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Guido Clemente di San Luca a TN: "La vil moneta e la verità"
lunedì 13 giugno 2022, 20:10Esclusive
di Redazione Tutto Napoli.net
per Tuttonapoli.net

Guido Clemente di San Luca a TN: "La vil moneta e la verità"

Guido Clemente di San Luca, Ordinario di Diritto Amministrativo all'Università della Campania Luigi Vanvitelli, ha espresso per Tuttonapoli alcune considerazioni sulla situazione in casa Napoli.

Guido Clemente di San Luca, Ordinario di Diritto Amministrativo all'Università della Campania Luigi Vanvitelli, ha espresso per Tuttonapoli alcune considerazioni sulla situazione in casa Napoli.

"È certamente presto per esprimere giudizi sulla campagna acquisti. Siamo ancora agli inizi. Però è possibile raccogliere le sensazioni sulla forma e la direzione che sta assumendo, sensazioni che, nel maturarsi giorno dopo giorno, si avvertono piuttosto diffuse in città. Non è superfluo, forse, premettere che le cifre che si leggono e sentono in giro, ed il mercimonio di cui sono spia, generano sdegno e persino esecrazione. Il sistema nel suo complesso appare definitivamente meritevole di biasimo e deplorazione. Veramente è fortissima la tentazione di concludere: «Sapete che c’è? Andate tutti a farvi friggere! Meglio dedicarsi ad altro! D’ora in poi solo calcio amatoriale!».

Poi, come sempre, subiamo il ricatto della passione. «Prufesso’, chi c’accattamm’? ’O ver’ se ne vann’ pur’ Mertens e Koulibaly?». E ti lasci risucchiare di nuovo nel vortice. Ma conservi il dubbio se rifare l’abbonamento. E pure di disdettare quello a Dazn, che – oltre ad offrire un servizio tecnicamente modesto – impunemente raddoppia il costo ed esclude la possibilità di usufruirne per più di due familiari al di fuori della medesima linea Wi-Fi. Vergognoso!

E allora – messi da parte disprezzo e riprovazione – ti ritrovi comunque a cercare di capire cosa sta facendo il tuo Napoli. Quella cosa azzurra che senti sempre intimamente tua, perché ti rappresenta, insieme alla tua gente. Ebbene, s’è capito che è necessario abbassare il monte ingaggi (per ciò si è dovuto perdere il capitano). Tuttavia abbiamo letto che – calcolando le uscite nell’insieme – è ormai calato da 115 a 80 ml, e perciò «i conti del club sono tornati a respirare». Visto che «il taglio ormai c’e stato», quindi, non sarebbe indispensabile cedere Koulibaly.

Ebbene, è forte il desiderio di comprendere la logica della linea che si seguirà, e la sua coerenza. Quali sono gli obiettivi. Si punta a battersi per lo scudetto? Se è così, non si può immaginare di scegliere la, pur commendevole, «prospettiva dei giovani». Si vuole, invece, restare fedeli ad un virtuoso (e in teoria anche condivisibile) rigore finanziario, e fare un anno di ridimensionamento? Se è così, lo si deve dichiarare senza infingimenti. Ce ne faremo una ragione.

Detto questo, misuriamo la coerenza (che si segua l’una o l’altra linea) ragionando sui due giocatori più rappresentativi per forza e per capacità simbolica. Ove l’obiettivo sia battersi ancora per il titolo, tenere Mertens e Koulibaly appare indispensabile, sia sotto il profilo tecnico, sia sotto quello emotivo/psicologico/caratteriale. Se è vero che i costi sono già stati sensibilmente ridotti, col ‘Comandante’ puoi anche andare a scadenza nel 2023. Così come puoi accettare la richiesta dei legali di ‘Ciro’, che è assai meno esosa e costosa di quanto gran parte della stampa fa apparire.

