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Rimpianto Italia, i più esperti della competizione
Nelle scorse edizione degli Europei Under21 i nostri giocatori avevano un oggettivo gap rispetto agli altri. Era quello dell'esperienza perché, anche ai tempi vittoriosi di Cesare Maldini, i nostri non arrivavano in Serie A con semplicità, dovendo spesso combattere nelle categorie inferiori per un posto. Chi rientrava nelle rotazioni - quindi non un titolare fisso - sembrava già proiettato verso la Nazionale maggiore, sebbene il gap fosse comunque alto, altissimo. E per questo spesso era un alibi per chi doveva poi giudicare.
Invece, comparando la nazionale spagnola a quella italiana, scopriamo che i giocatori azzurri hanno fatto più presenze rispetto ai dirimpettai iberici. Anche chi si è fatto male, come Dimarco, oppure chi non giocava perché i propri compagni di reparto erano nettamente più forti, come Kean. Il dato dei sei convocati da Roberto Mancini non è un falso positivo.
Invece, comparando la nazionale spagnola a quella italiana, scopriamo che i giocatori azzurri hanno fatto più presenze rispetto ai dirimpettai iberici. Anche chi si è fatto male, come Dimarco, oppure chi non giocava perché i propri compagni di reparto erano nettamente più forti, come Kean. Il dato dei sei convocati da Roberto Mancini non è un falso positivo.
Ci sono calciatori che provengono da Juventus o Atalanta, Milan oppure Roma, giocando titolari gran parte delle gare. Ed è quindi un boccone agrodolce, quello di essere l'unica squadra ad avere battuto la Spagna ma, in compenso, non avere passato nemmeno il turno grazie a una formula da roulette russa. Poco più di 240 le presenze complessive dell'undici spagnolo, oltre 280 quelle degli italiani, senza contare una squadra di tutti tiolari anche in panchina. Insomma, il rimpianto sarà grosso, almeno fino al 2021. Sperando che l'anno prossimo, con i grandi, possa esserci una soddisfazione in più rispetto a questo, purtroppo amaro, Europeo casalingo.
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