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La nuova Roma al potere: Smalling certezza, ok Veretout. Fatica DiawaraTUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
domenica 17 novembre 2019, 15:32Serie A
di Dario Marchetti

La nuova Roma al potere: Smalling certezza, ok Veretout. Fatica Diawara

Fosse un film la Roma di quest’anno sarebbe “Ricomincio da tre” di Massimo Troisi. Nuova rosa, dirigenza e allenatore. Un anno zero in casa giallorossa che ha portato all’ennesima rivoluzione della gestione americana. Fuori Ranieri e dentro Fonseca, Petrachi prende il posto del diesse ad interim Massara e porta dieci nuovi volti a Trigoria, non tutti giudicabili a causa dei molti infortuni che hanno falcidiato la squadra da inizio stagione.
PAU LOPEZ - Uno dei primi colpi che regala al tecnico è il portiere. Dopo l’anno no di Olsen, Petrachi punta le sue fiches su Pau Lopez. Investimento rischioso, costoso e consigliato su un’intuizione del nipote Bruno. “La Roma è un salto di qualità” ha detto lo spagnolo qualche giorno fa e l’occasione è stata subito colta dall’ex Betis conquistando allenatore e compagni di squadra imparando anche subito l’italiano. Fonseca non lo leva mai e boccia anche il turn over di coppa con Mirante.
SMALLING - Non conosce sosta nemmeno Smalling. Arrivato negli ultimi giorni di mercato dopo le trattative saltate per Alderweireld e Rugani, fa dimenticare subito la cessione di Manolas. Soffre per un problema muscolare nelle prime giornate di campionato, ma poi entra con l’Atalanta senza uscire mai più. E’ il leader indiscusso della difesa e le ottime prestazioni fin qui disputate hanno portato la Roma a trattare subito con il Manchester United per acquistarlo a titolo definitivo.
MANCINI - Chi, invece, è già di proprietà è Gianluca Mancini, ex Atalanta e arrivato nella Capitale dopo un esborso importante. L’inizio non è dei più semplici: giunge da una realtà come quella bergamasca ed è abituato a giocare nella difesa a 3 di Gasperini. Il passaggio a 4 non è naturale e le prime uscite lo vedono protagonista in negativo. Con il tempo, però, trova affiatamento con Smalling e addirittura, in piena emergenza, fa il suo exploit da mediano al fianco di Veretout. Impatto dunque è positivo con l’ambiente giallorosso, manca solamente il gol visti i 6 che segnò nella passata stagione con l’Atalanta.
CETIN - Sempre in difesa sono stati fatti gli investimenti maggiori di Petrachi che per completare il roster dei centrali ha acquistato Mert Cetin, direttamente dalla Serie B turca. Fa il suo debutto negli ultimi minuti della sfida con il Milan e stupisce per la personalità messa in campo tradotta con un tunnel a Theo Hernandez. “Ha margini di crescita importanti” dice Fonseca che gli da fiducia con Udinese e Napoli. Contro la squadra di Ancelotti fa il suo compito ma dimostra ancora un po’ di ingenuità commettendo due falli sciocchi che gli costano l’espulsione per doppio giallo.
SPINAZZOLA - A intermittenza, invece, è stato l’utilizzo di Leonardo Spinazzola. I problemi muscolari hanno contraddistinto la sua carriera e anche l'inizio di questa stagione nonostante Petrachi abbia speso 29 milioni per lui. Acquistato per far rifiatare Kolarov, ha invece mandato in panchina Florenzi. Fonseca, infatti, lo utilizza prettamente a destra, ma sempre con il contagocce vista la fragilità del ragazzo.
ZAPPACOSTA - Avrebbe potuto dargli un po’ di sosta Davide Zappacosta, ma l’esperienza nella Capitale dell’ex Chelsea è molto sfortunata. Dura circa 12 minuti contro il Genoa, poi un problema muscolare prima della gara con la Lazio e la rottura del crociato non gli permetteranno di tornare in campo fino a febbraio 2020. Giudizio dunque rimandato.
DIAWARA - Fatica, invece, Amadou Diawara. Arrivato dal Napoli all’interno dell’affare Manolas, rinuncia subito a una parte delle ferie post Coppa D’Africa per mettersi a disposizione di Fonseca. La preparazione estiva manda segnali confortanti intorno a questo giocatore, ma smentiti dalle prime uscite stagionali. Il tecnico portoghese non lo prende quasi mai in considerazione e anche l’esordio con il Basaksehir lascia a desiderare. Troppo lento e ancora distante dall’idea di gioco dell’ex Shakhtar. La rottura del menisco poi ha fatto il resto.
VERETOUT - Valutazione diametralmente opposta per Veretout. La Roma batte la concorrenza del Milan nonostante lo scetticismo generale sull’eventualità di vedere il centrocampista francese come mediano. La pre-season non è delle più semplici perché arriva dal ritiro della Fiorentina con un problema alla caviglia e inizia a trovare spazio solo dopo la prima sosta per le Nazionali. Ora, però, ha conquistato tutti. Grazie anche a Mancini gioca più libero ed è a tutti gli effetti l’equilibratore della squadra. Prezioso in fase di recupero del pallone e nel far ripartire la squadra. Non manca di personalità sostituendo Kolarov come rigorista.
MKHITARYAN - Molto più atteso di Veretout era Mkhitaryan. L’affare flash con l’Arsenal nelle ultime ore di mercato ha fatto tornare l’entusiasmo tra i tifosi giallorossi, letteralmente impazziti per la sua prestazione con l’Armenia contro la Bosnia di Dzeko e poi definitivamente innamorati al suo esordio con gol contro il Sassuolo. A Lecce, però, arriva la lesione tendinea che le tiene fuori due mesi. Solo il 24 novembre con il Brescia tornerà tra i convocati, rimandando dunque il suo giudizio a dopo Natale.
KALINIC - Slitta il voto anche per Nicola Kalinic. Preso per sostituire Schick, fatica a trovare la condizione dopo due anni difficili tra Atletico Madrid e Milan. Contro il Cagliari gli viene annullato un gol che avrebbe dato la vittoria ai giallorossi e cambiato il suo destino nella Capitale. Al rientro dalla sosta con la Samp si rompe la testa del perone e ora Fonseca potrà tornare a goderne solo dopo metà gennaio.