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Fermare il gioco con l'uomo a terra non è fair play ma solo ipocrisia: ha fatto bene la Lazio a segnare e ha ragione Inzaghi, l'Inter ha perso la testa. E il ko ha messo in mostra tutti i suoi limitiTUTTO mercato WEB
domenica 17 ottobre 2021, 08:01Editoriale
di Marco Conterio

Fermare il gioco con l'uomo a terra non è fair play ma solo ipocrisia: ha fatto bene la Lazio a segnare e ha ragione Inzaghi, l'Inter ha perso la testa. E il ko ha messo in mostra tutti i suoi limiti

Nato a Firenze il 5 maggio del 1985, è caporedattore e inviato di Tuttomercatoweb.com. Già firma de Il Messaggero, è stato conduttore di Radio Sportiva ed è voce di TMW Radio
L'animo pugnace del giocatore che si vede defraudato, a caldo, sul momento, perché così fan tutti, porta l'uomo a sfogare la rabbia e a gridare ai venti l'ingiustizia. Così i calciatori dell'Inter, guidati da un iracondo Dumfries, da un riottoso Handanovic e via minacciando cazzotti che neppure nei film di Bollywood, si sono avventati su Felipe Anderson. Per i pochi che se la fossero persa: Dimarco a terra per un fallo della Lazio, l'arbitro dà il vantaggio, Lautaro ha alle spalle il compagno e prova a segnare. La Lazio intercetta e galoppa via, in contropiede, pur sfrecciando di fianco a Dimarco. Arriva il gol e tutti via, addosso a Felipe che aveva marcato di tap-in dopo corta e incerta respinta di Handanovic. La realtà è che delle regole non scritte e dell'ipocrisia, del finto buonismo, non se ne può più. Ha ragione Maurizio Sarri a dire che certe cose succedono soprattutto (magari non solo) in Italia. Tra gli appassionati d'altri sport, i tuffi di Neymar appena sfiorato dall'avversario che si rotola a terra, oppure le esagerate piroette al suolo di Cuadrado, sono diventate un grande appiglio per criticare il sempre più vituperato pallone. In troppi son attori di bassa lega quando conviene: quel che ha fatto pure Immobile con l'Italia, a terra in area e poi resuscitato al momento del gol azzurro, ne è la conferma. Siamo un paese di eccessi ed esagerazioni.

Ma quale antisportività
Nulla c'entra la sportività o il non essere uomini leali. La Lazio ha agito secondo regolamento e non c'è niente di furbo e sleale in quel che Immobile e compagni hanno fatto nella corsa verso il raddoppio. Col passare degli ultimi anni i Lazzaro che s'alzano e camminano dopo che i suoi riprendon palla è aumentato, nonostante telecamere a ogni angolo. Eppure l'umana voglia e bisogno di simulare, o di esagerare, o di sperare d'esser il più furbo del reame, è una moda che non è mai passata. Perché i giocatori della Lazio avrebbero dovuto buttar fuori la palla? Dimarco non era stato colpito alla testa, non aveva subito un infortunio grave e non aveva perso conoscenza. L'azione prosegue, perché così deve essere ed è incomprensibile che tutti non lo facciano, sempre.


Aveva ragione Fabio Capello
E' una polemica antica, la tirò fuori illo tempore anche Fabio Capello da allenatore della Juventus. Diciassette anni or sono disse che "si sta esagerando, si è passati dal fallo tattico al fallo di svenimento". Giusto così. S'interrompe se dev'essere interrotto e i giocatori imparino ad affidare il proprio destino e fiducia nelle mani e nel fischietto del giudice di gara. L'arbitro. Dev'esser lui a stabilire se proseguire o meno, da regolamento. Invece di calciatori che si sbracciano per convincere l'avversario, impietosendolo o provando a intimidirlo, se ne vedono a orde. Ogni giornata.

Un ko che deve far riflettere l'Inter
L'Inter ha così perso la testa. Le scene che son maturate son da squadra che perde la lucidità e che non sa riprenderla in mano. Male. Male perché ha giocato benissimo, male perché Inzaghi aveva indovinato le scelte, aveva letto bene la gara ma ha steccato i cambi. Male perché s'è dimostrata immatura ora che gioca di rincorsa, ora che è il gatto e il Napoli di Spalletti l'inatteso topo del campionato. Male perché la difesa, perno dell'Inter, non ha retto il colpo. Male, sì, tutto rimediabile sin dalla prossima di Champions. Però sia un campanello d'allarme per Inzaghi che, da uomo intelligente, lo ha già capito e pure detto nel post partita. "Lì abbiamo perso la testa". Dovrà rimetterla presto sulle spalle, l'Inter. E capire che lì, in quell'occasione, non aveva ragione. Quello non è fair play ma solo ipocrisia.