Salernitana, gli errori di Nicola e la brutta prova con la Juve. A Verona è una finale
Le colpe di Nicola sono evidenti, l'allenatore gode di buona stampa a livello locale eppure ci sono errori clamorosi che la dirigenza ha spesso sottolineato in passato. Dia esterno è un qualcosa di incomprensibile, così come l'ingresso di Bonazzoli e Kastanos sullo 0-3 e, ancora una volta, a risultato acquisito.
Diventa poi difficile recuperare il risultato se, sullo 0-2, togli un centrocampista offensivo e inserisci un difensore centrale (Lovato per Vilhena) riproponendo quel 3-5-2 che è ormai modulo prevedibile e che non consente alla Salernitana di sfruttare le sue potenzialità. Sia chiaro: non era uno scontro diretto, Allegri ha giocato di strategia e la Juventus al 100% è nettamente superiore ai granata. Ma, con 27mila persone (a prezzi tra i più alti d'Italia) e la possibilità di allontanare forse definitivamente la zona rossa, una prova del genere è una brutta mazzata per chi sperava che la crisi fosse alle spalle. Le responsabilità, ovviamente, sono di tutti, compreso un presidente che merita sostegno per quanto ha dimostrato in un anno ma che ha gennaio ha fatto confusione come conferma il dietrofront su Nicola e il giallo Verdi. A questa rosa mancano gli esterni, un difensore centrale di livello (Troost Ekong non è partito benissimo) e un giocatore di qualità in grado di saltare l'uomo e conferire imprevedibilità alla manovra. Cosa che non sta riuscendo nemmeno a Candreva che, forse, per età e collocazione tattica andrebbe gestito diversamente. Ad ogni modo la classifica resta incoraggiante, ma se ambiente, squadra e proprietà vivranno con il clima di ieri questa seconda parte di stagione è inevitabile che il campanello d'allarme continuerà a suonare.