platini ha ricordato ancora una volta Diego Armando Maradona

Intervistato da La Repubblica l'ex campione francese Michele Platini ha ricordato ancora una volta Diego Armando Maradona parlando delle differenze che l' hanno sempre separati: “Non siamo mai stati nemici, ma venivamo da esperienze, famiglie, paesi e passioni diverse. La nostra educazione, la nostra crescita è andata per strade che non si incrociavano. Lui veniva dall’Argentina dove il pallone è antico, ancestrale, viscerale, un modo di vivere del popolo. Lì il calcio è primordiale, è un graffito delle caverne, è un tatuaggio sulla pelle. Io sono nato in Francia dove la gente se ne fregava del pallone, e non credeva che quello del calciatore potesse essere un lavoro.

- continua Platini – Diego è stato eccessivo, ma raramente ha sbagliato gioco. In campo è stato magnifico e magico, sul resto della sua vita non mi permetto di entrare. Non avrei mai potuto vivere come lui, con cento persone sempre addosso, ma del resto a lui la mia vita discreta sarebbe sembrata troppo vuota. Quando sono arrivato a Torino la Juve aveva 20 Scudetti, quando lui è arrivato il Napoli ne aveva zero. La geografia dei risultati conta e lui non solo ha vinto, ma è stato aggregatore, è riuscito a far capire che bisognava far crescere la società”.