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I playoff non possono essere una scorciatoia per interrompere il noioso monopolio della JuveTUTTO mercato WEB
© foto di Alessandro Garofalo/Image Sport
mercoledì 29 luglio 2020, 13:15Il corsivo
di Ivan Cardia

I playoff non possono essere una scorciatoia per interrompere il noioso monopolio della Juve

"Con la FIGC lavoriamo ai play off per spezzare il dominio della Juve". Frasi al telefono, nel corso di una presentazione. Non rilasciate in un'intervista, ma pur sempre pesanti. Sono quelle pronunciate ieri sera da Aurelio De Laurentiis, patron del Napoli. Fanno discutere e stonano non poco col concetto di sportività.

I playoff come piano B. Non entriamo nel merito dei programmi della FIGC, che mettono in cantiere un'alternativa alla soluzione principale. Viviamo in tempi di emergenza, e si possono prendere in considerazione delle alternative: non sappiamo in che condizioni saremo a dicembre, progettare un potenziale snellimento del campionato è per certi versi inevitabile.

Il dominio Juve è noioso. Da nove anni a questa parte, tremila giorni e rotti, la Serie A è monopolizzata dai bianconeri. Un ciclo d'oro che non ha paragoni non soltanto nel calcio italiano, ma addirittura in quello dei grandi campionati europei. E che, questo sì, è diventato abbastanza noioso e prevedibile. Anche perché non si tratta soltanto di chi finisce al primo posto: in almeno sei di queste nove stagioni, la Vecchia Signora ha stravinto, senza uno straccio di avversaria credibile. E anche quest'anno, alla fine dei conti, nessuna è riuscita a insidiare un risultato già scritto, per l'ennesima volta. Se non c'è competizione, alla lunga ci perdono tutti un po' di fascino e di brio. Anche la Juve: scrive la storia, vero. Ma anche ai vincitori servirebbe un vinto all'altezza, di tanto in tanto.


Il format non è la soluzione. Anzitutto, perché non è scritto da nessuna parte che i playoff non li vincerebbe comunque la squadra oggi di Sarri. Il distacco accumulato in questi nove anni rispetto alla concorrenza è siderale: il Napoli è la squadra più vicina al passo della Juventus e ha comunque sul groppone 133 punti in meno. Sono quelli che si fanno in due stagioni di alto livello, o in una e mezza da scudetto. Azzerare questo ritardo accorciando il campionato, per definizione la competizione che premia chi sa essere più bravo sulla lunga distanza, o rimettendo in discussione il primo posto con i playoff, non sembra una grandissima soluzione.

Non solo punti. In questi nove anni, la Vecchia Signora ha messo tanto altro fra sé e il resto della concorrenza. Mica solo roba di classifica. Questione di fatturato: nei dieci anni di presidenza Agnelli, quello della Juve è salito del 261%. Per restare al Napoli, la crescita è stata di poco superiore al 100%: un bel risultato, ma niente di paragonabile. Allargando il quadro, l'Inter ha ottenuto più o meno lo stesso risultato degli azzurri in termini di crescita: Madama è stato persino spregiudicata in questi progressi, ma nessuno le si avvicina anche da questo punto di vista. E la distanza finanziaria si riversa in campo. Anche perché la dimensione economica va a braccetto con l'exploit internazionale a livello di immagine, con l'annosa questione stadio, con una gestione societaria che non ha paragoni nel panorama nazionale.

Rendere il sistema più competitivo. Pensare di rimettere tutto questo in discussione con una rivisitazione del format, peraltro sgradita a diversi club, è un approccio che sembra fin troppo semplice: vincono sempre loro, e allora cambiamo le regole del gioco. Altro discorso è invece pensare di rendere più competitivo per tutti il sistema. Per esempio, avvicinarsi sempre di più al modello Premier League nella redistribuzione dei diritti TV: è un esempio che l'Italia sta provando a seguire, ma di strada da fare ce n'è ancora parecchia. Poi, ancora, gli stadi: un'arma che la Juve ha sfruttato mentre le altre ancora arrancano. A costo di ripetersi: i playoff come piano B possono anche essere un'idea valida. Per il calcio ai tempi del Covid, non per smontare l'egemonia della Juve. Gli ingredienti del successo bianconero sono molteplici, in teoria li hanno tutti a disposizione (Agnelli partiva da due settimi posti consecutivi) e nessuno è riuscito a metterli insieme allo stesso modo: cercare scorciatoie per superarlo può essere davvero la soluzione?