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Nocciolini: "A Parma mi sono sentito calciatore. Vincere lì un'emozione indimenticabile"TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Papini/Image Sport
giovedì 28 febbraio 2019, 17:44News
di Alessandro Tedeschi
per Parmalive.com

Nocciolini: "A Parma mi sono sentito calciatore. Vincere lì un'emozione indimenticabile"

Lunga intervista per Manuel Nocciolini ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com, in cui ha toccato vari argomenti tra cui l'esperienza a Parma in Serie C descrivendo le emozioni provate nel periodo in Emilia e il suo rapporto con Alessandro Lucarelli: "Il soprannome BarbaBomber? Sono stati i tifosi del Parma. Avevo la barba un po' lunga e segnavo abbastanza in quel momento e così hanno cominciato a chiamarmi in quel modo. Allora mi sono inventato questa esultanza di lisciarmi la barba dopo un gol. Da lì non ho nemmeno più tagliato la barba: in primis perché mi ci sono affezionato e poi perché è una cosa che in qualche modo mi contraddistingue".

Come è arrivata la chiamata del Parma? 
"Un’emozione pazzesca. Una squadra storica, un club glorioso e che un anno e mezzo prima si giocava l’Europa League e poi improvvisamente si ritrova nel baratro della Serie D, una squadra che vuole ripartire e ricostruirsi dalle macerie e per aiutarla sceglie me. Poi la tifoseria e la città sono innamorate del calcio. Quando mi chiamarono ho avuto la stessa reazione di Di Canio quando lo chiamò Ferguson per trasferirsi al Manchester United. Pensavo fosse uno scherzo, stavo per mettere giù".

E il rapporto con Alessandro Lucarelli?
"Era un po’ il nonno e il babbo di tutti noi. Lui sapeva cosa andava fatto e come farlo. Ti dava conforto nelle situazioni negative o come caricarti prima delle partite. Ci ho legato abbastanza anche perché lui è di Livorno. Abbiamo un bel legame, quando vado a Parma lo chiamo e ci vediamo . E’ una bella persona e mi ha aiutato tanto ad inserirmi nel gruppo".

La prima cosa che ti ha detto?
"E’ stato difficilissimo marcarti quando ci siamo trovati contro”. Mi sono sentito mancare? No no, pensavo mi stesse prendendo per il culo". 

Il ricordo più bello?
"La tripletta col Parma contro il Pordenone uno dei ricordi più belli. Il pallone lo custodisco come un cimelio prezioso ma non quanto la maglietta di Sheva (ride ndr). Non lo porto con me ma lo custodisco comunque con gelosia a Suvereto a casa mia. Non vorrei che trasportandolo in giro si rovinasse. Il 17 giugno 2017 il momento più bello: un gol rocambolesco che ci ha regalato la Serie B.  ero messo talmente male con il corpo che non ho idea di come sono riuscito a buttare quella palla in rete. Ho definito quel gol alla Inzaghi perché fu da vero rapace d’area di rigore, non so come ho fatto. Mi sono avventato ad occhi chiusi su quel pallone e l’ho buttato in rete. Vincere un campionato di Serie C con la maglia del Parma è indimenticabile".

Ultimo aneddoto: spiegaci quella maglia 1+8
"C'è stata una richiesta da parte di Calaiò che aveva sempre avuto il 9 o l'11. In quel momento la maglia numero 11 ce l'aveva Munari ed era più facile che venisse a chiedermi a me di lasciargli la maglia numero 9. Io ovviamente non ho potuto rifiutare. Gliel'ho ceduto subito perché già per me avevo realizzato un sogno: giocare a 27 anni la Serie B. Ho chiesto allora alla società se fosse possibile, in qualche modo, non rinunciarci al 9. Così ho copiato Zamorano: ho messo un + tra l'1 e l'8".