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Monchi: "L'applauso al Tre Fontane è stato bello, non me l'aspettavo e mi motiva ancora di più. Sono più tifoso che ds, preferirei stare in curva". VIDEO!
venerdì 20 luglio 2018, 10:20Interviste
di Redazione Vocegiallorossa
per Vocegiallorossa.it

Monchi: "L'applauso al Tre Fontane è stato bello, non me l'aspettavo e mi motiva ancora di più. Sono più tifoso che ds, preferirei stare in curva". VIDEO!

Monchi ha parlato a Roma TV prima dell'allenamento del mattino.

Il bilancio del ritiro?
"Una scelta difficile quella di rimanere a Roma ma abbiamo trovato la strada giusta. I calciatori e lo staff sono tutti contenti. Il bilancio è positivo".

I nuovi?
"In questi primi giorni si vede se sono pronti per il cambio di squadra, di Paese, e sono rimasto sorpreso da tutti ed è molto importante. Ho voluto qui in ritiro il prima possibile tutti i nuovi. I calciatori sono anche persone e hanno bisogno di tempo. Il mister è contento. Sotto il profilo fisico, tecnico e tattico manca ovviamente tanto ma sono contento. Sapevamo che pochi giocatori sarebbero andati al mondiale e, per questo, se fossimo stati bravi sarebbe stato meglio portare il prima possibile i nuovi giocatori, così da avere subito tutta la rosa".

Favorevole che il mercato chiuda prima del campionato?
"Se chiudesse domani sarebbe ancora meglio (ride ndr). Prima chiude e meglio è ed è giusto che chiuda prima dell'inizio del campionato. Questo un primo step per il futuro. Il mercato inizia quando finisce la stagione, non il primo luglio. Tre mesi di mercato sono tanti, non solo per la stanchezza del ds, ma è tanto. Un mese o poco più si potrebbe fare".

La tournée
"Importante per due motivi: uno è quello sportivo, potendo giocare contro squadre forti, e poi per il brand. Giocando contro squadre così blasonate significa che stiamo facendo bene. La crescita del nome della Roma è importante per tutti".

Dieci acquisti non li ha fatti nessuno neanche all'estero
"Stiamo costruendo e manca ancora qualcosa. La mia idea è di fare meno acquisti in futuro ma ora abbiamo bisogno di questa piccola rivoluzione. Si dice sempre che la Roma venda i giocatori ma li compriamo anche. Bisogna inviare un messaggio positivo. Abbiamo ambizione per fare qualcosa di importante ma non solo per un anno".

In un palazzo di 10 piani a che piano siamo?
"Siamo vicini al piano più alto ma ancora manca qualcosa. Stiamo percorrendo la strada giusta".

Quanto è importante conoscere un ragazzo prima di acquisirne il cartellino?
"Un giocatore può essere pronto per una squadra e non per un'altra. Magari l'entourage è diverso, l'ambiente. Bisogna capire la filosofia di vita anche del calciatore e vedere se lui capisce che questo è il posto ideale per lui. Tanti giocatori hanno fatto male in una squadra e benissimo in un'altra. Il giocatore è anche una persona.  Un giocatore non dimentica come si gioca a calcio, è la persona che si può adattare meglio o peggio in un ambiente".

Qualche giocatore che abbia fatto più di quello che si sarebbe aspettato?
"Per fortuna tanti giocatori hanno fatto bene. Porto sempre come esempio Dani Alves. Arrivato senza nome, ha giocato con noi che ci dovevamo salvare. Poi ha vinto il campionato, poi è stato venduto per tanti soldi e lui ha vinto ancora di più. Al livello personale, dico Rakitic. Difficile trovarlo come lui, averne 20 così vincerebbero tutti. Ha una mentalità incredibile".

La personalità di Coric
"Ragazzo sveglio, intelligente. Capisce rapidamente, in due mesi parla italiano. E se c'è qualità poi tutto è più facile. Ha fatto un cambiamento importante ma ha qualcosa di diverso, può diventare veramente importante".

L'applauso al Tre Fontane?
"Parlavo con la mia famiglia proprio di questo. Lo stesso giorno della cessione del giocatore più importante, o comunque tra i più importanti, e ricevere l'applauso dei tifosi è qualcosa che ti fa continuare a lavorare, avendo quella pressione positiva per trovare la strada che tutti vogliamo, è stato molto bello. Non me l'aspettavo, mi aspettavo qualcosa di diverso (ride ndr). A me piace avere un contatto diretto con i tifosi, sono più tifoso che ds. Mi piacerebbe più stare in curva che in tribuna. Questo segnale di affetto mi è piaciuto e mi motiva per fare una Roma più grande"