L’attacco si è spento, ora servono risposte (e rinforzi)
La Salernitana si era presentata ai blocchi di partenza con un biglietto da visita chiaro, una delle migliori batterie offensive del campionato. Ferraris, Inglese, Ferrari oltre a Liguori. Quattro nomi, quattro profili che garantivano gol, fisicità, esperienza e qualità in grado di fare la differenza nella corsa alla promozione. Per settimane, infatti, le premesse sono state rispettate, i granata e gli attaccanti segnavano con continuità, creavano occasioni e mascheravano, almeno in parte, le incertezze difensive evidenziate nella fase iniziale del torneo.
Ma lo scenario, col passare dei mesi, si è ribaltato. Se allora la Salernitana scricchiolava dietro ma colpiva davanti, oggi il vero problema è probabilmente proprio la sterile fase offensiva. Un paradosso, se si pensa al curriculum degli interpreti: Inglese, uomo simbolo della campagna estiva, vive fun momento estremamente complicato. Non segna da oltre due mesi, appare involuto, macchinoso, lontano parente dell’attaccante capace di prendersi sulle spalle l'intero reparto. Il digiuno di Ferraris (che però almeno sembra più vivo durante il match) prosegue da un periodo ancora più lungo, vista la poca concretezza negli ultimi 16 metri.
L’unico acuto recente porta la firma di Ferrari: il gol al Potenza, tre settimane fa, unico lampo in un deserto che preoccupa e pesa. Perché i numeri, quando diventano così impietosi, non possono essere ignorati. L’attacco granata è il peggiore tra le prime sette della classifica, nelle ultime sei gare, la Salernitana ha trovato la rete su azione in una sola occasione, proprio la marcatura di Ferrari, mentre l’unico match con più di un gol all’attivo è stato quello contro l’Altamura, ma con due rigori trasformati. Poche trame efficaci ma soprattutto poca incisività nei sedici metri, scarsa profondità, pochi duelli vinti, il quadro è chiaro e non lascia spazio a interpretazioni benevole.
C’è di più. Il rallentamento offensivo ha tolto alla squadra la sua arma migliore, la capacità di ribaltare le partite. Fino a qualche settimana fa la Bersagliera aveva costruito buona parte della sua classifica reagendo agli svantaggi con carattere e qualità. Oggi, invece, quando si va sotto, la rimonta riesce solo a metà. E senza gol, inevitabilmente, anche la fase difensiva finisce per essere più esposta.
Quanto può durare ancora questa sterilità? Una squadra che ambisce apertamente alla Serie B non può permettersi un rendimento così scarno davanti. Né può ignorare che, senza un netto cambio di passo, la mini fuga di Catania e Benevento rischia di diventare definitiva. Ecco perché il mercato di gennaio, ormai alle porte, assume un peso specifico enorme. Servirà un innesto, forse due (in base ad eventuali uscite), per ridare freschezza, concorrenza e soluzioni al reparto avanzato. Servirà soprattutto il recupero mentale di chi, fino a poco tempo fa, era il simbolo della potenza offensiva granata. La Salernitana deve ritrovare i suoi gol. E in fretta. Perché senza quelli, ogni ambizione rischia di restare solo fantasia.






