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Settima sinfonia per l'Inter, seria candidata allo Scudetto. Dumfries firma la fuga, 1-0 al Torino
Una Inter non brillante vince la settima partita consecutiva, l'ottava nelle ultime nove, dando un chiaro segnale al campionato. Una pretendente seria allo Scudetto, c'è, eccome. Più otto sull'Atalanta, in attesa di Milan e Napoli che giocheranno questa sera contro Empoli e Spezia. Dumfries decide novanta minuti sofferti, pur senza grossissime occasioni per il Torino. È andata più vicino l'Inter al 2-0 - con il palo di Sanchez sul finire di gara, ma anche con Lautaro lanciato da Calhanoglu nel primo tempo - che non il Toro al pareggio.
Eppure l'inizio non era stato facilissimo, con tanti errori personali dovuti al pressing sistematico del Torino, in particolare su Calhanoglu e Brozovic. Il gol alla mezz'ora, con un contropiede avviato da un anticipo di Bastoni e prolungato dal passaggio, intelligente, di Perisic, fino a Dzeko e Dumfries, ha cambiato la storia della partita. Perché il Torino perde le distanze, senza prendere il secondo gol ma con poca forza in avanti, con Sanabria completamente annullato da De Vrij, mentre Pjaca ha l'unica possibilità sullo 0-0, quando il suo piattone è leggermente largo, di pochissimo. Una volta in vantaggio l'Inter si difende in maniera ordinata, forte fisicamente sulle palle alte e con una difesa perfettamente sincronizzata. Lautaro avrebbe poi la possibilità di chiudere subito la questione, dopo un grande assist di Calhanoglu, ma dopo avere superato Milinkovic-Savic manda a lato.
Copione più o meno simile nella ripresa, perché il Toro torna a essere più che unito, con pressing e recupero alto del pallone. Djidji e Bremer fanno buona guardia in difesa, ma i granata non trovano grandi spazi con un Sanabria che continua a essere in ombra e per questo sostituito dal danese Warming, meno centravanti ma più vivace rispetto al suo compagno di squadra. Lautaro invece esce a metà secondo tempo, non felicissimo della scelta di Simone Inzaghi di toglierlo dalla contesa. La girandola di cambi però ha l'effetto di far abbassare il baricentro a un'Inter non brillantissima, tanto che il Torino ha leggera predominanza sia sul palleggio che sul baricentro, contrariamente al primo tempo. L'unico squillo è quello di Sanchez, a sette minuti dal termine, sulla palla recuperata da Vidal: una delle poche nella metà campo avversaria, probabilmente per la stanchezza delle nove partite in pochissimi giorni.
Eppure l'inizio non era stato facilissimo, con tanti errori personali dovuti al pressing sistematico del Torino, in particolare su Calhanoglu e Brozovic. Il gol alla mezz'ora, con un contropiede avviato da un anticipo di Bastoni e prolungato dal passaggio, intelligente, di Perisic, fino a Dzeko e Dumfries, ha cambiato la storia della partita. Perché il Torino perde le distanze, senza prendere il secondo gol ma con poca forza in avanti, con Sanabria completamente annullato da De Vrij, mentre Pjaca ha l'unica possibilità sullo 0-0, quando il suo piattone è leggermente largo, di pochissimo. Una volta in vantaggio l'Inter si difende in maniera ordinata, forte fisicamente sulle palle alte e con una difesa perfettamente sincronizzata. Lautaro avrebbe poi la possibilità di chiudere subito la questione, dopo un grande assist di Calhanoglu, ma dopo avere superato Milinkovic-Savic manda a lato.
Copione più o meno simile nella ripresa, perché il Toro torna a essere più che unito, con pressing e recupero alto del pallone. Djidji e Bremer fanno buona guardia in difesa, ma i granata non trovano grandi spazi con un Sanabria che continua a essere in ombra e per questo sostituito dal danese Warming, meno centravanti ma più vivace rispetto al suo compagno di squadra. Lautaro invece esce a metà secondo tempo, non felicissimo della scelta di Simone Inzaghi di toglierlo dalla contesa. La girandola di cambi però ha l'effetto di far abbassare il baricentro a un'Inter non brillantissima, tanto che il Torino ha leggera predominanza sia sul palleggio che sul baricentro, contrariamente al primo tempo. L'unico squillo è quello di Sanchez, a sette minuti dal termine, sulla palla recuperata da Vidal: una delle poche nella metà campo avversaria, probabilmente per la stanchezza delle nove partite in pochissimi giorni.
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