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Cosa può dare Matic alla RomaTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
martedì 9 agosto 2022, 08:00Podcast
di Redazione Vocegiallorossa
per Vocegiallorossa.it

Cosa può dare Matic alla Roma

Tutte le notizie sulla Roma in Podcast!
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Nuovo appuntamento con i podcast di VoceGialloRossa.it: ogni giorno, dal lunedì al venerdì, approfondiremo con le voci dei nostri redattori uno dei temi più importanti della giornata. Partita dopo partita, Matic cresce all’interno della Roma, conosce meglio i suoi nuovi compagni e le istruzioni di José Mourinho. L’ex Manchester United contro lo Shakhtar ha offerto ai tifosi un antipasto delle sue qualità.



PENSARE RAPIDAMENTE - Ha fatto subito vedere che se non sei rapidissimo di gamba ma veloce di pensiero puoi piombare alle spalle degli avversari senza che loro riescano nemmeno ad accorgersene. Quando la Roma saliva in pressione, infatti, Matic accorciava sul suo avversario e spesso gli soffiava il pallone senza nemmeno andare a contrasto, ma semplicemente capendo prima dove si sarebbe potuto sviluppare il gioco. Capacità cognitive che vanno a sopperire una velocità di gamba non eccelsa, ma non indispensabile.
Alla mezz’ora, ieri Matic ha fatto intuire cosa può dare alla Roma: il centrocampista serbo riceve palla spalle alla porta, la difende molto bene con il corpo tenendo lontano il suo avversario, vede Dybala, lo serve con un passaggio semplice e preciso. Poi la Roma perde palla e Matic, improvvisamente, spunta alle spalle di Durasek che, spalle alla porta, non si accorge che l’ex United arriva e gli soffia il pallone senza sparare un colpo.
Predilige passaggi semplici, senza forzare la mano, ma trovando la soluzione giusta, con giocate all’apparenza non complesse ma estremamente funzionali allo sviluppo del gioco. In più, pur considerando che si trattava di un’amichevole, abbiamo visto ieri la tranquillità e la serenità con cui Matic giocava ogni pallone, anche i più complessi, anche se attaccato spalle alla porta. Dando serenità, quindi, anche ai suoi compagni, Matic trovava sempre il compagno libero, servendolo senza voler, per forza, cercare il numero o forzare la giocata. Come antipasto, non c’è male.