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Pallotta e la morte di Ciro Esposito: "Piccolo gruppo di idioti danneggiava tutta Roma"TUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
lunedì 5 aprile 2021, 15:30Le Interviste
di Redazione Tutto Napoli.net
per Tuttonapoli.net

Pallotta e la morte di Ciro Esposito: "Piccolo gruppo di idioti danneggiava tutta Roma"

James Pallotta, ex presidente della Roma, è stato intervistato da The Athletic per ripercorrere la sua avventura in giallorosso tra gioie e dolori.

James Pallotta, ex presidente della Roma, è stato intervistato da The Athletic per ripercorrere la sua avventura in giallorosso tra gioie e dolori. Queste le sue colorite dichiarazioni, raccolte da VoceGiallorossa.it: "La mia frustrazione è che i tifosi ricevevano messaggi misti da radio e giornali, che erano semplicemente falsi. Dicevano che volevo costruire lo stadio per fare soldi solo per me stesso. Avevamo strutturato la holding per avere la squadra da una parte e lo stadio dall’altra, dovevamo farlo per evitare una possibile bancarotta nel caso in cui succedesse qualcosa. Tutto quello che pensavamo di fare per lo stadio sarebbe stato un benefit per la squadra, al 100%. Avrei potuto passare le mie giornate a smentire la m***a che usciva, praticamente tutti i giorni".

Sul caso Ciro Esposito. "Feci un’intervista e dissi che avrei voluto che fosse tradotta perfettamente, perché so che a volte ci sono problemi con le traduzioni. Dissi che c’era un piccolo gruppo di fucking idiots - queste esatte parole - che danneggiavano tutti i tifosi della Roma e che era una cosa triste. E questo fu il caso".

Su Monchi. "Ci incontrammo a Londra diverse volte. Il primo incontro fu con Franco Baldini: nella sua shortlist Monchi non c’era. Mi prendo tutta la colpa di essermi fottuto da solo. Ünder e Kolarov sono stati buoni acquisti, ma ci sono stati errori costosi. Io ero un buon trader perché facevo le cose con la mia testa, anche se i miei analisti dicevano qualcosa di diverso. Ho commesso alcuni errori ma l’obiettivo è fare bene più di quanto fai male. Ma dovevo fidarmi. Sono rimasto a guardare e fu un errore. Non accettava aiuti esterni, dopo un mese era chiarissimo. Sentiva di dover dimostrare che era Monchi, che non avrebbe ascoltato nessuno o considerato i nostri dati. Niente. Zero. L’altro errore che ho fatto è che avrei dovuto realizzare che si chiama da solo Monchi… È come chiamarsi da soli Madonna. Doveva essere un allarme. Piano B? Non puoi avere un piano B se non hai un piano A. E non penso che avesse un piano A".

Su Zaniolo. "Il 100% del merito va a Baldini. Franco chiamò l’Inter e disse loro che non avremmo ceduto Nainggolan se non in cambio di Zaniolo. Monchi chiese chi fosse"