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Ci esaltiamo nelle difficoltà, ci gettiamo via quando la strada è in discesa. Ancora una volta così: è la storia della nostra Nazionale. Mancini, ora inizia il periodo buio
Nato a Napoli il 10/03/88, laureato in Filosofia e Politica presso l'Università Orientale di Napoli. Lavora per Tuttomercatoweb.com dal 2008, inviato al seguito della Nazionale
Siamo fatti così. E non possiamo fare altro che accettarci per come siamo, sia quando vinciamo partendo lontanissimi dai favori del pronostico sia quando gettiamo al vento due Mondiali di fila. Non possiamo fare altro perché è razionalmente difficile spiegare il nostro ultimo anno e mezzo. La vittoria dell'Europeo, l'accesso alle final four di Nations League in un girone durissimo e nel mezzo la mancata qualificazione al Mondiale. Per passi falsi contro Bulgaria, Irlanda del Nord e Macedonia del Nord... Dov'è la connessione? Com'è possibile? Ieri sera in una Puskás Aréna delirante che strabordava entusiasmo la squadra di Mancini ha sfoderato l'ennesima sorprendente vittoria. Sei punti conquistati in 72 ore, due partite con un gruppo lontanissimo da quello che può essere il gruppo migliore. Senza Spinazzola, Florenzi, Verratti, Tonali, Locatelli, Pellegrini, Politano, Insigne, Zaniolo, Zaccagni, Berardi, Chiesa e Immobile. Una lista di assenti sterminata, a cui hanno contribuito la Serie A, gli infortuni e pure il ct lasciando a casa chi, a suo avviso, questa maglia non la ama abbastanza. Eppure ce l'abbiamo fatta, l'Italia ha staccato il pass per le final four quando tutti, fino al fischio d'inizio di Italia-Inghilterra, erano preoccupati per la possibilità di retrocedere in Lega B.
Siamo fatti così, appunto. E del resto la nostra è la Nazionale che vince il Mondiale nel 1982 iniziando il cammino tra polemiche, scetticismo, contestazioni e silenzi. Lo vince contro tutto e tutti, lo vince esaltando tutto e tutti. E quindi, a quel punto, pensa bene di non qualificarsi al successivo Europeo, conquistando solo cinque punti e una vittoria in otto partite di un girone ampiamente alla portata. E cosa dire del 2006? L'avventura parte nel bel mezzo dello scandalo Calciopoli e una delle generazioni azzurre più talentuose di sempre sembra aver già sprecato, negli anni precedenti, le occasioni migliori. Ma quel gruppo - quella squadra - resterà per sempre nella memoria di tutti noi. Uno dei migliori esempi di sempre di difesa all'italiana. Vinciamo e quindi quattro anni dopo rieccoci, disputiamo uno dei peggiori Mondiali della nostra storia: ultimi in un girone con Slovacchia, Paraguay e Nuova Zelanda. Imbarazzanti.
Arriviamo così ai giorni nostri. L'Europeo lo vinciamo senza i favori del pronostico, al termine di un percorso in costante crescita che vive nell'estate 2021 il suo apice. Vinciamo e convinciamo, alziamo al cielo una coppa che mancava da più di 50 anni attraversando la strada più tortuosa. E pensiamo, sbagliando, che i disastri dell'era Ventura siano solo un lontano ricordo. Da settembre in poi riparte la discesa, come sulle montagne russe. Il gruppo campione d'Europa non è più lo stesso gruppo ma pensa ancora di esserlo. La determinazione si trasforma in sufficienza, il vincere giocando bene diventa voglia di giocate fini a sé stesse. Certo poi, per dirla alla Mancini, c'è anche la sfortuna. Ma i pareggi contro Bulgaria, Svizzera (due volte) e Irlanda del Nord, prima del clamoroso crollo di Palermo, raccontano che c'è stato anche molto altro. A marzo siamo di nuovo giù, sprofondati. Siamo ripartiti da zero e tra giugno e settembre - quando nessuno dava credito a un gruppo giovane - abbiamo vinto il girone di Nations League. Non è molto ma meglio di nulla.
Ora però inizia il periodo più buio dell'era Mancini. Perché un conto è sapere che al Mondiale non prenderai parte e un altro sarà vedere le altre nazionali giocare in Qatar scomodamente dal divano. O da Vienna. Già, perché la Federazione la scorsa settimana ha fissato per novembre due test amichevoli, a Tirana contro l'Albania e a Vienna contro l'Austria. Quest'ultimo verrà giocato il 20 novembre, il giorno in cui il Mondiale qatariota aprirà alle danze. E sarà quella una partita molto triste, a prescindere dal risultato finale.
Siamo fatti così, appunto. E del resto la nostra è la Nazionale che vince il Mondiale nel 1982 iniziando il cammino tra polemiche, scetticismo, contestazioni e silenzi. Lo vince contro tutto e tutti, lo vince esaltando tutto e tutti. E quindi, a quel punto, pensa bene di non qualificarsi al successivo Europeo, conquistando solo cinque punti e una vittoria in otto partite di un girone ampiamente alla portata. E cosa dire del 2006? L'avventura parte nel bel mezzo dello scandalo Calciopoli e una delle generazioni azzurre più talentuose di sempre sembra aver già sprecato, negli anni precedenti, le occasioni migliori. Ma quel gruppo - quella squadra - resterà per sempre nella memoria di tutti noi. Uno dei migliori esempi di sempre di difesa all'italiana. Vinciamo e quindi quattro anni dopo rieccoci, disputiamo uno dei peggiori Mondiali della nostra storia: ultimi in un girone con Slovacchia, Paraguay e Nuova Zelanda. Imbarazzanti.
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Ora però inizia il periodo più buio dell'era Mancini. Perché un conto è sapere che al Mondiale non prenderai parte e un altro sarà vedere le altre nazionali giocare in Qatar scomodamente dal divano. O da Vienna. Già, perché la Federazione la scorsa settimana ha fissato per novembre due test amichevoli, a Tirana contro l'Albania e a Vienna contro l'Austria. Quest'ultimo verrà giocato il 20 novembre, il giorno in cui il Mondiale qatariota aprirà alle danze. E sarà quella una partita molto triste, a prescindere dal risultato finale.
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