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Il rischio di un lungo strascico legale nel divorzio più inaspettato del mondo
E vissero tutti felici e contenti. Il finale più aspettato del mondo in questa storia non esiste. Doveva, magari con un legittimo quanto iconico e romantico ritorno al Newell's Old Boys, per l'ultimo capitolo di una carriera tutta in blaugrana. Invece Lionel Messi ha oramai fatto l'epocale decisione di andare via da Barcellona, rompendo non con l'ambiente, ma con una dirigenza che lo ha trattato come, probabilmente, non doveva. Ha sperperato centinaia di milioni di euro con giocatori che sono praticamente inutili al progetto, come Coutinho e Dembele, perdendo poi la faccia nelle ultime cinque eliminazioni europee. L'ultima è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Il problema c'era già da prima. Al netto delle parole di Massimo Moratti, uno che dal Barcellona all'Inter ha portato il miglior giocatore di sempre, è evidente che Lionel Messi al Barça aveva già avuto qualche problema. Qualche idea di lasciare il club che lo ha fatto crescere, con cui ha un debito di riconoscenza imperituro, è qualcosa che ha bisogno di tempo e non è solo una partita, una sconfitta pur evidente, a convincerlo in una notte. Messi ha più volte tentato di spiegare al club che qualcosa non andava, sin dalle prime questioni con la dirigenza, ma il Barcellona ha preferito nascondere la polvere sotto il tappeto.
Bartomeu ha bisogno di tempo per dimettersi, perché altrimenti - da statuto - dovrebbe ripianare di tasca propria le perdite. Non è un'opzione che è sul tavolo in questo momento. E per ripianare deve prendere soldi: Messi quindi da una parte è in vendita, ma dall'altro c'è un problema di status. I 222 milioni di euro presi per Neymar non possono essere di più rispetto a quelli per il miglior giocatore della storia del club. Così possibilmente a 223 milioni Messi sarebbe nella posizione di andarsene e Bartomeu di accettare il contante. Sotto no, non è previsto. E per questo c'è una clausola da 700 milioni di euro in ballo.
Bartomeu ha un altor problema. Rischia di passare alla storia come il presidente che, oltre ad avere perso 8-2 contro il Bayern Monaco, ha dovuto cedere Messi, arrendendosi e facendo finire il matrimonio (quasi) più felice del mondo. Così però si va incontro a una battaglia legale che sembra inevitabile per quanto sentito finora e per tutti gli incastri.
Il problema c'era già da prima. Al netto delle parole di Massimo Moratti, uno che dal Barcellona all'Inter ha portato il miglior giocatore di sempre, è evidente che Lionel Messi al Barça aveva già avuto qualche problema. Qualche idea di lasciare il club che lo ha fatto crescere, con cui ha un debito di riconoscenza imperituro, è qualcosa che ha bisogno di tempo e non è solo una partita, una sconfitta pur evidente, a convincerlo in una notte. Messi ha più volte tentato di spiegare al club che qualcosa non andava, sin dalle prime questioni con la dirigenza, ma il Barcellona ha preferito nascondere la polvere sotto il tappeto.
Bartomeu ha bisogno di tempo per dimettersi, perché altrimenti - da statuto - dovrebbe ripianare di tasca propria le perdite. Non è un'opzione che è sul tavolo in questo momento. E per ripianare deve prendere soldi: Messi quindi da una parte è in vendita, ma dall'altro c'è un problema di status. I 222 milioni di euro presi per Neymar non possono essere di più rispetto a quelli per il miglior giocatore della storia del club. Così possibilmente a 223 milioni Messi sarebbe nella posizione di andarsene e Bartomeu di accettare il contante. Sotto no, non è previsto. E per questo c'è una clausola da 700 milioni di euro in ballo.
Bartomeu ha un altor problema. Rischia di passare alla storia come il presidente che, oltre ad avere perso 8-2 contro il Bayern Monaco, ha dovuto cedere Messi, arrendendosi e facendo finire il matrimonio (quasi) più felice del mondo. Così però si va incontro a una battaglia legale che sembra inevitabile per quanto sentito finora e per tutti gli incastri.
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