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ESCLUSIVA TMW - Iovino: "Cambia il ruolo d'agente. Riflettiamo su risvolti di maxi sessione di mercato"TUTTO mercato WEB
mercoledì 8 aprile 2020, 10:34Altre Notizie
di Claudia Marrone
esclusiva

Iovino: "Cambia il ruolo d'agente. Riflettiamo su risvolti di maxi sessione di mercato"

Si dice “calcio” e si intendono subito i calciatori. Al massimo le partite e le classiche, poco altro.
Senza tenere conto dell'evoluzione che questo sport, ormai divenuto un'azienda a tutti gli effetti, ha avuto: per “calcio”, adesso, è più corretto intendere una macchina organizzativa che muove l'economia di un paese e dà spazio a un ampio dietro le quinte, che racchiude molte componenti.
Tra le quali figurano gli agenti dei calciatori. Quelli che si vedono maggiormente durante il calciomercato, ma che lavorano tutto l'anno.
Per sapere come questa figura professionale sta vivendo il momento attuale, i microfoni di TuttoMercatoWeb.com, hanno contattato Francesco Iovino.

Si parla troppo spesso di calcio intendendo solo calciatori e no il dietro le quinte: in questo momento particolare, come si è trasformato il ruolo dell'agente?
“Purtroppo il momento storico ha inciso anche sul nostro ruolo, perché le nuove possibilità e situazioni future coincidono con gli spostamenti che a oggi purtroppo sono limitati. Oggi l’agente è messo a dura prova, perché non deve solo svolgere la propria attività che consiste prevalentemente nel pianificare trattative calcistiche future, ma deve anche gestire la vicenda relativa alle trattative sulla proposta dei tagli dei salari e un'attività di consigliere. Per quel che mi riguarda, con i miei giocatori interagiamo con le call, le chiamate di gruppo: una sorta di amico procuratore, come comunque sempre, su tutti gli aspetti. In questo momento il calciatore ha bisogno di ricevere tutte quelle risposte alle domande che si pone e percepire uno spirito positivo che tenga alto il morale in un momento critico”.

Accenna al taglio stipendi, cui il suo ruolo è direttamente legato: come sarebbe giusto “risolverla”?
“Il ruolo dell’agente in questa questione assume un ruolo centrale perché va di pari passo al suo assistito. Si tratta di una situazione diversa dalle altre, perché Bisogna trovare la quadra giusta per soddisfare tutte le parti senza ledere nessun meccanismo. Il momento è molto critico, ma ricordo causato per forza maggiore, e tanti ragazzi che sono in questo mondo fanno leva sui loro salari per gestire la vita quotidiana quindi vanno rispettati da tali”.


Ripresa si, ripresa no: l'altro grande quesito, che toccherà anche i contratti in essere. Oltre ad altri aspetti: giusto scendere di nuovo in campo?
“Il rispetto di questa criticità penso sia alla base massima della questione: a mio avviso bisogna ragionare giorno dopo giorno, scongiurando l’incremento di questo maledetto virus e rispettando le regole che ci sono state impartite. Sono comunque a favore del ritorno in campo per una molteplicità di aspetti: per prima cosa, vedere le squadre in campo, vorrebbe dire che il paese intero è ripartito e quindi è ripartita anche la macchina calcio, che dona sorrisi e speranze che in un momento delicato come questo sono necessari per costruire con radici diverse la nostra rinascita, poi, in secondo luogo, c'è un discorso prettamente sportivo. Sarebbe giusto portare avanti la stagione, anche in estate, per evitare di assegnare posizioni di classifica a tavolino e scongiurare il malcontento generale che, sommato a questo flagello, potrebbe portare a un vero caos. Da parte di chi ci governa va fatto un ulteriore sforzo per le componenti del mondo calcio, che racchiudono anche una parte importante dell’economia del paese”.

Il 31 marzo scadeva il termine per il tesseramento degli svincolati: in caso di ripresa, a livello normativo, ci saranno opportunità per chi si trova senza club?
“Anche questa è una questione purtroppo da affrontare in maniera giornaliera perché ci sono vari aspetti che potrebbero incidere. Ovviamente se il campionato non riprendesse parliamo del nulla, ma qualora si tornasse in campo, qualche calciatore che magari non si è tenuto in forma potrebbe subire lievi intoppo e chi è ancora fuori potrebbe rimpiazzarlo a,messo che sia in buone condizioni. C'è però anche da dire che le società, adesso, sia per il fatto economico che calcistico, difficilmente inseriscono nuovi componenti: l'essere fermi da quattro mesi non aiuta e incide sul lato fisico, mentre un nuovo contratto andrebbe a toccare il lato economico, non favore dalla crisi cui si sta andando incontro”.

Si arriverà poi al calciomercato, con la FIFA che ha proposto anche una maxi sessione dall'estate all'inverno: fattibile?
“Da addetti ai lavori, per forza di cose, dobbiamo farci trovare pronti a ogni evenienza e cercare di mediare a quello che ci si presenterà nel migliore dei modi. Certo è che una sessione maxi sfiancherebbe sia dal punto di vista delle trattative, che andrebbero eccessivamente protratte nel tempo, sia psicologicamente per la continua altalenanza degli stati d’animo che racchiudono i rapporti tra tutte le componenti che vi fanno parte. Ma fare previsioni ora risulta difficile: la cosa primaria è uscire da questo maledetto mostro invisibile che ci ha colpiti e riniziare a macinare chilometri per donare sorrisi, ora assopiti, e speranze, adesso soffocate. Il calcio è uno stile di vita e viatico di grande passione che coinvolge intere generazioni”.