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Stop al diritto di recompra. Ecco cosa ha spinto Gravina a questa mossaTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 19 marzo 2019, 12:00Serie A
di Raimondo De Magistris

Stop al diritto di recompra. Ecco cosa ha spinto Gravina a questa mossa

"Nel prossimo Consiglio Federale proporrò l'abolizione del diritto di recompra". Il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha annunciato questa mattina, in una intervista a 'Sky', che in vista della prossima estate potrebbe essere abolito il diritto di recompra. Una mossa che andrebbe a stravolgere le dinamiche di calciomercato perché si tratta di una formula negli ultimi anni sempre più usata. Ormai abusata.

Abusata perché il diritto di recompra è ormai a tutti gli effetti un vero e proprio premio di valorizzazione. Una formula utilizzata dalle big per vendere i propri giovani in giro per l'Italia a società più piccole e mantenerne comunque il controllo del cartellino. Un prestito con premio di valorizzazione camuffato in cessione a titolo definitivo, formula utile per produrre plusvalenze a bilancio. Plusvalenze che vengono prodotte da valutazioni che spesso e volentieri non rispecchiano quello che è il reale valore del calciatore in questione.
Gravina vuole evitare tutto ciò, e forse favorire la costruzione delle seconde squadre perché se le big non potranno più mantenere il controllo dei giovani spedendoli in giro per l'Italia a quel punto saranno costretti a costruirsi ufficialmente una squadra B in cui far crescere i ragazzi in un campionato più competitivo di quello Primavera.


E' chiaro comunque che la FIGC da sola non possa arginare il problema. Può bloccare gli accordi per i diritti di recompra tra società italiane ma non può impedire, ad esempio, che a quel punto una società di Serie A possa decidere di utilizzare la stessa formula trattando con un club olandese, belga o scozzese. Dovrà essere la FIFA a eliminare definitivamente il problema per evitare che il giorno dopo l'eventuale provvedimento del Consiglio Federale (il prossimo il 2 aprile) i club italiani abbiano già chiaro come aggirare la normativa.