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Per quest'anno non cambiare, stessa spiaggia stesso MancioTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 5 giugno 2019, 08:00Serie A
di Andrea Losapio

Per quest'anno non cambiare, stessa spiaggia stesso Mancio

Un anno fa Roberto Mancini si presentava con una vittoria, contro l'Arabia Saudita, una sconfitta, contro la Francia che sarebbe poi diventata Campione del Mondo, poi con un pareggio, contro un'Olanda non qualificata al Mondiale ma che ripartiva dalle proprie ceneri, stile Araba Fenice. A settembre anche peggio, con il pareggio di Bologna contro la Polonia, la sconfitta contro il Portogallo a Lisbona. Nessuno si sarebbe potuto aspettare un cambio di rotta subito dopo, contro l'Ucraina nella sfida di Genova, di quel 4-3-3 senza centravanti che poi è diventato un must, al di là dei gol di Quagliarella o di Pavoletti.

Stessa spiaggia stesso Mancio - Così, se è vero che la convocazione di Zaniolo è arrivata in anticipo sullo stupore di tutti, dall'altra parte Mancini non ha mai cambiato - e non sta cambiando - la propria Nazionale. Pure contro il Bologna Primavera, di fatto, ha tentato di far coesistere un centravanti - prima Pavoletti, poi Belotti, dopo Immobile, infine Quagliarella - senza però trovare la reale quadratura del cerchio. Tanto che il lunedì l'idea era quella di provare, e confermare, Bernardeschi centravanti, con Chiesa e Insigne, nel 4-3-3 che ha dato più garanzie di tutti.


Dubbio Emerson Palmieri - Così la formazione dovrebbe essere la solita, dall'uno all'undici, con una piccola discussione - e punto interrogativo - sul numero tre, il terzino sinistro. Perché Biraghi non ha dimostrato l'eccellente condizione che lo ha portato a divenire il titolare azzurro, mentre Emerson Palmieri, titolare nella finale di Europa League del Chelsea, a parte la doppietta (poco indicativa) ha palesato gamba e forza da poter fare la differenza. Per il resto la cantilena è la solita, da Bonucci a Florenzi, passando per Barella o Verratti. Non ci sarà Donnarumma, titolare indiscusso: ma Sirigu, al di là di tutto, merita la sua occasione.