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Ceferin sull'evoluzione del calcio femminile: "Abbiamo investito molto. Adesso è un altro sport"
A margine della finale di Women’s Champions League fra Barcellona e Olympique Lione il presidente della UEFA Alexander Ceferin ha rilasciato alcune dichiarazioni a SkySport sull’evoluzione del calcio femminile: "Lo sviluppo del calcio femminile è molto veloce. Abbiamo investito molto nell'educazione e in altre risorse, ma per la UEFA tutti gli aspetti di sviluppo del calcio sono importanti. Il calcio femminile è molto importante, ma allo stesso modo anche il calcio giovanile. Il calcio sta diventando una cosa grande, così come quello femminile: se paragoniamo il calcio femminile di oggi con quello di 5 anni fa, oggi è davvero un altro sport”.
Cosa fa l’UEFA per promuovere il calcio femminile nelle aree in cui questo è meno sviluppato?
"Eventi come quello di oggi, la finale di Champions Femminile, la centralizzazione dei diritti, investire denaro nella formazione di ragazze e degli allenatori ci permette di promuovere il calcio al femminile negli stati in cui non è così sviluppato. Basti pensare che 10 anni fa c’erano parti d’Europa in cui si pensava che le donne non potessero giocare a pallone e che il calcio fosse solo per gli uomini. Credo che adesso nessuno in Europa possa più pensarlo”.
Siamo a Torino, la città della Juventus e della Superlega. Consegnerà la Champions League nello stadio di proprietà degli Agnelli. Le chiedo se questa premiazione assume un valore diverso per lei?
"No, per me no… Abbiamo deciso di far disputare la finale di Champions League a Torino, e abbiamo pagato per lo stadio. Sicuramente non si fa un favore a nessuno, e quindi stasera è il nostro stadio. E non ho nessun coinvolgimento emotivo”.
Cosa fa l’UEFA per promuovere il calcio femminile nelle aree in cui questo è meno sviluppato?
"Eventi come quello di oggi, la finale di Champions Femminile, la centralizzazione dei diritti, investire denaro nella formazione di ragazze e degli allenatori ci permette di promuovere il calcio al femminile negli stati in cui non è così sviluppato. Basti pensare che 10 anni fa c’erano parti d’Europa in cui si pensava che le donne non potessero giocare a pallone e che il calcio fosse solo per gli uomini. Credo che adesso nessuno in Europa possa più pensarlo”.
Siamo a Torino, la città della Juventus e della Superlega. Consegnerà la Champions League nello stadio di proprietà degli Agnelli. Le chiedo se questa premiazione assume un valore diverso per lei?
"No, per me no… Abbiamo deciso di far disputare la finale di Champions League a Torino, e abbiamo pagato per lo stadio. Sicuramente non si fa un favore a nessuno, e quindi stasera è il nostro stadio. E non ho nessun coinvolgimento emotivo”.
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