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Gaetano Scirea, simbolo di una grande Juve. E icona di correttezza
Da calciatore ha vinto praticamente tutto, sia con la maglia della Juventus che con quella della nazionale italiana. Ma nella memoria collettiva, Gaetano Scirea è ricordato anche e soprattutto come icona di correttezza e signorilità. Considerato uno dei migliori interpreti di sempre del ruolo di libero, formò con Zoff, Gentile e Cabrini uno dei reparti difensivi più forti e completi di sempre. Nato calcisticamente nell'Atalanta, Scirea rimase a Bergamo dal '72 al '74, prima di trasferirsi alla Juventus. Con la maglia bianconera sulle spalle giocò 14 stagioni, per un totale di 554 presenze (e 32 reti), ma il suo apporto fu decisivo anche con l'Italia campione del Mondo dell'82. E alla fine della sua esperienza azzurra le presenze saranno 78.
Chiuso col calcio giocato decise di sedersi in panchina e nell'88 divenne allenatore in seconda proprio della Juventus. La società bianconera, nell'89, lo mandò in Polonia per studiare il Gornik Zabrze, avversario dei bianconeri in Coppa UEFA. E proprio in Polonia, nel viaggio di rientro a Torino, Gaetano Scirea trovò la morte in un tragico incidente automobilistico. In carriera come detto ha vinto praticamente tutto: 7 scudetti, 2 Coppa Italia, una Coppa dei Campioni, una Coppa UEFA, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa UEFA e una Intercontinentale. Oltre ovviamente al già citato Mondiale dell'82 con l'Italia. Oggi sono passati 66 anni dalla sua nascita.
Sono nati oggi anche Daniel Passarella, Saadi Gheddafi, Christian Rigano, Carlos Bocanegra, Giandomenico Mesto e Demba Ba.
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