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Juve, richiama Allegri. Mancini un’idea. Ecco tutti gli errori di Agnelli e Paratici. Con Pirlo sarà solo transizione. Sarri torna in pista. Inter, Lukaku ko: ora chi gioca? Pioli, un capolavoroTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
venerdì 30 ottobre 2020, 08:00Editoriale
di Enzo Bucchioni

Juve, richiama Allegri. Mancini un’idea. Ecco tutti gli errori di Agnelli e Paratici. Con Pirlo sarà solo transizione. Sarri torna in pista. Inter, Lukaku ko: ora chi gioca? Pioli, un capolavoro

In vena di provocazioni potrei anche cominciare il discorso con un suggerimento-invito per Andrea Agnelli: ora richiama Allegri. So che non è nei programmi, so che difenderanno Pirlo per difendere loro stessi, so che Max ha litigato con Paratici e per tornare chiederebbe la testa del direttore dell’area tecnica, però mai come in questo caso l’usato sarebbe davvero sicuro e garantito. Il dopo-Allegri per la Juve è stato un tormento, soltanto ora in tanti (troppi), hanno capito l’importanza di un allenatore capace di gestire gli uomini, di dare una personalità alla squadra, di studiare gli avversari e capire le partite. Negli ultimi anni Allegri ha allungato la vita di un ciclo, ha coperto gli errori e i ritardi nel rinnovamento e tutti i problemi mascherati sono esplosi con Sarri e Pirlo.

Intendiamoci, non siamo qui a processare una società che ha vinto nove scudetti consecutivi e va soltanto applaudita, ma le perplessità su alcune scelte fatte da quando Marotta è stato messo nelle condizioni di andar via, sono evidenti e macroscopiche. E’ quasi come se nella Juve fosse finita la classica, straordinaria programmazione scientifica, per passare all’improvvisazione. Tante cose non da Juve ci hanno sorpreso negli ultimi mesi, a cominciare dall’organico. Non ci voleva un genio per accorgersi che la squadra avrebbe dovuto essere ringiovanita già uno, due anni fa. Niente. Solo pochi innesti e parametri zeri. Cominciamo ad analizzare la difesa. E’ ancora logico pensare che Chiellini e Bonucci possano essere i titolari inamovibili? Ingenuità clamorosa. Chiellini ha 36 anni, da un anno e mezzo ha infortuni a ripetizione, peccato, ma rientra nella norma di una carriera straordinaria che vede i titoli di coda. Che il rendimento di Bonucci sia calato è altrettanto evidente. Paratici cosa fa? Oltre ai due giocatori storici inizia questa stagione con Demiral reduce da un lungo infortunio e DeLigt convalescente per una operazione delicata. Ma non sapeva che Pirlo gioca a tre? Se non c’erano i soldi per prendere un altro centrale, perché hanno regalato Rugani l’ultimo giorno di mercato? Quello che succede, lo avete visto con Danilo centrale, Frabotta e compagnia. Roba da Juve? Macchè. Ancora peggiore la situazione a centrocampo. Decidi tardivamente di rinnovare e poi mandi via tutti e tre assieme i titolarissimi degli ultimi anni Matuidi, Pjanic e Khedira? Noi siamo per i giovani, ma quando la Juve era la Juve vera, li comprava, li portava a Torino, faceva capire loro il mondo Juve, li faceva crescere e poi li lanciava. Oggi il povero McKennie (22 anni) piomba dallo Schalke04 e diventa titolare. Kulusevski dal Parma, 20 anni, idem. Ma anche Chiesa che arriva dalla Fiorentina e dopo un minuto va in campo, come lo vedete? A proposito di giovani, qualcuno mi spiega come mai è stato venduto Kean? Clamoroso errore, più grave di quello di Coman. Non si può pensare sempre alla plusvalenza. E siamo all’attacco. C’è Ronaldo e va bene, ma quando tornerà chi starà fuori fra Morata e Dybala? Ne parlerò più avanti e qui arrivo a Pirlo.

La decisione di affidargli la panchina dopo averlo ingaggiato per l’Under 23 è una improvvisazione che rasenta il masochismo. Tutto assurdo. Che Sarri avesse rotto con la squadra si sapeva da tempo, la Juve avrebbe dovuto cercare e prendere per tempo un allenatore pronto e da Pochettino in giù ce ne sono tanti liberi. Pirlo è una straordinaria scommessa, un po’ follia positiva (alla Steve Jobs) o una ingenuità dovuta all’emergenza?

