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Costo, esperienza e infortuni: pro e contro per la Roma nell’acquisto di Pedro
“Ora conta fermare il coronavirus, non il mercato”. Con queste parole Pedro ha sviato alle domande sul suo futuro visto il contratto con il Chelsea in scadenza il prossimo giugno. In queste ultime settimane è stato accostato alla Roma che lo aveva già seguito quest’inverno, ma senza affondare il colpo perché a gennaio non sussistevano le condizioni per definire l’operazione.
PRO - Ieri Fonseca a riguardo è stato chiaro. Alla Roma serve un mix di calciatori giovani ed esperti che possa permettere alla squadra di vincere. Il profilo dello spagnolo, in tal senso, è perfetto. Con la vittoria in Europa League dello scorso anno, Pedro entra nel ristrettissimo club di chi da calciatore è riuscito a conquistare le due coppe europee e i maggiori trofei internazionali per un totale di 25 titoli. Il feeling con le finale poi è sensazionale. Pedro
ha segnato in quella Champions (nel 2011 in Barcellona-United), nell’ultimo atto del Mondiale per Club (nel 2009 in Barcellona-Estudiantes), in Supercoppa Europea (nel 2009 in Barcellona-Shakhtar) e ora anche in finale di Europa League. Come a dire “quando il gioco si fa duro, io ci sono”. A questo si aggiungono due vantaggi importanti qualora la Roma riuscisse a ingaggiarlo e sono il costo del cartellino a zero e la funzionalità al gioco di Fonseca. Con la probabile partenza di Under, i giallorossi sostituirebbero il turco perfettamente considerate le caratteristiche dello spagnolo: brevilineo, bravo nello stretto e tra le linee e con la propensione a venire dentro al campo.
CONTRO - Non è solo rosa e fiori, però, il possibile arrivo del giocatore del Chelsea. Perché a un costo del cartellino azzerato, la Roma deve compensare con uno stipendio da top player, superando la concorrenza di club in Qatar, in grado di ricoprire d’oro il calciatore. Anche l’età gioca un fattore importante. L’esterno compirà 33 anni il prossimo luglio e in questa stagione sono state diverse le partite saltate per qualche problemino di troppo. Basti pensare come solamente il 25% delle partite a disposizione lo abbiano visto titolare. I guai muscolari lo hanno tormento da inizio stagione facendogli saltare 14 partite. Su tutti la lacerazione parziale del tendine d’Achille ha dato non pochi problemi allo spagnolo che con lo stop forzato delle competizioni spera di poter mettere definitivamente alle spalle i tormenti di questa stagione e perché no, magari anche iniziare a programmare la prossima.
PRO - Ieri Fonseca a riguardo è stato chiaro. Alla Roma serve un mix di calciatori giovani ed esperti che possa permettere alla squadra di vincere. Il profilo dello spagnolo, in tal senso, è perfetto. Con la vittoria in Europa League dello scorso anno, Pedro entra nel ristrettissimo club di chi da calciatore è riuscito a conquistare le due coppe europee e i maggiori trofei internazionali per un totale di 25 titoli. Il feeling con le finale poi è sensazionale. Pedro
ha segnato in quella Champions (nel 2011 in Barcellona-United), nell’ultimo atto del Mondiale per Club (nel 2009 in Barcellona-Estudiantes), in Supercoppa Europea (nel 2009 in Barcellona-Shakhtar) e ora anche in finale di Europa League. Come a dire “quando il gioco si fa duro, io ci sono”. A questo si aggiungono due vantaggi importanti qualora la Roma riuscisse a ingaggiarlo e sono il costo del cartellino a zero e la funzionalità al gioco di Fonseca. Con la probabile partenza di Under, i giallorossi sostituirebbero il turco perfettamente considerate le caratteristiche dello spagnolo: brevilineo, bravo nello stretto e tra le linee e con la propensione a venire dentro al campo.
CONTRO - Non è solo rosa e fiori, però, il possibile arrivo del giocatore del Chelsea. Perché a un costo del cartellino azzerato, la Roma deve compensare con uno stipendio da top player, superando la concorrenza di club in Qatar, in grado di ricoprire d’oro il calciatore. Anche l’età gioca un fattore importante. L’esterno compirà 33 anni il prossimo luglio e in questa stagione sono state diverse le partite saltate per qualche problemino di troppo. Basti pensare come solamente il 25% delle partite a disposizione lo abbiano visto titolare. I guai muscolari lo hanno tormento da inizio stagione facendogli saltare 14 partite. Su tutti la lacerazione parziale del tendine d’Achille ha dato non pochi problemi allo spagnolo che con lo stop forzato delle competizioni spera di poter mettere definitivamente alle spalle i tormenti di questa stagione e perché no, magari anche iniziare a programmare la prossima.
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