Perinetti: "Il mio libro per un messaggio di speranza. Io, il Palermo e ora l'Athletic..."
Quello che non ho visto arrivare è il libro di Giorgio Perinetti realizzato insieme a Michele Pennetti per ricordare sua figlia Emanuela, morta a causa dell'anoressia il 29 novembre 2023. L'opera dell'ex direttore sportivo di - tra le altre - Roma, Napoli, Palermo, Siena, Bari e Avellino e oggi direttore generale dell'Athletic Palermo ( società che si è affacciata quest'anno al mondo della Serie D e ha scelto di affidargli le chiavi del progetto) punta a sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema dei disturbi alimentari, con l'idea che possa anche essere d'aiuto a chi è ancora in tempo per farcela e rialzarsi. Perché dall'anoressia si può anche guarire.
TuttoMercatoWeb.com ha incontrato Perinetti un martedì mattina soleggiato al Molo Trapezoidale di Palermo. Il dirigente romano parla di calcio, ma anche e soprattutto della figlia e del libro che in queste settimane girerà l'Italia tra varie presentazioni.
Perinetti, partiamo da Emanuela...
"Una ragazza nata a Palermo che s'è fatta strada nel mondo universitario e poi con una serie di esperienze fino alla Corea per aggiornamenti professionali. Aveva intrapreso la sua carriera di manager collaborando con suoi idoli del passato come Del Piero. Era una ragazza molto aperta, che ha avuto successo nella carriera e nella vita e questo stride con quanto accaduto. Tutti la ricordano con grande piacere ed affetto e lo testimoniano le varie iniziative che sono state fatte fin adesso".
Cosa è Quello che non ha visto arrivare?
"I segnali di disagio che un genitore non riesce a capire e comprendere, complice anche da aver perso anche mia moglie che era il tramite nei rapporti con lei e con Chiara ( l'altra figlia, ndr)".
Oggi il tema dell'anoressia è assai diffuso...
"Dopo la pandemia questi disagi si sono estesi. È una problema che va affrontato con delicatezza e decisione. Nel libro ho cercato di contrastare questi disturbi alimentari, il messaggio alla fine è di speranza. Emanuela non ce l'ha fatta, altre ragazze possono farcela".
Ha presentato il libro a Milano, lo farà anche a Roma, poi a Bari e anche a Palermo. Immagino che rivivere il dolore, ogni volta, non debba essere facile...
"Rivisitare il dolore è una prova difficile. Ma lo faccio per lei, soprattutto affinché possa aiutare qualche ragazza. Ho avuto riscontri dalle associazioni che si occupano di queste problematiche. Alcune ragazze, una volta conosciuta la situazione che ha riguardato Emanuela, hanno trovato la forza leggendo la sua storia. Probabilmente, con questo libro, una ragazza la puoi ancora salvare".
Cosa cambierebbe del sistema sanitario sul modo di gestire l'anoressia e i disturbi alimentari in generale?
"Ci sono diverse soluzioni non attuate. Una norma paradossale è che, essendo maggiorenne, non potevo costringere a curare Emanuela. Il disturbo non rende lucidi. I tso sono complicatissimi da attuare. Ci vorrebbe una normativa che quasi costringa a curarsi".
Quando Emanuela faceva i conti con la malattia lei era il direttore sportivo dell'Avellino. Quanto ha pesato la distanza nel non accorgersi del problema?
"Questa malattia porta addirittura a formulare un muro di bugie per far capire che tutto va bene. La lontananza, nel mio caso anche l'assenza di mia moglie che ho perso, rendeva più difficile capire. Parlarne di più può servire a cogliere quei segnali che possono portarti a scoprire prima il male e intervenire".
Chiuderei l'argomento con un ricordo felice...
"Fino all'ultimo ha fatto un'intervista con Buffa e Capello. Era sul pezzo fino alla fine. Voleva vivere, aggrapparsi alla vita. Il messaggio è: io non ce l'ho fatta, voi potete. Affidatevi alla medicina".
Direttore, il suo nuovo progetto si chiama Athletic Palermo. Sarebbe bello dedicarle qualcosa sul piano sportivo negli anni...
"Emanuela era tifosa di calcio e del suo papà. Ma scinderei le due cose. L'Athletic Palermo è una società di giovani dirigenti che hanno portato la realtà alla D. Giochiamo un calcio di buona fattura ed intensità, non abbiamo obiettivi dichiarati. Vogliamo divertire e crescere. Quello che sarà, sarà. Il progetto è serio".
L'Athletic Palermo è balzato agli onori della cronaca anche per la partita contro il Castrum Favara dove è stata contestata la regolarità del gol per un presunto buco nella rete...
"Abbiamo vinto la partita, che siamo convinti sia stata regolare. Oggi poi con i video si può fare di tutto, anche perdere 4-2. Noi ci atteniamo alle regole. Abbiamo vinto sul campo e non abbiamo nessuna preoccupazione".
Chi associa Perinetti al Palermo pensa all'ultima promozione rosanero in Serie A.
"Una cavalcata vincente. Sono l'ultimo ad aver avuto questa occasione ma spero di essere presto il penultimo. Il Palermo, con la squadra, l'allenatore e i dirigenti che ha, deve dare più continuità ai risultati. Sono convinto che possa andare in Serie A".
Lei aveva affidato le chiavi della rinascita del Venezia a Pippo Inzaghi, centrando risultati importanti. In cosa è migliorato?
"A Venezia veniva dall'esperienza Milan un po' traumatica. Con umiltà si è buttato nelle categorie inferiori, ha avuto poi altri successi tra Benevento e Pisa. È maturato molto. Troverà la soluzione per dare continuità al Palermo".
Anche il suo ex Bari non se la passa bene. E pure lì l'ultima promozione è la sua...
"La B è un campionato molto complicato. Non bisogna mai sottovalutare nulla. Non so cosa succeda a Bari, ma mi sembra di sognare nel vedere una squadra così deludente nei risultati perché l'organico non è male. Evidentemente non c'è la fusione giusta tra tutte le componenti. Bisogna lavorare di più e dare più consapevolezza e tranquillità ai calciatori. Anche lì sono l'ultimo ad essere andato in Serie A, ma spero che presto i tifosi baresi possano togliersi delle soddisfazioni".
Chiudiamo con la A: lo sfogo di Conte, dopo Bologna, ha dato i suoi effetti...
"Ogni volta che parla Conte sembra che ci sia qualche tema da dibattere in maniera controversa. Conte è molto diretto, ha voluto stimolare i suoi giocatori e riportarli alla realtà di difendere lo Scudetto. Nessuno è mai riuscito al Sud a vincere due scudetti consecutivi. Lui è molto rigoroso verso i calciatori, ma anche con se stesso. Lo sfogo dopo Bologna è stato utile. E fino all'ultimo si giocherà il campionato".
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