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Quanti misteri sulla morte dell'imprenditore ed ex arbitro: ora l'esame del Dna
giovedì 11 febbraio 2021, 16:30News
di Redazione Perugia24.net
per Perugia24.net

Quanti misteri sulla morte dell'imprenditore ed ex arbitro: ora l'esame del Dna

Scrive Fabrizio Paladino su La Nazione che i resti umani ritrovati all’interno dell’auto bruciata noleggiata a inizio anno da Davide Pecorelli al suo arrivo in Albania, sono finalmente partiti verso l’Italia per l’atteso esame del Dna. A più di un mese dalla scomparsa, nella zona di Puke, dell’imprenditore ed ex arbitro della sezione di Arezzo, i campioni delle ossa ritrovati presto saranno a disposizione degli esperti del nostro Paese. Secondo la giornalista Klodiana Lala, le autorità albanesi hanno «lanciato» la base del Dna nelle ossa trovate all’interno del veicolo bruciato dalle fiamme, che verrà paragonata a quella dei familiari più stretti di Davide. Il loro confronto darà direzione alle indagini sul misterioso caso che riguarda il 45enne: si scoprirà se è veramente morto all’interno dell’auto, oppure è scomparso. Come si ricorderà, l’ex arbitro di calcio era arrivato in Albania il 3 gennaio. Prima tappa a Valona – dove aveva qualche mese fa avviato un’attività imprenditoriale – poi a Scutari con destinazione finale Puke, dove è rimasto per due notti. Il 6 gennaio ha perso i contatti con i parenti, e non è ancora noto, dunque, se le ossa nell’auto ritrovata bruciata appartengano a lui. Nei giorni scorsi abbiamo peraltro anticipato un altro passaggio cruciale di questa vicenda che ha tanti, forse troppi lati oscuri che lasciano aperte varie piste, da quella tragica a quella di una possibile, anche se pur remota, sparizione volontaria.

Dall’inchiesta proveniente da Tirana, infatti, è emerso che le ossa ritrovate all’interno della Skoda Fabia bruciata sono ossa umane. Rimane il fatto, comunque, che solo il 5% di un corpo era presente nel mezzo. All’interno della Skoda gli investigatori hanno pure rinvenuto alcuni oggetti appartenenti al 45enne sangiustinese (il telefono cellulare e l’orologio), poi riconosciuti dalla compagna di Davide. Il procuratore albanese – che ha seguito dall’inizio l’inchiesta – fino a lunedì scorso ha dovuto rispettare la quarantena perchè infettato dal Covid. Lo stesso magistrato ha pure inviato agli investigatori italiani un dossier dove, si ipotizza, sono contenuti altri elementi utili ai colleghi. Oltre al fondamentale esito del Dna, c’è da capire quali sono stati o quali dovranno essere gli accertamenti sul telefono ritrovato, con i periti italiani e albanesi che si stanno confrontando per stabilire le cause dell’incendio sull’auto. Come è noto, la procura perugina da settimane ormai ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per il reato di omicidio, con la compagna di Davide che si è rivolta all’avvocato Giancarlo Viti per assisterla in questa fase.