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Non venerdì, ma sabato sera con i locali chiusi, il centro storico di Perugia presidiato dalle forze di polizia
lunedì 25 maggio 2020, 13:35News
di Redazione Perugia24.net
per Perugia24.net

Non venerdì, ma sabato sera con i locali chiusi, il centro storico di Perugia presidiato dalle forze di polizia

La notte brava nel centro storico di Perugia raccontata da Erika Pontini e Michele Nucci su La Nazione. Il capoluogo sabato sera è ripiombato nel lockdown. L’ordinanza del sindaco Andrea Romizi che ha blindato i locali del centro storico e di Fontivegge dopo le 21, ha reso queste zone praticamente deserte. Pattuglie di carabinieri, polizia e guardia di finanza hanno presidiato, in particolare, la zona tra piazza Danti e piazza IV Novembre, dove venerdì sera era andato in scena il delirio senza alcun intervento delle forze di polizia. Centinaia di ragazzi, alcuni ubriachi avevano invaso l’acropoli, ovviamente la maggior parte senza mascherine, né distanziamento. Due gli episodi di violenza registrati: sulle scalette della Cattedrale quando un gruppetto di 6-7 ragazzini hanno fatto a botte e in piazza Grimana, intorno alle 1.30, quando a un 19enne è stata letteralmente spaccata la mascella. La polizia, che conduce le indagini, ritiene di aver già individuato alcuni dei partecipanti alla rissa e sta valutando collegamenti tra i due episodi di violenza. Ma intanto, il giorno dopo, si registra la rabbia degli esercenti per un provvedimenti da molti ritenuto ingiusto, soprattutto dopo due mesi di blocco delle attività. «Le avvisaglie di ciò che sarebbe potuto accadere – afferma il nuovo referente umbro di Fiepet-Confesercenti, Giovanbattista Zangara – c’erano già da mercoledì e ancor più da giovedì sera. Era insomma un copione scritto. Perché allora è successo tutto ciò? A nostro avviso serviva un’opera di prevenzione come quella che è stata messa in campo sabato che avrebbe evitato tutto ciò che è accaduto». Ora però a rimetterci sono proprio bar e ristoranti che sono già in crisi profonda e la gran parte dei quali sono completamente estranei agli accadimenti. «Ci sono ad esempio locali di Corso Cavour – continua – che ora devono chiudere alle 21 nonostante la zona fosse tranquillissima.

La condanna da parte nostra di quei locali che non obbligano a usare mascherine o a mantenere le distanze è totale. Ma non si può fare di tutta l’erba un fascio. Abbiamo dunque chiesto al sindaco di rivedere l’ordinanza perché due settimane in queste condizioni sono eccessivamente penalizzanti. Uno dei nostri dubbi è che incentrando il provvedimento solo su due zone, si rischiano assembramenti altrove. Non è difficile fare un giro – conclude Zangara - e verificare quali sono i locali e le zone più a rischio perché la gente si sposta e si assembra. «Il sindaco è bravo ma così ci mette in difficoltà», spiega a sua volta il gestore di un bar della movida. «Io ho chiuso alle 1.30 quando ho visto che la situazione non era sotto controllo e molti, ubriachi e senza mascherina, volevano entrare per usare il bagno». Ma oltre all’ordinanza punitiva in tanti rispolverano la polemica su orari di chiusura e prezzi. In alcuni locali infatti bicchieri di birra e shottini vengono venduti ad appena 1 euro. Con 10 euro in tasca anche per i ragazzini diventa facile ubriacarsi. E altri – sembra – non rispettano l’orario di stop: qualcuno è rimasto con le serrande aperte anche fino alle 5 di mattina. E di sicuro con le telecamere o con qualche controllo non sarebbe stato difficile da individuare e sanzionare.