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...con CaravelloTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
domenica 27 ottobre 2019, 00:00A tu per tu
di Alessio Alaimo

...con Caravello

“Inzaghi e la Lazio, cicli finiscono.Fiorentina in crescita.Pigliacelli vuole tornare in Italia, più forte e maturo di prima. Barillà felice del Parma. Milan, con addio Giampaolo sconfessato progetto”
“Simone Inzaghi a rischio? Al di là di qualche incidente di percorso e alcuni difetti cronici non mi sembra che le colpe della Lazio possano ricadere sull’allenatore”. Così a TuttoMercatoWeb l’operatore di mercato Danilo Caravello.

Cosa non va alla Lazio?
“Mi sembra che la squadra abbia dei difetti di personalità dove l’allenatore non può incidere. La Lazio gioca un bel calcio però tante volte non porta a casa il risultato. Tanti calciatori sono forti ma forse hanno poca personalità per una squadra che deve lottare per il vertice”

Però le voci sulla panchina di Inzaghi che traballa ci sono. E si parla di Gattuso...
“Tra il percorso da calciatore e quello da allenatore sono quasi vent’anni che è alla Lazio. I cicli nascono, si sviluppano e poi finiscono. Ma è giusto arrivare a fine stagione. Poi magari Inzaghi e la Lazio prenderanno strade diverse”.

Oggi i biancocelesti se la giocheranno con la Fiorentina.
“La Fiorentina è in crescita, sia per scelta che per necessità ha fatto il giusto mix tra calciatori esperti e di personalità e giovani importanti come Castrovilli, Venuti, Sottil e Ranieri”.


Pigliacelli tornerà in Italia?
“Si, c’è l’idea di tornare in Italia da protagonista. Al Craiova sta bene, però c’è sempre l’aspirazione di poter tornare a casa. Più forte e più maturo di prima”.

Barillà al Parma è sempre giocatore utile.
“È una continua sorpresa. Il Parma sta facendo il suo campionato, siamo contenti di far parte di questo progetto”.

Mercato: da chi si aspetta interventi a gennaio?
“Beh, quelle che hanno cambiato allenatore. Genoa, Samp e Milan magari cercheranno di intervenire. Ma gennaio di base è un mercato destinato a rimpiazzare gli infortunati o a chi non sta andando bene”.

Il Milan, con l’esonero di Giampaolo, ha sconfessato il suo progetto.
“Direi di sì. Cambiare progetto dopo tre mesi significa aver sbagliato qualcosa. Le colpe però non sono mai del singolo, ma da condividere tra tutte le parti in causa. Se dopo tre mesi cambi allenatore qualcosa non ha funzionato”.