Spagna generazione Z, niente ricambio Germania. I tedeschi rischiano un'altra eliminazione

Nelle competizioni internazionali ormai è risaputo: rischia più chi non si affida al ricambio generazionale. Perde chi mette mano alle convocazioni col fardello della riconoscenza, ma anche chi non riesce a innovare e rinnovare. Scelte e gestioni a comporre una fotografia nitida consegnata alla storia da Spagna e Germania, due nazionali che dal 2008 in poi hanno dominato in Europa e nel Mondo: due volti differenti, pagine scritte in maniera completamente diversa dopo aver ottenuto il massimo riconoscimento sul rettangolo verde.

Spagna generazione Z, la Germania rischia grosso

E se da una parte la Spagna si è affidata alla Generazione Z, grazie anche all'intervento di Luis Enrique, i tedeschi non sono riusciti ad avere il ricambio necessario nell'ossatura centrale - manca un vero centravanti dopo l'addio di Miro Klose - e nella mentalità di un calcio che muta troppo in fretta. Il risultato è davanti agli occhi di tutti: se il pareggio sorride alle Furie Rosse, allo stesso tempo rischia di affossare definitivamente una nazionale ancorata a un passato lontano ormai otto anni.

Dopo la vittoria nel Mondiale brasiliano i tedeschi hanno pagato con il fiasco totale nel torneo russo e con un avvio disastroso contro i giapponesi. È pur vero che il pari lascia ancora tutto in bilico, ma al di là del pericolo eliminazione la selezione guidata da Hansi Flick rischia di incappare nell'ennesimo fallimento. Un circolo vizioso che dura ormai da troppo tempo, difficile da interrompere e destinato a proseguire senza una vera e propria programmazione, decisamente rigorosa e disciplinata in casa spagnola. E per i ragazzini terribili il futuro possiede già sfumature differenti: 9 giocatori nati dal 2000 in poi e la consapevolezza di poter aprire un altro ciclo vincente.