Il Milan oltre l'emergenza: Chiesa chiama, Calabria risponde. 1-1 al 45' a San Siro

Tra fior d'assenze tra infortuni e positività, dove sulla carta il Milan paga pegno più della Juventus, il primo tempo finisce 1-1 con le firme di Chiesa e Calabria. "Ma comunque vada saremo primi", dice Maldini prima del fischio d'inizio e non suoni come un metter le mani avanti. I rossoneri, con una lista d'assenze lunga come la spesa pasquale, partono sbarazzini ma è Chiesa a far prima venire i brividi e poi le lacrime ai tifosi del Milan. Un palo forte, violento al decimo di gara, con un tiro di collo pieno. Poi, al diciannovesimo, punta Hernandez che timido lo insegue, uno due con Dybala che libera Chiesa col tacco.

Romagnoli è in ritardo, Chiesa è preciso ed è subito uno a zero per la formazione di Pirlo.

La reazione del Diavolo Il Milan reagisce, al ventiseiesimo Leao, che nell'antipasto della partita aveva annunciato che "questa come tutte le altre è una finale" senza eccessi di originalità, sfiora il pari ma Szczesny nei guantoni ha due manone e manda a lato. Ronaldo è avulso dalle azioni, largo sulla sinistra e ben braccato da Kjaer, dall'altra le giocate sono affidate a Calhanoglu che impensierisce la Juventus ma non fino all'indigestione. La gara procede per fiammate, due undici non certo tipo dimostrano di avere automatismi non oliati fino in fondo. Però il pareggio arriva proprio dall'uomo che meglio raffigura questa doppia emergenza, ovvero Calabria, mediano per necessità, autore di un gol d'artista al 42'. Azione dalla sinistra di Leao, palla a rimorchio e piatto destro di prima all'angolino per l'1-1.