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SALERNITANA: storia di una maglia che non fu sempre granataTUTTO mercato WEB
© foto di Carlo Giacomazza/TuttoSalernitana.com
lunedì 11 maggio 2020, 17:00News
di Simone Caravano
per Tuttosalernitana.com

SALERNITANA: storia di una maglia che non fu sempre granata

Spesso si sente dire pubblicamente, da chi l’ha sperimentato in prima persona o l’ha visto da fuori, come la Salernitana in città sia vissuta come una vera e propria fede. È quella cosa in cui tutti i salernitani si riconoscono e che esprime al meglio la loro identità. Una venerazione vera e propria direi, più che verso una squadra, verso una maglia e un simbolo. Stiamo parlando naturalmente del mitico cavalluccio marino e della casacca granata. Ecco, proprio questo colore, è il segno di riconoscimento e ciò in cui si incarna lo spirito del popolo salernitano. Ma siamo sicuri come sia stato sempre quello granata il colore della Salernitana? In realtà la risposta è negativa e nelle prossime righe andremo a scoprire il perché.

Come tutti sappiamo, la Salernitana viene fondata nel 1919. La prima maglia di quella squadra in realtà non era assolutamente granata, e neanche lontanamente simile a questo colore. La divisa ufficiale infatti dal 1919 al 1922 era bianco celeste a righe verticali, per capirci meglio stile Argentina o Pescara. Sul perché si scelsero inizialmente questi due colori, ci sono principalmente 2 teorie. Da una parte c’è chi ipotizza come alla base di questa scelta ci fosse il voler seguire quasi una moda del tempo. In quegli anni infatti era frequente la tendenza, per le squadre di città sul mare, di utilizzare i colori bianco e celeste. Il bianco infatti doveva simboleggiare il cielo, mentre il celeste doveva ricordare il mare. Altri invece, forse più concretamente, giustificano questa scelta per ragioni di disponibilità in quel momento. Ovvero alcuni sostengono come l’allora presidente della società, Onesti, trovò solo queste divise bianco celesti e decise di farle indossare alla propria squadra. Sta di fatto che nel 1923, in seguito a problemi economici, la società subisce grandi cambiamenti. Infatti ci fu una fusione con un’altra compagine locale, lo Sporting Club Audax, che indossava una divisa a strisce orizzontali bianconera. Nacque così la Società Sportiva Salernitanaudax, con la divisa ufficiale che diventa nero celeste. Anche questa maglia però ha una durata breve, di sole due stagioni. Nel 1927 infatti viene fondata l’Unione Sportiva Fascista Salernitana, dalla fusione della Campania Football Club e la Libertas Football Club. Queste due compagini avevano rispettivamente la maglia granata, la prima citata, mentre l’altra indossava una casacca gialla. Il segretario di quella Salernitana stavolta decise però di non realizzare una fusione tra i due colori, ma di adottare il granata come colore sociale. Anche qui però la vita di questa maglia fu breve, infatti nel 1929/30 si torna a quella bianco celeste. Giungiamo così al dopoguerra, o meglio quasi verso la fine al 1944. In questa data infatti, in occasione della Coppa Liberazione, i calciatori della Salernitana tornano ad indossare una maglia granata. Fino a che dal 1947/48, il colore granata diventa stabilmente quello ufficiale della squadra di Salerno. Tra l’altro, l’anno successivo, venne disegnato e posto sulla maglia il primo modello di cavalluccio marino. Simbolo realizzato dal pittore Gabriele D’alma, che disegnò questo stemma proprio per la squadra granata. Da qui in poi cavalluccio e colore granata saranno due compagni inseparabili sulle divise della Salernitana, tranne per qualche brevi periodi. Negli anni infatti sono state fatte solo alcune modifiche, ma di base cavalluccio e granata sono quasi sempre presenti. Molto particolare per esempio fu la maglia granata a righe bianche, della Salernitana di Agostino di Bartolomei, oppure quella ornata con tanti piccoli cavallucci marini neri, del 1994/95.

Dunque il granata non sempre è stato il colore rappresentativo della Salernitana, seppur per tutti è da sempre l’unico e quello davvero identificativo della squadra. Una squadra e una maglia, quella granata, che speriamo di poter tornare a vedere molto presto all’Arechi e su tutti i campi d’Italia.