Propendo per l’ultima ipotesi per un motivo molto semplice, l’errore è duplice, non si affida una squadra rinnovata e piena di giovani, in piena transizione, a un allenatore senza neppure un minuto di panchina. O meglio, si può anche fare, ma si deve essere consci che questo potrebbe anche essere un anno di transizione. Perché? Perché Pirlo ha diritto di sbagliare, di imparare e di crescere con calma. Sarà anche un genio, ma anche la genialità ha bisogno di essere supportata da artigianalità, esperienza e abitudini. Anche Michelangelo (e mi perdoni Michelangelo) prima di scolpire quello che aveva in testa ha dovuto imparare a usare lo scalpello e a convivere con i calli nelle mani. Morale? Con Pirlo questa Juventus rischia di non vincere nulla, andrebbe detto che si stanno mettendo le basi per un nuovo ciclo, ma non si può. Non si può perché Ronaldo è nato per vincere sempre, perché sei la Juve e devi avere sempre grandi obiettivi, perché il business non concede pause.

La sfida con il Barcellona però è stata devastante. Chi sa di calcio ha visto quello che il risultato non dice. Capello, uno che non guarda in faccia nessuno ha commentato: poteva finire otto a zero. Ha ragione. Il Barcellona ha dominato tatticamente, tecnicamente e fisicamente. Mai visto Messi sbagliare gol fatti, giocava con la concentrazione bassa che mette in allenamento. Ma non solo Messi.

Ma vogliamo scendere di livello e parlare del Verona che calcisticamente ha dato una lezione?


Non si capisce che tipo di calcio abbia in testa Pirlo. O meglio, si vede un calcio utopistico e a volte presuntuoso, con pochi centrocampisti, tanti giocatori di qualità. C’è del guardiolismo (Bonucci alla Mascherano), ma per fare un calcio che parte dai singoli per diventare squadra, servirebbero giocatori superiori e tempo. I lavori sono in corso e i risultati negativi. Il ritorno di Ronaldo porterà carisma e il suo essere campione, costringerà gli avversari a guardare lui in particolare, ma potrebbe anche essere una complicazione. Uno fra Morata (che segna) e Dybala dovrà necessariamente uscire. Per far giocare questi tre assieme dovrebbero esserci alle spalle Pogba e Vidal dei tempi migliori e invece ci sono (se va bene) Rabiot e l’involuto Bentancur che per altro, anche lui ha 23 anni. Sbagliamo a non fidarci di Pirlo? Forse. Pare di capire che ha davvero in testa un calcio diverso, ma allora torno alla domanda delle domande: avrà il tempo per lavorare anche se non arriveranno i punti?

Sconfessare Pirlo dopo aver sconfessato Sarri sarebbe davvero il fallimento di una gestione e non credo Agnelli arriverà a tanto. Potrebbe farlo soltanto cacciando Nedved e Paratici, rinnovando l’intera catena di comando. Ma non lo farà. E poi per mettere chi? Roberto Mancini piace, ieri è tornato fuori il nome del Ct, ma l’avevamo già fatto tempo addietro. Piace dal 2014 quando era l’alternativa ad Allegri nell’estate delle dimissioni di Conte, ma caso mai se ne riparlerà dopo gli Europei, il Ct non ha mai dato segni di disamore per l’azzurro anche se la Juve lo ha sempre intrigato.

Rimanendo in tema allenatori, ieri questo giornale online con Alessio Alaimo ha annunciato l’accordo sulla rescissione fra la Juventus e Sarri. All’allenatore dovrebbe andare lo stipendio di quest’anno, circa sei milioni, ma senza bonus e strappando l’opzione per il terzo anno. Ora Sarri è libero e diventa una mina vagante per tutti. La Fiorentina osserva, ma per ora non c’è stato contatto diretto. Caso mai a Sarri sarà sottoposto un programma triennale per il futuro. Ma squadre italiane (la Roma) e spagnole gli hanno già detto di tenersi pronto. E lui pronto lo è, ha voglia di rivincita.

Nel frattempo, purtroppo per l’Inter, Lukaku, l’unico determinante fino ad oggi, dovrà stare fermo per qualche partita per un problema muscolare. E a proposito di rosa imperfetta, in una squadra dove il centroavanti di quel tipo è fondamentale, manca una controfigura. Dzeko è stato cercato a lungo, ma potevano esserci altre soluzioni. Se per Lautaro c’è Sanchez, per Lukaku c’è Pinamonti. E’ pronto per certi livelli? Vediamo cosa inventerà Conte.

Pioli s’è inventato una macchina perfetta al Milan. Con un profondo turn over (cinque nuovi) i rossoneri anche ieri sera hanno comunque giocato a memoria un calcio divertente e brillante. Leao cresce all’ombra di Ibra e pensare che ha soltanto 21 anni. Ma tutti sono cresciuti anche per il lavoro dell’allenatore che ha plasmato un gruppo che si diverte a giocare e, come detto, questo è il segreto. Con un difensore e un centrocampista in più a gennaio, si possono perfino allargare gli orizzonti rossoneri.