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Juve: sul futuro di Buffon c’è una sola certezza. Inter: ecco i soldi, ma occhio alla decisione di Zhang. Diritti Tv: il pacchetto è sospetto… Italia: la retromarcia su ManciniTUTTO mercato WEB
martedì 30 marzo 2021, 08:00Editoriale
di Fabrizio Biasin

Juve: sul futuro di Buffon c’è una sola certezza. Inter: ecco i soldi, ma occhio alla decisione di Zhang. Diritti Tv: il pacchetto è sospetto… Italia: la retromarcia su Mancini

Pausa per la Nazionale, giorno mille. Qui a furia di romperci le balle siamo diventati esperti anche di navi incagliate. La drammatica assenza di pallone ci costringe a spolverare le nostre lauree in “Canali da liberare con dottorato su Suez”, “vaccinazioni di Scanzi e altri privilegiati”, “ustioni di Gianni Morandi”, “vacanze a Dubai di vips”, altro. E, quindi, speriamo che il campionato torni presto perché altrimenti inizieremo a lanciare i razzi sulla Luna a colpi di tweet. O forse lo stiamo già facendo.
Che poi non è che il pallone manchi del tutto, ci sono le Nazionali. I complimenti a Mancini si sprecano, aggiungiamo i nostri: 24 risultati utili consecutivi sono molti anche se giochi contro la Nazionale cantanti. Francamente, tutto questo grasso colante non era scontato. Noialtri, per dire, pensavamo che Mancini avrebbe fatto danni perché adatto a “fare mercato” e meno a “selezionare”. E invece no, costui seleziona che è un piacere, al punto che in questo momento la Nazionale azzurra è la squadra italiana che gioca il calcio migliore, nel senso che è difficile pensare a un club di serie A più bravo nei 90 minuti. Se si tiene presente che il Sciarpetta li allena una settimana ogni trimestre… beh, davvero niente male.
In assenza di pallone, c’è anche chi sfodera la laurea in “tornei Atp di tennis”. Tipo il sottoscritto. Ecco, per me Sinner è forte. Che non si dica che non l’ho detto. Anche Musetti, tra l’altro. E anche questa l’abbiamo scritta.
Ma veniamo a due spinosi casi di queste ore, tirati fuori da quelli che hanno la laurea in “scelte da fare sul finir della carriera”. Al centro della questione il futuro di due grandi, Vale Rossi e Gigi Buffon.
Il primo è arrivato desolatamente dodicesimo nel primo Gran Premio stagionale, in Qatar, e tutti a dire: “Ma baaaastaaaa, ritirati! Son dieci anni che non vince niente!”. Funziona sempre così: quando il “gigante” finisce nella melma, il “nano” gode come un cammello. E quindi sì, gli hanno fatto pelo e contropelo, soprattutto sui social, ma anche in zone meno contaminate dalla barbarie e addirittura per bocca di menti illuminate.
La verità incontestabile è che costui, Vale da Tavullia, potrà anche arrivare tutto l’anno ultimo ma resterà quello che è, ovvero una leggenda. L’altra verità è che non tocca a noi decidere cosa sia giusto o sbagliato. Il ragazzo ha il legittimo diritto di fare quello che vuole, anche se @pupetto77 non è d’accordo. Del resto Valentino vale ancora una bella “fetta” di Circus, a prescindere dai piazzamenti.
Stesso discorso per Gigi Buffon, accusato di... boh, accusato e basta. L’indiscrezione della Gazza (“Buffon vuole un club di primo piano dove poter giocare con continuità, oppure smetterà alla fine di questa stagione”) ha fatto arrabbiare i soliti moralizzatori: “Come si permette?”. E perché, di grazia? Codesto portiere è certamente avanti un pezzo lungo il sentiero della pensione, ma non tocca a noi decidere quando dovrà togliere i guantoni, lo deciderà il mercato.
Nessuno ha il diritto di dire cosa sia giusto o sbagliato, semplicemente perché nessuno sa cosa significa trovarsi al posto di un campione. Non lo sa @pupetto77, non lo sanno i giornalisti, non lo sanno i tifosi, forse non lo sanno neppure i parenti stretti. Rossi e Buffon si possono permettere tutte le brutte figure che vogliono (se proprio vogliamo parlare di brutte figure) e molti dovrebbero ringraziarli anche per quelle: sono proprio i loro inciampi che permettono all’universo dei frustrati di sentirsi meno trasparenti.
E dopo questa bella botta di “vi spiego io!”, ecco a voi un altro paio di questioni noiosissime, ma importanti.
La prima riguarda l’Inter. Ieri il qui presente ha fatto la sua bella telefonata. “Ué, come andiamo con le scadenze?”. Risposta: “Tutti gli impegni, come promesso, verranno rispettati”. E a telefonata fatta ti senti un po’ stupido perché, in effetti, così avevano detto: “Entro il 31 marzo pagheremo questo e quello”. E così è andata. Sarà che molti speravano nell’inciampo per fare un po’ di baraonda…
Poi, certo, c’è il problema Zhang, tocca capire cosa accadrà “a monte”. La sensazione (ma qui siamo realmente nel campo delle sensazioni) è che la proprietà cinese non intenda mollare il colpo e voglia superare il momentaccio attraverso un prestitone. Ovvio, così si rischia di aumentare il debito a dismisura (dagli attuali quasi 400 milioni a 600) e questo in prospettiva porterebbe a due sole soluzioni: saldare la pendenza con chi ti presta il grano, oppure consegnargli il club. Si vedrà. L’unica certezza è legata alla situazione cinese: se il governo di Pechino continua con il “no” alla possibilità di portare quattrini all’estero, allora Zhang dovrà cedere alla fine di questa stagione e dovrà farlo a cifre inferiori rispetto al miliardo che vorrebbe. Tempo al tempo.
Infine, la questione diritti tv. Ieri la Lega ha detto “no” all’offerta da 70 milioni di Sky per il pacchetto di tre partite in co-esclusiva (7 club astenuti: Juve, Inter, Napoli, Lazio, Atalanta, Verona, Fiorentina). In pratica la Serie A pensa – a ragione - di poter strappare una cifra più alta generando un’asta con Mediaset e Amazon, a loro volta interessati (il pacchetto permette di scegliere la terza, settima e decima partita di ogni giornata per importanza, mica poco). Morale, tocca spettare il nuovo bando, oppure, se lo ritenete opportuno, potete sfoderare la vostra laurea in “bandi per diritti tv” e fottere il sistema.
Tante care cose e buona Pasqua a tutti noi, ce lo meritiamo.