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La Superlega dei grandi debitori, ancora di più che dei ricchissimi
"C'è sempre qualcuno che pagherà". La frase è di Ernesto Paolillo, uno dei fautori del Financial Fair Play di un decennio fa. Quello che serviva a mettere un freno al debito del calcio europeo, dopo la finale più indebitata della storia. Tornando indietro nel 2008, quando Terry spedì sul palo il rigore della prima possibile Champions del Chelsea. Alla fine vinse il Manchester United. Platini decise che i parvenù del calcio (Chelsea) o i super indebitati (lo United) forse non dovevano avere accesso all'élite del calcio mondiale. O meglio, non doveva essere strutturale.
È evidente che qualcosa è cambiato in peggio. Fatta la legge e trovato l'inganno. La UEFA ha chiuso un occhio, alle volte tutti e due, con le big anche le orecchie. La decisione di rendere sostenibile il calcio è una fantastica teoria, almeno finché tutto questo non diventa business. Bisognerebbe mettere salary cap, parametri, variabili, cose che mettono un freno alla libera cicolazione dei giocatori e dei lavoratori all'interno del suolo europeo. Il calcio non fa eccezione, anche se alle volte sembra sopra la legge.
La verità è che la Superlega è un modo di massimizzare i guadagni, ma non porterà nessun beneficio per le squadre europee. Perché per competere servono sempre più soldi. Per chi, come il Manchester City, spende centinaia di milioni ogni anno (anche sul mercato) come fossero spiccioli, la competizione sarà continuamente verso l'alto. È come quando esci con amici estremamente più disponibili, in termini economici, di te. Il tiro sarà sempre altissimo e, pur volendo, dopo qualche uscita dovrai pensare a chiudere il portafogli e inventarti scuse per non uscire.
La Superlega è il campionato dei grandi debitori. Il Barcellona e il Tottenham sono ben oltre il miliardo (per motivi diversi, meglio il debito degli Spurs in questo caso visto che è per il nuovo White Hart Lane), Real Madrid e Atletico galleggiano in quell'ordine di grandezza. Il Chelsea ha debiti verso il proprio numero uno, Abramovich, oramai raccolti da anni. Il City e lo United non possono sorridere, l'Arsenal licenzia i dipendenti. Alla fine, delle dodici squadre che hanno dato il la a questa iniziativa, solo il Liverpool ha intrapreso un percorso virtuoso negli ultimi anni. In Italia siamo messi (poco) meglio, solamente perché le spese sono rimaste basse negli ultimi dieci anni, ma questo ha portato a una perdita di competitività. Il calcio è un immenso buco nero, la Superlega è solo un modo per allargarlo ancora.
È evidente che qualcosa è cambiato in peggio. Fatta la legge e trovato l'inganno. La UEFA ha chiuso un occhio, alle volte tutti e due, con le big anche le orecchie. La decisione di rendere sostenibile il calcio è una fantastica teoria, almeno finché tutto questo non diventa business. Bisognerebbe mettere salary cap, parametri, variabili, cose che mettono un freno alla libera cicolazione dei giocatori e dei lavoratori all'interno del suolo europeo. Il calcio non fa eccezione, anche se alle volte sembra sopra la legge.
La verità è che la Superlega è un modo di massimizzare i guadagni, ma non porterà nessun beneficio per le squadre europee. Perché per competere servono sempre più soldi. Per chi, come il Manchester City, spende centinaia di milioni ogni anno (anche sul mercato) come fossero spiccioli, la competizione sarà continuamente verso l'alto. È come quando esci con amici estremamente più disponibili, in termini economici, di te. Il tiro sarà sempre altissimo e, pur volendo, dopo qualche uscita dovrai pensare a chiudere il portafogli e inventarti scuse per non uscire.
La Superlega è il campionato dei grandi debitori. Il Barcellona e il Tottenham sono ben oltre il miliardo (per motivi diversi, meglio il debito degli Spurs in questo caso visto che è per il nuovo White Hart Lane), Real Madrid e Atletico galleggiano in quell'ordine di grandezza. Il Chelsea ha debiti verso il proprio numero uno, Abramovich, oramai raccolti da anni. Il City e lo United non possono sorridere, l'Arsenal licenzia i dipendenti. Alla fine, delle dodici squadre che hanno dato il la a questa iniziativa, solo il Liverpool ha intrapreso un percorso virtuoso negli ultimi anni. In Italia siamo messi (poco) meglio, solamente perché le spese sono rimaste basse negli ultimi dieci anni, ma questo ha portato a una perdita di competitività. Il calcio è un immenso buco nero, la Superlega è solo un modo per allargarlo ancora.
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