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Benarrivo: "Ho lasciato il calcio dopo il crac Parmalat. Con Tanzi, sarei diventato dirigente del Parma"TUTTO mercato WEB
mercoledì 21 aprile 2021, 14:22News
di Giuseppe Emanuele Frisone
per Parmalive.com

Benarrivo: "Ho lasciato il calcio dopo il crac Parmalat. Con Tanzi, sarei diventato dirigente del Parma"

Intervistato ai microfoni di TMW, Antonio Benarrivo ha parlato lungamente della sua lunga parentesi con la maglia del Parma: "Ho lasciato il calcio nel 2004, in concomitanza col crac Parmalat. Fosse rimasto Tanzi avrei proseguito facendo altro col Parma. Nel momento in cui lui è uscito io ho smesso di giocare mi sono concentrato a tempo pieno sull'altra attività, che avevo avviato già nel 1999. Ho sempre giocato d'anticipo nella mia vita. Perché non si sa mai e infatti a Parma è successo ciò che sembrava impossibile. Il fatto che sia diventato il giocatore che sono stato è figlio di una serie di coincidenze. Ero nelle giovanili del Brindisi, la società aveva problemi economici e il presidente fece una scelta drastica lanciando in Serie C i ragazzi della Juniores. Le cose andarono bene perché facemmo un discreto campionato. Da lì è iniziata la mia avventura professionistica che mi ha portato a Padova e infine al Parma. In Emilia abbiamo vinto 8 trofei, a parte il campionato praticamente tutto quel che si poteva vincere. Tutto questo con una squadra di emeriti sconosciuti, almeno inizialmente. I grandi investimenti sono arrivati dopo, ma non dimentichiamo il primo Parma di Nevio Scala che vinse due trofei europei e la Coppa Italia. Il 5-3-2? È un modulo perfetto se hai giocatori come Benarrivo e Di Chiara. Se non hai esterni con quelle caratteristiche, che fanno tre fasi, è difficile. Quel Parma aveva di fatto due ali che portavano avanti i palloni, crossavano, facevano gol. E poi davamo una mano in difesa.

Certamente trovare giocatori con queste caratteristiche è molto difficile. Io e Di Chiara eravamo i motori di quella squadra, senza togliere niente a nessuno. Tutti facevamo un gran lavoro, sia chiaro. Ma il nostro era un lavoro più dispendioso. Non posso nascondere la delusione per quel che è successo a Parma. Avevo fatto una scelta di vita, quella di restare a Parma, per poi proseguire la mia avventura dirigenziale: questo era l'accordo con la proprietà. Nel momento in cui è uscito Tanzi è caduto tutto. Per noi calciatori il crac fu una cosa totalmente inaspettata: avevamo vinto da poco la Coppa Italia, poi è arrivato il crac. Che evidentemente partiva da molto lontano, perché non può succedere da un giorno all'altro e nemmeno da un anno all'altro. Il Parma è stato spremuto come un limone e noi eravamo all'oscuro di tutto. Il momento più bello della carriera? Tanti momenti, difficile scegliere. A Parma ho vinto tantissimo e sfido qualsiasi provinciale a fare altrettanto. Eravamo giocatori con gli attributi giusti, altrimenti non avremmo fatto i risultati che abbiamo fatto. Se potevo lasciare il Parma? Mi avevano cercato in Inghilterra e alcune importanti squadre italiane, ma quando mi sono seduto a colloquio con Tanzi mi disse che era a Parma per vincere e lo avrebbe fatto solamente tenendo i migliori giocatori. Io ho lasciato decidere a lui il mio destino, non ho mai battuto i pugni sul tavolo solo perché la Juve mi ha richiesto. Certo, posteriori un po' di rammarico c'è".