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Addio Maradona. Dalla lite col Papa alla positività di USA 94: le frasi più celebriTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 25 novembre 2020, 19:29Serie A
di Ivan Cardia

Addio Maradona. Dalla lite col Papa alla positività di USA 94: le frasi più celebri

Campione, ma anche controverso. Calciatore, ma anche icona. Diego Armando Maradona, scomparso oggi a 60 anni, è stato molto più che un semplice giocatore di calcio. E per raccontarlo ci si può affidare anche alle sue parole.

La presentazione col Napoli: “Voglio diventare l'idolo dei ragazzi poveri di Napoli, perché loro sono come ero io a Buenos Aires”. (5 luglio 1984)

Il litigio col Papa Giovanni Paolo II: “Sì, ho litigato col Papa. Ci ho litigato perché sono stato in Vaticano, e ho visto i tetti d'oro, e dopo ho sentito il Papa dire che la Chiesa si preoccupava dei bambini poveri. Allora venditi il tetto amigo, fai qualcosa”. (9 novembre 1985).

La sfida all’Inghilterra e la vendetta delle Falkland-Malvines: “In campo non ci si batte con le armi, bensì col pallone. E comunque no, non so parlare in inglese, ma anche se lo conoscessi non lo parlerei”. (22 giugno 1986)

I fischi a Italia ’90: “Fischiare l'inno è da ignoranti. So che mi aspetta un anno molto duro, ma i napoletani sapranno difendermi”. (10 luglio 1990)

Dopo la positività a USA 94: Mi hanno ammazzato. Ma chi mi ha voluto morto, sappia che non sono un eroe di cartapesta, non sono un drogato, non ne avevo bisogno per tornare ai vertici. In Italia avevo sbagliato, avevo pagato con 15 mesi: ma adesso è tutto diverso. Nessuno comprerà il mio cervello, si sono serviti sempre di me. Non consentirò a nessuno di infangarmi: a costo di portarli in tribunale. Mi hanno dato l'ergastolo, ma io sono onesto, e adesso chiedo solo giustizia. La gente a Napoli mi ha sempre amato perché io sono stato dalla parte dei deboli. Questa storia non è finita qui”. (3 luglio 1994)


Messi gioca a calcio come Gesù: “Gioca a calcio come Gesù. La cosa migliore è che Leo sia argentino, non brasiliano, spagnolo, tedesco, francese o italiano e tutti dovranno riconoscere che il migliore del mondo è nato in questo paese”. (8 aprile 2010)

La battaglia contro Blatter: “La Fifa è governata da dinosauri. Blatter è uno che non ha mai tirato un calcio ad un pallone e dunque credo sia la persona meno opportuna per ricoprire un ruolo istituzionale così importante”. (4 giugno 2011)

Contro la Juventus: “La Juve è dentro l'arbitraggio italiano. [...] Hanno dei giocatori fantastici dentro la Federazione. Qualsiasi problema abbia in campo, il giocatore delle Juve ha ragione”. (25 aprile 2016)

La stima per CR7: ”Un fuoriclasse incredibile, lo farei giocare anche di notte perché lui non si nasconde mai, non chiede di restare fuori se ha un dolore alla caviglia. E che carisma! Va in campo come se andasse al bagno, con la stessa naturalezza”. (10 giugno 2016)

L’antipatia con Pelé: “Come giocatore è stato il massimo, però non ne ha saputo approfittare per far progredire il calcio. Lui pensava politicamente, pensava che sarebbe potuto diventare il presidente dei brasiliani... avrei preferito che si proponesse come me, per presiedere un'associazione in difesa dei diritti dei giocatori, che si occupasse di Garrincha e non lo lasciasse morire nell'indigenza, che lottasse contro le azioni dei potenti che ci limitano... Non voglio mettermi a confronto con lui, l'ho sempre detto e lo ripeto. E quando dico di mettermi a confronto con lui non parlo solo di questioni calcistiche... ho avuto molte opportunità di incontrarlo... era una questione di pelle, ci urtavamo troppo; ci vedevamo e partivano le scintille”. (Dall’autobiografia Io sono el Diego.