VENTURA: la strana - e giusta - scelta di non fare i cambi. Su Dziczek...

Salernitana in emergenza, con sette giocatori fuori e tre partite in una settimana a cospetto di avversari che fanno del ritmo e dell'agonismo le loro armi migliori. La soluzione? Non effettuare cambi! La scelta di mister Ventura può apparire azzardata soltanto a chi pensa che le sostituzioni si debbano fare per forza senza corredarla con quella logica che serve e che fa parte dello straordinario bagaglio dell'allenatore granata. "In panchina avevo sette giocatori, compreso il portiere. Dziczek avrebbe dovuto prendere il posto di Di Tacchio? Cerci non è pronto, Gondo e Kalombo sono due giovani che non hanno mai fatto questa categoria, Pinto è un calciatore che darà una grossa mano ma vale lo stesso discorso fatto per gli altri ragazzi. In pratica a centrocampo avevo solo Odjer. E chiedete al Livorno quanto sia rischioso giocarsi tre cambi alla terza gara in una settimana..." ha detto in conferenza stampa. 

I fatti anche stavolta gli danno ragione. Che senso aveva cambiare qualcosa con una Salernitana in forma e arrembante? Facile dire "doveva togliere Kiyine che era già ammonito": Lopez ha tutt'altre caratteristiche e siamo certi che quel cambio avrebbe fatto egualmente scatenare gli allenatori della tribuna. Ieri stesso discorso: il terzetto difensivo tutto sommato sta facendo bene, in avanti probabilmente Giannetti sarebbe stato sostituito con una valida alternativa e non con un calciatore come Cerci che lo staff tecnico sta gestendo con estrema intelligenza. Qualcuno potrebbe dire che andava cambiato prima un Firenze in difficoltà: vero, ma nella ripresa era partito meglio e solo giocando ritroverà una condizione che manca anche per aver saltato buona parte del ritiro. Solo su Dziczek potrebbe essere fatta riflessione: il talento under21 polacco non poteva fare nemmeno un quarto d'ora su 270, in un reparto falcidiato dalle assenze? Anche in questa circostanza, però, ci fidiamo di Ventura: vorrà dire che entrerà quando sarà al top...per non uscire più dal campo.