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tmw / napoli / Le Interviste
Gregucci su Scamacca: "Le qualità non si discutono, ma per Napoli ha bisogno di tempo"TUTTO mercato WEB
© foto di Paolo Baratto/Grigionline.com
mercoledì 18 maggio 2022, 19:20Le Interviste
di Redazione Tutto Napoli.net
per Tuttonapoli.net

Gregucci su Scamacca: "Le qualità non si discutono, ma per Napoli ha bisogno di tempo"

"Se Scamacca prende l'eredità di Osimhen, bisogna dargli la possibilità di adattarsi".

A '1 Football Club' su 1 Station Radio, è intervenuto Angelo Gregucci, ex allenatore dell’Inter. 

Ultima giornata di campionato con lo scontro Scudetto: quale è la tua previsione? "Io mi baso sulle verità oggettive, non sulle previsioni. Se avverrà tutto ciò bisognerà fare i complimenti al Milan. È programmazione, non il titolo perché ne ha tanti già. Con Berlusconi volevano diventare i più titolati al mondo e sono stati allo stesso livello del Real Madrid per anni. Il Milan ha due risultati su tre: evviva la programmazione, la stabilità, complimenti a Maldini e Massara, poi Pioli ed il suo staff. Il Milan costa meno di tante società, ha avuto la barra dritta, ha avuto una visione limpida. C'è ancora speranza per pensare ad un calcio qualitativo, con gente competente. Forse questo ci farà bene, come movimento". 

Il primo posto del Milan è stato meritato per tutto il campionato? "Eh sì, con un plus. Si vince in tanti modi nel calcio: bisogna chiedere al Sassuolo che non ha mai vinto per esempio. Ha avuto un raddoppiamento del valore della rosa. De Zerbi ha avuto una visione della squadra portando Scamacca e valorizzando questo calciatore. Ha fatto giocare Caputo fino alla matematica acquisizione della salvezza e poi hanno lanciato Raspadori. Non è un caso, tutti insieme si sarebbero impallati. C'è stata poi la vittoria dell'Europeo dove quattro giocatori erano del Sassuolo: i dirigenti del Sassuolo hanno passato sul divano un'estate fantastica. Bisogna vincere dei titoli, ma queste sono genialate del calcio. Il valore di quella rosa è fantastico, poi se era una visione di De Zerbi o Carnevali non lo so. Io sono lì ad analizzare la verità oggettiva, è diverso dagli opinionisti. Il Milan di Leao, Theo Hernandez, Tomori, è una visione di chi li ha condotti a Milano. L'allenatore è andato verso una visione comprensibile che li ha esaltati, i quali sono stati schierati in campo in maniera organizzata, dove la vittoria di corto muso forse non funziona". 

Gianluca Scamacca è un ipotesi per un post-Osimhen: come lo vedi sotto l'ombra del Vesuvio? "Bene, al netto dell'ombra del Vesuvio che si deve prendere delle responsabilità. Devi avere un terreno fertile per la tua crescita, materiale umano che possa garantire un apporto. Se Scamacca prende l'eredità di Osimhen, bisogna dargli la possibilità di adattarsi, perché le qualità non si discutono". 

Luciano Spalletti, come si fa a riuscire le giuste motivazioni per portare avanti un progetto? "Non sono concetti che mi riguardano, se uno vuole vivere in un albergo o sul Vesuvio. Io vedo quello che lui porta alla squadra, mi interessa questo. Sono tutte manifestazioni strumentali per me, perché vive lontano dagli affetti o in albergo, è una sua scelta". 

Possiamo dire che la sua stagione sia stata sufficiente? "Sufficiente? Era buona. Poi si è inceppata perché quella squadra aveva i requisiti tecnici per lottare fino in fondo. Il gruppo squadra è composto da ottimi giocatori, ma Napoli è una piazza complicatissima a livello mediatico. Ultimamente ha sempre fatto bene, ciccando solo l'anno scorso, suicidandosi l'ultima domenica con la mancata qualificazione in Champions. Non bisognerebbe mettere in discussione le componenti fondamentali. Sarebbe necessaria più compattezza nei momenti difficili, perché se non avesse perso quelle cinque partite in casa, sarebbe stata lì in vetta con Inter e Milan. L'addio di Insigne è traumatico, Zielinski e Fabian Ruiz sono chiamati a sostenere un'eredità pesante. Mertens a Napoli si chiama Ciro, è faticoso vederlo in giro per il mondo. Stiamo parlando di un senso di appartenenza veramente intenso, bisogna ricrearlo insieme alla compattezza delle componenti, le quali vengono messe in discussioni ogni anno. Serve stabilità, un progetto solido, messo in discussione anche quello. Al Milan si parlava di Rangnick ma poi hanno scelto di andare avanti con lo stesso programma".