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TMW RADIO - Bergonzi: "Serie A, no ai tifosi allo stadio in corsa. Ci sarebbero polemiche"
Maracana con Marco Piccari e Cinzia Santangeli
Ospiti:Mauro Bergonzi, Stefano Salandin e Gaetano Imparato
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L'ex arbitro Mauro Bergonzi ha detto la sua sui temi del momento a Maracanà, nel pomeriggio di TMW Radio.
Caso Gasperini. In Spagna aumenta la rabbia per quello che è successo:
"Lui aveva qualche sintomo influenzale ma non febbre, da quanto ho capito, quindi poteva essere una semplice influenza".
Neanche si comincia e già ci sono reclami su giorni e orari, a partire dall'Inter:
"Si lamentava ai tempi della Nazionale per i mancati stage, mentre quando era alla Juve non concedeva i giocatori. E' una mentalità tutta italiana. Se proprio non va bene, può mandare in campo la Primavera. E' un campionato anomalo che terminerà in maniera anomala, ci saranno partite ravvicinate fino alla fine per tutti".
Nella Liga spagnola si parla di far tornare il pubblico allo stadio. E' giusto?
"Sono per le regole: si inizia a porte chiuse e si finisce così. Altrimenti si creerebbero polemiche infinite. Certo, dispiace per i tifosi, che sono una parte importante del calcio, ma le regole sono regole".
Gli arbitri senza il pubblico faranno meno errori, visto che manca la pressione esterna?
"E' vero che lo stadio pieno ti dà più carica e stimoli, ma in uno stadio vuoto è triste. Però l'arbitro bravo commette pochi errori in tutte le situazioni, così come l'arbitro meno bravo, che commette errori sia in un caso che nell'altro. Sarà un fine campionato difficile. Devono riprendere a giocare in un periodo in cui invece staccano la spina. Dovranno prepararsi a livello psicologico e sarà fondamentale la ripresa".
Caso Gasperini. In Spagna aumenta la rabbia per quello che è successo:
"Lui aveva qualche sintomo influenzale ma non febbre, da quanto ho capito, quindi poteva essere una semplice influenza".
Neanche si comincia e già ci sono reclami su giorni e orari, a partire dall'Inter:
"Si lamentava ai tempi della Nazionale per i mancati stage, mentre quando era alla Juve non concedeva i giocatori. E' una mentalità tutta italiana. Se proprio non va bene, può mandare in campo la Primavera. E' un campionato anomalo che terminerà in maniera anomala, ci saranno partite ravvicinate fino alla fine per tutti".
Nella Liga spagnola si parla di far tornare il pubblico allo stadio. E' giusto?
"Sono per le regole: si inizia a porte chiuse e si finisce così. Altrimenti si creerebbero polemiche infinite. Certo, dispiace per i tifosi, che sono una parte importante del calcio, ma le regole sono regole".
Gli arbitri senza il pubblico faranno meno errori, visto che manca la pressione esterna?
"E' vero che lo stadio pieno ti dà più carica e stimoli, ma in uno stadio vuoto è triste. Però l'arbitro bravo commette pochi errori in tutte le situazioni, così come l'arbitro meno bravo, che commette errori sia in un caso che nell'altro. Sarà un fine campionato difficile. Devono riprendere a giocare in un periodo in cui invece staccano la spina. Dovranno prepararsi a livello psicologico e sarà fondamentale la ripresa".
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