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Napoli, multe e rotture. Avv. Rombolà: "La ragione è con ADL"
Multe, ricorsi, rotture, addii. Il Napoli è una polveriera e quello relativo alla spaccatura tra spogliatoio e società è un caso nuovo per il calcio italiano. Ai giocatori sono arrivate le raccomandate per le multe da pagare. Per chiarirsi le idee sulla questione spinosa, Tuttomercatoweb.com ha sentito uno dei maggiori esperti di diritto sportivo in Italia, l'avvocato Carlo Rombolà. "Come ormai arcinoto, la questione verte essenzialmente sulle conseguenze del rifiuto dei giocatori partenopei di ottemperare alla decisione del Club di portare tutti in ritiro. A questo proposito, premesso che, come noto, i calciatori sono dipendenti della società sportiva presso cui giocano, come tali restano obbligati ad adempiere a una serie di obblighi di natura essenzialmente sportiva".
Andare in ritiro può annoverarsi fra gli obblighi del calciatore?
"La risposta è senza dubbio affermativa, poiché trattasi, giuridicamente, di istruzioni tecniche, a cui gli atleti sono obbligati a ottemperare. Le regole, dunque, parlano chiaro: la ragione è dalla parte del Presidente De Laurentiis.
Cosa può accadere adesso?
"Adesso, immagino che le famose raccomandate con cui la Società dovrà notificare ai calciatori le eventuali sanzioni – che, ex art. 11.1 dell’Accordo Collettivo tra F.I.G.C., L.N.P. A e A.I.C., non possono superare il 5 % dello stipendio mensile fisso, a meno di grave inadempimento (art. 11.3), caso in cui si può arrivare anche al 25 % della retribuzione mensile lorda – siano già pervenute a conoscenza degli atleti, i quali, a loro volta, avranno un termine di cinque giorni per presentare le proprie difese.
Cosa possono impugnare i calciatori, ora?
"Fermo restando che i calciatori possono impugnare il provvedimento della Società di fronte al Collegio Arbitrale, con ricorso da presentarsi entro il termine perentorio di 15 giorni dall’avvenuto ricevimento della comunicazione della sanzione.
Il tutto, a meno di “riavvicinamenti” e/o trattative fra le parti in causa, che, al momento, non paiono potersi prospettare".
Andare in ritiro può annoverarsi fra gli obblighi del calciatore?
"La risposta è senza dubbio affermativa, poiché trattasi, giuridicamente, di istruzioni tecniche, a cui gli atleti sono obbligati a ottemperare. Le regole, dunque, parlano chiaro: la ragione è dalla parte del Presidente De Laurentiis.
Cosa può accadere adesso?
"Adesso, immagino che le famose raccomandate con cui la Società dovrà notificare ai calciatori le eventuali sanzioni – che, ex art. 11.1 dell’Accordo Collettivo tra F.I.G.C., L.N.P. A e A.I.C., non possono superare il 5 % dello stipendio mensile fisso, a meno di grave inadempimento (art. 11.3), caso in cui si può arrivare anche al 25 % della retribuzione mensile lorda – siano già pervenute a conoscenza degli atleti, i quali, a loro volta, avranno un termine di cinque giorni per presentare le proprie difese.
Cosa possono impugnare i calciatori, ora?
"Fermo restando che i calciatori possono impugnare il provvedimento della Società di fronte al Collegio Arbitrale, con ricorso da presentarsi entro il termine perentorio di 15 giorni dall’avvenuto ricevimento della comunicazione della sanzione.
Il tutto, a meno di “riavvicinamenti” e/o trattative fra le parti in causa, che, al momento, non paiono potersi prospettare".
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