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Inter verso la cessione, closing entro l’anno. Il fondo arabo Pif in pole, gli americani non mollano. Zhang chiude anche a Londra. Napoli spettacolo: è da scudetto. Juve, i giovani rigettano il calcio di AllegriTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
venerdì 24 settembre 2021, 00:00Editoriale
di Enzo Bucchioni

Inter verso la cessione, closing entro l’anno. Il fondo arabo Pif in pole, gli americani non mollano. Zhang chiude anche a Londra. Napoli spettacolo: è da scudetto. Juve, i giovani rigettano il calcio di Allegri

Da qualche giorno in ambienti finanziari non soltanto italiani è tornata a circolare con insistenza la voce di una imminente cessione dell’Inter che dovrebbe avvenire entro la fine dell’anno.
In pole position per l’acquisto ci sarebbe il fondo sovrano Pif dell’Arabia Saudita che ha in portafoglio investimenti per circa 400 miliardi di euro e che già nella primavera scorsa aveva avanzato la sua candidatura. A spingere verso questa soluzione ci sarebbe anche il presidente dell’Uefa Ceferin che osteggia gli investimenti americani dopo la vicenda di JP Morgan collegata alla Superlega, ma la pagina finale è ancora tutta da scrivere.
L’Inter ha già un debito di 275 milioni di euro contratto con il fondo americano Oaktree ed è evidente che nessuno mollerà agli arabi tanto facilmente, tanto più che investire nel calcio italiano in questo momento è visto dai fondi americani come una grande opportunità. Non è un caso che ieri un’altra società storica come il Genoa, la settima, sia finita nelle mani di 777Partners per una cifra vicina ai 150 milioni debiti compresi.
Tornando all’Inter, la situazione economica della proprietà cinese Zhang già al collasso per la vicenda Suning, si sarebbe ulteriormente aggravata per la crisi del fondo immobiliare Evergrande con il quale Zhang sarebbe esposto e in qualche modo finanziariamente collegato. Un puzzle di difficile valutazione, ma soprattutto di difficilissima soluzione al punto che nei giorni scorsi Zhang è stato costretto a chiudere anche una società londinese.
Come sappiamo, il finanziamento di 275 milioni ricevuto in primavera dal fondo Oaktree ha consentito all’Inter di superare la crisi di liquidità, ha in sostanza evitato il fallimento, dicendolo brutalmente, ma le rate da restituire da cento milioni l’una sono comunque una mannaia sulla testa dei conti della società. Le cessioni estive hanno consentito grandi plusvalenze che hanno fatto tirare il fiato e garantito la liquidità di cassa, ma gli ulteriori impegni economici all’orizzonte rischiano nuovamente di strangolare i conti e allora la cessione potrebbe diventare inevitabile. Anche per questo sono tornati a premere i potenziali acquirenti che erano stati respinti in primavera.
Come ricorderete le offerte erano arrivate, ma si erano arenate sul miliardo richiesto da Zhang per vendere il suo pacchetto azionario che allora era quasi totale. I cinesi hanno preferito accedere a un finanziamento dando in pegno al fondo americano circa il 30 per cento della società nella speranza che l’economia ripartisse, loro sistemassero Suning e nel giro dei tre anni previsti dall’operazione, la situazione si potesse normalizzare. Niente di tutto questo. E allora si è tornati a parlare di vendita.
Sempre secondo le voci che arrivano soprattutto dal medio oriente, il fondo Pif avrebbe già chiuso l’operazione se Zhang avesse venduto la totalità delle sue quote, ma i cinesi vorrebbero tenersi ancora una parte della società.
E’ chiaro poi, che anche gli americani si stiano muovendo. Lo stesso Oaktree, ma anche fondi collegati pare abbiano fatto conoscere le loro strategie.
Mediatori finanziari di altissimo livello sono al lavoro, ma la situazione è complicata e anche se Zhang non si rassegna, quando arriveranno le scadenze e soprattutto ci sarà restituire la prima quota da cento milioni del prestito, sarà il momento della stretta finale.
L’ipotesi vendita alle porte non è stata smentita neppure da Antonello, amministratore delegato dell’Inter che nei giorni scorsi ha parlato della situazione economica e della gestione della società che secondo lui è fatta nel pieno rispetto delle regole calcistiche, senza escludere svolte future. Soltanto una cosa potrebbe impedire la vendita, l’interesse del governo cinese a mantenere la proprietà di una società calcistica importante come l’Inter, ma al momento non ce ne sono sentori. L’assetto finanziario mondiale è turbato da Evergrande e il governo cinese non ha intenzione di riaccendere i riflettori del business calcio che s’è rivelato perdente.
E se il fondo saudita Pif vuol comprare per ragioni finanziarie, ma anche politiche legate come detto alla mappa del comando del pallone nel mondo e ai suoi equilibri, gli americani pensano invece che in questo momento sia conveniente mettere le mani su società storiche italiane.
Del resto è nei momenti di crisi che si compra meglio e gli americani credono che nel giro di qualche tempo ill calcio italiano sarà riformato e rilanciato in modo che le società tornino ad avere un valore molto più alto dell’attuale. Insomma, comprare aziende in crisi per rilanciarle è una specialità della casa e adesso anche il calcio fa gola.
Figuriamoci poi l’Inter che è un band di assoluto livello mondiale spinto ancora di più di recente, questo diciamolo, anche grazie ai cinesi che lo hanno fatto penetrare in tutta la loro area di influenza.
Di sicuro questa situazione economicamente precaria è ormai ampiamente metabolizzata all’interno della società nerazzurra, guidata da uomini di grande levatura come Antonello e soprattutto Marotta e non ci sono fibrillazioni all’orizzonte. L’apice della crisi di primavera, con i pagamenti degli stipendi slittati a fine giugno, è coincisa con la conquista dello scudetto.