I napoletani sanno far di calcolo. Chiedere un ingaggio di circa 2,4 ml netti (di fatto la metà di quanto prendeva fino a oggi), per uno del valore di Dries, non solo non è affatto scandaloso, ma è anche perfettamente dentro la soglia del parametro fissato dalla società (3,5). Sì, i guadagni dei calciatori sono immorali, e noi continuiamo a seguire solo perché soggiaciamo al ricatto d’amore. Ma non perdiamo, solo per ciò, la dote del discernimento. Non sfugge che, ovviamente, il costo del cartellino è altra cosa, così come i bonus e le commissioni agli agenti. A parità d’ingaggio (più o meno), mentre il costo del cartellino di Deulofeu sarebbe di 20 ml (e anche per lui, naturalmente, si pagherebbero bonus e commissioni), quello di Dries di appena 1,6. Non v’è paragone.

In un consistente numero di commenti, però, stampa e opinionisti rispolverano il moralismo [«I calciatori non possono pensare di vivere lontani dalla realtà quotidiana»; dovrebbero «calarsi in questo nuovo calcio post-pandemia con cifre diverse»; «Mertens è ricchissimo; è sul viale del tramonto; ha 35 anni. Avendo guadagnato già una trentina di milioni, se veramente ama Napoli e i napoletani, resti a Palazzo Donn’Anna, accontentandosi del più che adeguato ingaggio offertogli. Se chiede 4 ml, più i premi e le commissioni agli agenti, dov’è l’attaccamento alla maglia?»]. E così esprimendosi operano da fidati alfieri di AdL.

Dunque, facciamo i conti soppesando pro e contro. Abbiamo da una parte lo spagnolo – che ha 28 anni (solo l’ultimo dei quali giocato ad alto livello), un costo di 20 + bonus e commissioni, e un ingaggio intorno ai 2,5. Dall’altra il belga napoletano – che ha 35 anni (9 dei quali giocati ad altissimo livello, ed è ancora più che integro), un costo di 1,6 + bonus e commissioni, e un ingaggio intorno ai 2,5. Senza contare la leadership tecnica e morale, e l’indiscutibile attitudine ad identificarsi nel popolo azzurro. Ad uno come ‘Ciro’ (che è ancora fortissimo ed è un vero simbolo), dentro il tetto, devi offrire il massimo possibile. Anche se la linea fosse quella del ridimensionamento.

Altrimenti devi spiegare perché sei disposto a dare ad altri gli stessi soldi. AdL ha tutto il diritto (e il potere) di preferire Deulofeu, o anche Bernardeschi. Ma lo deve dire a chiare lettere, assumendosi la relativa responsabilità ‘politica’. Diventa veramente indifendibile se – spalleggiato e sorretto da una stampa complice – contrabbanda per ‘finanziarie’ scelte che sono esclusivamente tecniche. O di puntigliosa rivalsa. Perché proprio non riusciamo a liberarci da un retro-pensiero: che ancora si covi una rabbia stizzosa per il cd. ‘ammutinamento’ (che – diciamo la verità – non fu poi così ingiustificabile!).

A coltivare rabbia, però, non si genera empatia. Ci si dovrà pur interrogare sul perché quasi tutti i calciatori finiscano per andare a scadenza, senza voler rinnovare. Se arrivi alla fine, senza aver discusso per tempo i rinnovi, vuol dire che il clima non è sereno. Ne sono ulteriore conferma le insofferenze di due ‘tranquilli’ come Politano e Demme. Si alimenta il sospetto che sia stata scelta una strategia: provocare la rottura, puntando a delegittimare (dopo Lorenzo) anche Dries. Aver messo in pubblico i numeri nel bel mezzo della trattativa ne è indizio non irrilevante.

Insomma, la gente si fa un sacco di domande. AdL farebbe meglio a capire che col suo modo di fare sta minando il terreno. Corre seriamente il rischio di prosciugare definitivamente l’amore. È ancora in tempo per virare su una direzione più ‘romantica’. Bisognerebbe persuaderlo che non è lui a rappresentare la maglia. Questa, nell’immaginario collettivo, è impersonata da alcune figure le quali – per quanto siano, insieme all’intero mondo di cui fan parte, discutibili – andrebbero considerati punti fermi. Continuando a percorrere questa strada, finirà per annientare definitivamente la passione. A tutti è chiaro, infatti, che non si può considerare vile solo la moneta altrui".