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Calvarese su Bari-Pescara: "Senza VAR tre errori gravi. Marcenaro nel finale ha perso lucidità"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 13:19Serie B
di Tommaso Maschio

Calvarese su Bari-Pescara: "Senza VAR tre errori gravi. Marcenaro nel finale ha perso lucidità"

L’arbitraggio di Matteo Marcerano in Bari-Pescara ha sollevato diverse proteste da ambo le parti in una gara che ha visto ben due cartellini rossi – l’abruzzese Olzer alla mezz’ora e il pugliese Meroni nel finale – ai giocatori a cui si sommano le espulsioni del tecnico Vivarini e del medico Caputo nelle fila del Bari a fine partita. L’ex arbitro Gianpaolo Calvarese sul proprio sito ha infatti analizzato la direzione di gara sottolineando come “se non ci fosse stato il VAR, sarebbero stati tre i gravi errori, su altrettanti episodio di cui due da cogliere in campo”. “Il primo: il grave fallo di gioco, coi tacchetti di Olzer sopra alla caviglia di Dorval, non ravvisato in campo. Il secondo: il calcio di rigore per il pestone netto in area di Letizia su Castrovilli. Il terzo: l’encroachment (ingresso anticipato in area di rigore) di due metri sulla prima battuta del penalty da parte di Moncini, segnalato tramite overrule - si legge sul sito dell’ex direttore di gara - Ciò che non mi è piaciuto per niente è anche il comportamento nel finale, con tre cartellini rossi: uno per Meroni (doppio giallo), uno per Vivarini, l’ultimo per Caputo, medico sociale dei pugliesi. Un arbitro del suo spessore, un internazionale, non può permettersi di perdere lucidità così: puntare il dito, non ascoltare, arrivare ai cartellini rossi in quel modo. Quella non è gestione, è sfida, e un arbitro non deve mai sfidare nessuno”. “Al netto delle parole proferite dai tesserati (che hanno un atteggiamento che comunque sembra sommesso, non aggressivo, tranne alcuni), - conclude Calvarese - che ancora non conosciamo, dalle immagini non mi è piaciuto che il livello di tensione sia aumentato anche per colpa sua: un arbitro deve sempre mantenere un livello di equilibrio, calma e lucidità superiore a quello dei calciatori, perché noi siamo giudici”.