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Aspettando Paratici, la Roma non promuove De Sanctis
Il classico e sempre buono "non confermo e non smentisco". Sembra essere questa la sintesi che emerge dalla conferenza stampa di ieri di Guido Fienga, CEO della Roma che ha trattato il tema Paratici. Una domanda inevitabile, quella posta dai colleghi al dirigente giallorosso trait d'union fra vecchia e nuova proprietà. Ma andiamo con ordine.
De Sanctis non è il direttore sportivo - "E' noto che quella del direttore sportivo è una posizione vacante", ha candidamente ammesso Fienga. Nelle settimane scorse si era più volte scritto e parlato di un Morgan De Sanctis pronto a ricoprire quel ruolo, ma l'uscita del CEO di fatto chiude a questa ipotesi. Per il presente e per il futuro. Ancora: "Quanto prima dovrà essere ricoperta dalla persona che giudicheremo più competente e più in linea con la filosofia del club", l'indizio dato per provare a tracciare meglio l'identikit di colui che dovrà ricoprire l'ambito ruolo dietro la scrivania di Trigoria. Nello specifico, il prossimo responsabile del mercato dovrà proseguire sulla strada intrapresa quest'anno: giocatori giovani e di talento da aggiungere a qualche elemento di esperienza e spiccata personalità.
Paratici e l'uso del politichese - Il nome di Fabio Paratici, attuale responsabile dell'area tecnica della Juventus, continua ad echeggiare negli ambienti vicini alla Roma. E non da oggi. Chiedere è lecito, rispondere è cortesia. Per questo Fienga ha risposto al quesito in conferenza stampa. Ma se da una parte è arrivato un aiuto per disegnare il profilo del prossimo ds, dall'altra è arrivata una risposta a tratti enigmatica sul nome di Paratici. "Credo sia fortemente irrispettoso, nei suoi confronti e nei confronti della sua società, fare questo tipo di commenti". Fin qui niente di strano, giusto approcciarsi ad un tema così delicato con questo tipo di sensibilità. Ma Fienga ha anche aggiunto altro: "Per me Paratici è il ds di un avversario e tale resta, speriamo di batterlo domenica e salutarci". Un commento che, dopo l'incipit iniziale, di fatto non conferma l'idea per la Roma. Ma neanche la smentisce, se ci pensate bene. Leggendo fra le righe si capisce come, giustamente, Fienga non ritenga giusto parlare di un tesserato di un'altra società (per altro avversaria sul campo fra poche ore). Ma sempre fra le righe, è chiaro come non sia arrivata in alcun senso neanche una chiusura netta a questa pista di mercato...
De Sanctis non è il direttore sportivo - "E' noto che quella del direttore sportivo è una posizione vacante", ha candidamente ammesso Fienga. Nelle settimane scorse si era più volte scritto e parlato di un Morgan De Sanctis pronto a ricoprire quel ruolo, ma l'uscita del CEO di fatto chiude a questa ipotesi. Per il presente e per il futuro. Ancora: "Quanto prima dovrà essere ricoperta dalla persona che giudicheremo più competente e più in linea con la filosofia del club", l'indizio dato per provare a tracciare meglio l'identikit di colui che dovrà ricoprire l'ambito ruolo dietro la scrivania di Trigoria. Nello specifico, il prossimo responsabile del mercato dovrà proseguire sulla strada intrapresa quest'anno: giocatori giovani e di talento da aggiungere a qualche elemento di esperienza e spiccata personalità.
Paratici e l'uso del politichese - Il nome di Fabio Paratici, attuale responsabile dell'area tecnica della Juventus, continua ad echeggiare negli ambienti vicini alla Roma. E non da oggi. Chiedere è lecito, rispondere è cortesia. Per questo Fienga ha risposto al quesito in conferenza stampa. Ma se da una parte è arrivato un aiuto per disegnare il profilo del prossimo ds, dall'altra è arrivata una risposta a tratti enigmatica sul nome di Paratici. "Credo sia fortemente irrispettoso, nei suoi confronti e nei confronti della sua società, fare questo tipo di commenti". Fin qui niente di strano, giusto approcciarsi ad un tema così delicato con questo tipo di sensibilità. Ma Fienga ha anche aggiunto altro: "Per me Paratici è il ds di un avversario e tale resta, speriamo di batterlo domenica e salutarci". Un commento che, dopo l'incipit iniziale, di fatto non conferma l'idea per la Roma. Ma neanche la smentisce, se ci pensate bene. Leggendo fra le righe si capisce come, giustamente, Fienga non ritenga giusto parlare di un tesserato di un'altra società (per altro avversaria sul campo fra poche ore). Ma sempre fra le righe, è chiaro come non sia arrivata in alcun senso neanche una chiusura netta a questa pista di mercato...
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