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Minoliti sulla Gazzetta: "Inter, era fondamentale ripartire subito. Juve, Allegri non fa i miracoli"
Il giornalista Nino Minoliti, all'interno de La Gazzetta dello Sport, ha come sempre analizzato le gare di Serie A. Questi alcuni estratti del suo commento: "In un campionato dove le prime due della classe, Milan e Napoli [...] stanno tenendo un ritmo infernale, diventa fondamentale non perdere punti con le medio-piccole [...]. Operazione perfettamente riuscita all’Inter, tornata alla vittoria grazie a uno dei suoi veterani, quel Danilo D’Ambrosio che si è sempre fatto trovare pronto quando i vari allenatori succedutisi nella panchina nerazzurra [...] lo hanno chiamato all’opera, e a uno degli emergenti, l’altro terzino Federico Dimarco. [...] Non è stata una partita memorabile, ma per l’Inter era fondamentale ritrovare subito i tre punti per liberarsi immediatamente delle scorie psicologiche lasciate dall’agro pareggio con la Juventus, e la missione è stata compiuta. Come, per restare alle “sette sorelle”, l’hanno portata a termine la Roma [...]; l’Atalanta [...[ e la Lazio [...]. Chi invece nelle trappole del turno infrasettimanale ci è finita in modo rovinoso è stata la Juve, che faticosamente, ma con una certa costanza, stava cercando di risalire la corrente dopo il disastroso avvio di stagione [...]. La sconfitta contro il bel Sassuolo di Alessio Dionisi [...] invita a due valutazioni. La prima è di carattere, diciamo così, strutturale: [...] l’attuale Juve di Allegri è quella qualitativamente inferiore rispetto a tutte le precedenti [...]. Non è per fornire un alibi al Max nazionale, non ne ha bisogno, ma non si può scordare come a una ventina di minuti dalla fine dell’ultimo campionato la Juve fosse quinta e fuori dalla Champions e che rispetto ad allora adesso c’è un Cristiano Ronaldo in meno e, con tutto il rispetto, solo un Manuel Locatelli, un Moise Kean e un Kaio Jorge in più. La seconda [...] dice che in questo momento ci sono nove squadre che hanno segnato più della Juventus e sei che hanno preso meno gol. Con questi numeri, più che su clamorose rimonte-scudetto, è meglio ricalibrare gli obiettivi verso il raggiungimento e l’eventuale consolidamento della zona Champions [...]. D’accordo che Allegri ci ha abituato in passato ai giochi di prestigio, ma non ci risulta che nel suo pur vasto repertorio siano entrati anche i miracoli".
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