Il gruppo è coeso e scafato e lo dimostra anche in questo inizio di stagione.
I problemi sono tutti del presidente Zhang che sta cercando di vendere sperando di rimetterci il meno possibile, da un investimento che sarà comunque in grave perdita. Uscire alla pari o quasi, valutando l’Inter un miliardo, a questo punto sembra davvero utopia.

In attesa, come detto, l’Inter sta dimostrando di avere solidità e il passaggio da Conte a Inzaghi, con la partenza di due punti di riferimento in campo, non ha portato ripercussioni. Anche il Milan dopo la quinta giornata tiene la sua rotta, giocando un ottimo calcio. Le milanesi erano e restano fra le favorite per lo scudetto, ma in questo inizio è andato oltre le previsioni il Napoli.
Cinque vittorie su cinque, ma anche un calcio spettacolare, con tante soluzioni offensive, la valorizzazione completa di Osimhen, un carattere che sembrava non avere e questo è merito di Spalletti. E’ vero che Gattuso sulla squadra aveva fatto un grande lavoro, ma Spalletti sta andando oltre proprio sotto l’aspetto motivazionale e caratteriale. E la coesione aiuta. Questa è una squadra matura, ha ancora fuori giocatori importanti e Insigne nel pieno della maturità. Non è solo la partenza, credo durerà al vertice fino alla fine. Se la giocherà se non arriveranno turbative e per questo De Laurentiis dovrebbe trovare in fretta un accordo con Insigne.
In attesa, non vorrei più parlare della Juve. Da mesi, con anticipo, purtroppo per i tifosi della Juve, ho cercato di evidenziare con voi tutti i mali e le scelte sbagliate che ora si stanno rivelando tali anche sul campo. Ma la delusione vera resta Allegri che stimo moltissimo, ma che è tornato con spirito e idee sbagliate.
Due anni dopo, con una squadra diversa, con un ciclo da rifondare, non si possono riproporre le idee di sempre e un calcio che non ha più appeal. Mi aspettavo un allenatore motivato, con un copione diverso da insegnare ai giocatori, soprattutto ai giovani, per stimolare l’ambiente. E invece siamo al deja vu, al punto che perfino il piccolo Spezia gioca meglio. E quelli più in difficoltà sono proprio i giovani come Chiesa e Locatelli,ma anche Kulusevski e DeLight, abituati a un calcio diversi e ad allenatori come Mancini (in nazionale) o De Zerbi per Locatelli, che insegnano e predicano cose diverse. E pure Dybala non ha una collocazione all’interno di un gioco che lo esalti. Mentre Allegri si riposava e (l’ha detto lui) non guardava partite, il calcio è evoluto rapidamente e senza nulla togliere alla nostra cultura e alla sua sapienza nella gestione, la Juve non può essere questa. I giocatori hanno colpe, d’accordo, ma anche l’allenatore deve dare di più. Se continua a mettere un centrocampista all’ala, a tenere la difesa bassa, se il pressing è blando, non parlo di retrocessione come provocatoriamente ha detto lui, ma lo scudetto mi sembra già andato (come li recupera tanti punti a troppe squadre?) e rientrare in zona Champions non è scontato.